Capitolo 12

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Fabrizio aprì lentamente gli occhi cercando di ricordare cosa fosse successo il giorno prima, ma senza successo. Sentiva solo un forte mal di testa.

-Ah, ti sei svegliato!-

La voce di Ermal lo fece sobbalzare e non appena aprì la finestra cominciò a imprecare portandosi la coperta fino alla faccia.

-MA CHE CAZ-
-Ti ricordo che "convivi" con me e quindi dovrai seguire anche le mie regole. Regola numero uno:ci si sveglia presto-
-Ma che ore so'?-
-Le sette-

Fabrizio lo guardò malissimo richiudendo gli occhi e nascondendosi sotto le coperte.

-Nun me sveglierò alle sette, quando posso dormì quanto me pare-
-Beh, ti sei già svegliato, quindi ora alzati-
-No.-

Ermal sbuffò togliendo le coperte da dosso Fabrizio.

-Dovresti farti una doccia, sai...-
-Ma che è successo ieri?-
-Lascia stare. Dai, muoviti e vai sotto la doccia!-

Fabrizio si fece scappare una risata mentre si alzava. Ermal certe volte sembrava sua madre, uguale proprio.

-Famme capì, mo devo fà quello che me dici te?-
-Se puzzi mica è colpa mia. Dai!-
-Uf, va bene-

Si avviò verso il bagno cominciando a spogliarsi lasciando i vestiti sparsi per la casa.

-Non lasciare tutto per la casa!-
-Questa è anche casa mia. Regola due:se possono buttà i vestiti pe' terra-

Si chiuse in bagno lasciando Ermal a raccogliere i vestiti sparsi per la casa che puzzavano ancora di alcool.
Non aveva idea di dove metterli. La lavatrice stava in bagno e dato che c'era Fabrizio non poteva di certo entrare.
Decise di metterli su una sedia attendendo che l'altro uscisse.

Dopo una decina di minuti Fabrizio uscì solo con un asciugamano in vita e i capelli bagnati che gli coprivano la fronte.
Inutile dire che Ermal rimase a fissarlo per un tempo indefinito.

-Ahò, te sei 'mbambolato?- chiese ridendo.
-Eh!? No, no, no...c'è una lavatrice?-

Il moro annuì indicando l'interno del bagno.
-Grazie...-
Entrò di fretta cercando di mascherare il rossore delle sue guance che, probabilmente, Fabrizio aveva notato.

Rise fra sé e sé e si riavviò verso la camera per vestirsi. Diede un'occhiata al telefono e come si aspettava si ritrovò decine di chiamate da parte dei suoi genitori.
Che bel modo per iniziare la sua nuova vita.

-Ti ho messo le cose nella...-
Ermal fece il suo ingresso notando ancora Fabrizio con l'asciugamano addosso. Si coprì immediatamente gli occhi mentre ormai la sua pelle pallida stava diventando completame rossa.

-Oh...ehm...grazie...ora me cambio, statte calmo, peperó-

Ermal divenne ancora più rosso e uscì lentamente dalla stanza.
Cos'era quella sensazione?

-Quando ti innamori senti sempre una strana sensazione nella pancia e ti senti strano-

Ricordò le parole di sua madre quando un giorno le aveva chiesto come fosse innamorarsi.
Lui quell'emozione non l'aveva mai provata. Suo padre cercava in tutti i modi di avvicinarlo a qualche ragazza di ricca famiglia, ma Ermal non voleva essere obbligato a innamorarsi di qualcuno.
Voleva vivere una vita felice, in compagnia della persona giusta e non un vita schifosa con la persona sbagliata, come era successo a sua madre.
Sua madre.
Tutti i suoi pensieri passarono a lei. Cosa le stava succedendo? Chissà cosa aveva pensato sulla sua scomparsa. Chissà come la stava trattando suo padre.
Sentì dei brividi di paura percorrergli la schiena e se non fosse stato per l'entrata di Fabrizio in salotto, probabilmente avrebbe cominciato ad urlare come un matto. Perché? Perché non poteva sopportare che succesesse qualcosa a sua madre.

-Ehi, tutto bene?-
-Sì...sto bene...-

Fabrizio lo guardò poco convinto e fece spallucce andando a prendere una sigaretta da un pacchetto che aveva comprato la sera prima.

-Voi una?- chiese porgendone una a Ermal che scosse il capo.
-Non fumo, grazie-
-Bah, come voi te-

Si affacciò al piccolo balcone per fumare e Ermal lo seguì mettendosi vicino a luo poggiato alla ringhiera.

-Bella 'a vista da qua...-
-Già...che te ne pare di Milano?-
-Niente male, ma Roma nun 'a batte nessuno!-

Ermal accennò una risata per poi tornare serio a fissare quel cielo sereno di quella fresca mattina di settembre.

-Cosa credi che accadrà ora?-
-Che 'ntendi?-
-Ora che siamo scappati...i nostri genitori...cosa penseranno? Magari chiameranno la polizia, ci cercheranno, ci riporteranno nelle nostre case...nostre case...- cominciò a stringere forte la ringhiera mentre stava cominciando a tremare.

-Ermal...?-
-Nelle nostre case...nella mia casa...con mio padre...-
Cominciò a respirare affannosamente e stava perdendo anche l'equilibrio.

-Ermal!-

Fu un attimo e si ritrovò a terra, privo di forze.

-Ermal, noi siamo forti. Non devi essere preoccupato per me. Io me la caverò, mentre tu andrai per la tua strada-

Furono quelle le ultime parole che gli passarono per la mente, prima di svenire completamente.

Credo che tu sia il meglio della vita mia [Metamoro]Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz