fifteen.

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Mi guardo allo specchio a lungo.
Mi guardo allo specchio seguendo con gli occhi ogni forma del mio corpo.
Mi guardo allo specchio per controllare che la minigonna nera che indosso non abbia pieghe.
Mi guardo allo specchio per assicurarmi che il crop top grigio sia della lunghezza giusta, ovvero corto.
Mi guardo allo specchio perchè mi piaccio.
Mi piaccio perchè, iniziato il liceo, ho finalmente capito cosa indossare e come indossarlo.
Mi piaccio perchè posso usare il mio corpo per fare impazzire le persone.
Mi piaccio da morire e non ne posso fare a meno.
Non tutti la pensano così ed io mi sento fortunata ad avere quest'idea di me.
Non tutti pensano che io sia bella, ma l'importante è come mi vedo io.

«Sei spettacolare Andromeda.»

La voce calda di Luke mi fa sobbalzare e, dal riflesso dello specchio, lo vedo ammirare il mio corpo come se fossi una divinità.
Ultimamente è importante pure come lui mi vede.
Il Luke di qualche giorno fa si sarebbe trattenuto dal guardarmi e avrebbe fatto qualche commento sgradevole.

«Ma... Una gonna più corta non ce l'hai?»
Beh, almeno non è stato antipatico come pensavo sarebbe stato.
«No.» ridacchio. «Io mi vesto come voglio.» affermo sorridente e con tranquillità.
Luke annuisce e non aggiunge altro.
Sa che su questo argomento, ormai, non può darmi contro.

Poi, un dubbio mi assale.
Sospiro e mi volto per accertarmi che l'attenzione del ragazzo biondo sia su di me.
«Come ci comportiamo davanti agli altri?» domando puramente curiosa. Non sto cercando di insinuare qualcosa, voglio solo capire in che punto dell'universo ci troviamo adesso Luke ed io.
«Come al solito.» risponde l'australiano, sempre risoluto.
Mentirei se dicessi che la sua risposta non è stata deludente.
Perchè dobbiamo fingere tutto? Non capisco. Ma non è il momento per discutere con Luke su questo argomento in particolare.

«Sei davvero bella Andromeda.»

Continua a dirlo ed io sento brividi per tutto il corpo misti al tremolio delle mie mani. È troppo semplice per lui farmi sciogliere, accidenti.
Certo, prima mi dice che la gonna è troppo corta e poi mi fa un complimento, Penso che Luke sia nato al contrario.
«Evita di mandare in fumo tutta la festa con il tuo carattere di merda.» avviso il biondo con gli occhi azzurri, sorridendo.
Luke scuote la testa contrariato.
È proprio permaloso.
«Zitta.»
«Come osi parlare in questo modo ad una signora?!» esclamo battendo i piedi per terra.
«Signora di sto cazzo, possiamo andare?» parla lui con un sorriso strafottente.

Mio Dio, è talmente bello.
Non riesco a togliergli gli occhi di dosso nemmeno per un attimo.

In risposta, gli faccio elegantemente il dito medio e acconsento ad andarecene da quella triste casa silenziosa.

***

A portarci a casa di Pete è Calum, accompagnato da Ashton.
Non vedo l'ora di farmi raccontare dal mio amico con la pelle ambrata com'è andata la faccenda.
Sono un'inguaribile curiosa.

Il viaggio è abbastanza tranquillo. Calum ha messo tutta la playlist su Ariana Grande che ha in macchina cantando a squarciagola con il corrispondente di Pete che, solitamente, è più timido.

«Bisogna dire che Ashton si sente proprio a suo agio.» sussurra l'australiano merda al mio orecchio, quasi come se mi avesse letto nel pensiero. Ma io sono costretta ad allontanarlo, quella pettegola di Calum non può sapere di me e Luke.
Non ora per lo meno.

«Ho bisogno di bere.» piagnucola Cal mentre cerca parcheggio per la via di casa del nostro amico.
«Sono sicuro che l'alcol non mancherà.» ridacchia Ashton.
«Già.» aggiungo io. «È l'ultima cosa di cui ti devi preoccupare.»
«Certo che pensate sempre a fare gli irresponsabili voi.» borbotta Luke guardando fuori dal finestrino.
«Scusa se non siamo cresciuti tutti in chiesa come te, Hemmings.» ribatto io alzando gli occhi al cielo.
Una piccola, anzi microscopica, parte di me si sente in colpa per le risposte odiose che sto dando a Luke. Ma devo farlo.
«Non è una questione religiosa questa, è questione di amare il proprio corpo.» asserisce il biondo scuotendo la testa contrariato, come se fossimo inferiori al signorino qui presente.
Se non sapessi che questa è tutta una farsa, avrei già afferrato quei ricci perfetti e li avrei strappati uno ad uno.
O forse no, quei capelli sono troppo belli per essere rovinati.

American Love Story || Luke HemmingsDonde viven las historias. Descúbrelo ahora