~19~

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Le vacanze Natalizie passarono in totale tranquillità, ormai l'anno nuovo era cominciato da qualche giorno, le coppie avevano abbandonato lo chalet per tornare alle proprie case.

"Toni dov'è il mio spazzolino!?"Gridò Cheryl dalla stanza affianco.

"Guarda nel borsone"Risposi io dalla camera da letto.

"Non c'è!"

"Allora guarda nella pochet arancione!"

"Non e neanche li!"

Mi alzai sbuffando e mugolando qualcosa e arrivai sulla porta del bagno.
Vidi la rossa circondata da valigette disfatte e oggetti sparsi per il ripiano.
Misi le mani dentro una borsetta e tirai fuori il suo spazzolino e dentifricio con un sorriso di soddisfazione sulle labbra.

"Sicura che non c'è?"Dissi ironica guardandola con un sopracciglio alzato.

Lei si mise le mani suoi fianchi e trattenne una risatina, prendendomi di mano lo spazzolino e lasciandomi un bacio leggero.

"Grazie mamma"Sospirò ironica sistemando il disordine che aveva creato.

Mi girai e mi trascinai in cucina, strappandomi la solita birra e sedendomi di fronte al pianoforte.
Guardai e sfiorai i tasti bevendo un sorso e appoggiandola a terra.
Era un po' di tempo che non mi concedevo un momento con la mia musica, così appoggiai le dita e cominciai a suonare qualcosa.

Mentre sistemavo le ultime cose nel bagno udii il suono del pianoforte provenire dal salone.
Lasciai le cose che avevo in mano e arrivai in punta di piedi in salone, appoggiandomi a una parete e osservano la rosa muovere delicatamente le dita sui tasti.
Li carezzava come se fossero troppo preziosi per essere calpestati, il suono rimbombava nella stanza appena illuminata dalla flebile luce del sole invernale.
Era così bella in quel momento, anche con una treccia disfatta, una t-shirt troppo larga e una tuta affatto femminile, con lo sguardo concentrato su ciò che faceva ma allo stesso tempo si muoveva come se fosse la cosa più facile di questo mondo.
Una breve pausa e poi riprese, come se si dovesse ricordare come quella melodia proseguiva o semplicemente sapeva che la stavo ascoltando.

"Sei bravissima"Sospirai appoggiandomi delicatamente alle sue spalle senza farle male mentre continuava a suonare.

Alzò lo sguardo e allargò un lieve sorrisetto facendo un cenno con la testa.

"Ti piace?"Domandò con gli occhi sui tasti.

"È davvero stupenda"Risposi lasciandole un bacio tenero sulla guancia.

"Come te"Ribatte lei ridacchiando.

"Scriverò una canzone per te un giorno, deve essere perfetta"Continuò facendomi sedere sulla sua gamba.

"Non devi..."

"Voglio farlo!"

Prese le mie mani e le appoggiò sopra le sue e riprese a suonare, come si fa con i bambini quando devono imparare.
Erano anni che non toccavo un pianoforte, solo con Jason lo facevo, lui suonava e io cantavo al suo fianco, era come una cosa nostra, speciale e quando morì abbandonai la musica.

"Non devi aver paura"Sussurrò lei.

"Non ho paura"

"Allora perché tremi?"Ribatte.

"La musica non può farti del male"

"La musica no, ma i ricordi si..."Disse la rossa con un filo di voce scostandoti.

La seguii con lo sguardo corrucciato e mi alzai prendendola per i fianchi.

"Allora vivi momenti come questi e racchiudi dei nuovi ricordi con me, come se dovessi ricominciare"Dissi stringendola e rivolgendogli un sorriso tenero.

Mi guardò con gli occhi appena lucidi e sorrise sinceramente abbassando lo sguardo sui piedi.

"È ciò che voglio fare"Esordì dopo qualche secondo di silenzio buttando la testa tra la mia mascella e la mia spalla.

Appoggiai il mento sulla sua testa e il suo profumo mi inebriò le narici.
Un profumo dolce, delicato, quasi impercettibile e impossibile da descrivere, era solo la mia droga preferita.

Scesi con la mano sulla sua spalla scoperta arrivando sul bacino e alzando la maglietta con occhi maliziosi.

"Devo finire di sistemare le valige"Sospirò al mio tocco.

"Le valige possono aspettare"Risposi mordendomi il labbro inferiore e cominciando a baciare la rossa con foga.

-

Quella ragazza riesce sempre ad ottenere ciò che vuole, e il fatto che per l'ennesima volta sia riuscita a portami a letto nonostante avessi fatto resistenza, ne è la prova...
Ormai le mura di quella casa nascondevano le nostre notti d'amore.
Con Toni era diverso, non che io possa parlare per esperienza, ma era come se ogni volta fosse speciale.
Mi faceva stare bene, mi sentivo a casa tra le sue braccia e ormai anche il suo più lieve respiro sulla mia pelle mi eccitava.

"È sempre così?"Sospirai lasciandomi cadere tra le lenzuola.

"Non è mai così"Rispose lei rubandomi un ultimo bacio sulle labbra.

Scivolai accanto a lei e appoggiai la testa sul petto ancora nudo lasciandomi accarezzare la testa.

"Beh sono appena le nove potremmo anch-"

"Toni Topaz!"La rimproverai interrompendola sapendo dove stesse cercando di arrivare.

"Intendevo cenare!Ma se tu vuoi potremmo fare altro"Ribatte lei con un sorriso bastardo stampato sul viso.

Riusciva sempre a rigirare la situazione, avere il controllo e fregarmi e credetemi, non solo quando parlavamo...

"Sei pessima"Sospirai guardandola.

"Mi ami per questo"Disse beffarda.

E come negarlo.
Amo davvero Toni, come forse non ho mai amato nessuno dopo mio fratello.
Eravamo l'una il contrario dell'altra ma lei mi aveva capita dal primo sguardo.
Era riuscita ad entrare nel mio piccolo mondo che tenevo nascosto a chiunque con fin troppa facilità, ancora ricordo quando la vidi la prima volta nel cortile della Riverdale High.
Era appoggiata alla sua moto, carnagione scura, più bassa di me e un fisico molto allenato, sigaretta tra le dita e sguardo rivolto verso la scuola, quasi schifato.
Ciò che mi saltò all occhio furono i suoi capelli, i capelli che ora amo, quelle ciocche rosa che cadevano disordinate sulle spalle, sembravano similari alla seta.
Poi i suoi occhi, quel color nocciola, sembravano così freddi e privi di emozioni a primo impatto ma mi fecero uno strano effetto.
Subito dopo le sue labbra, non esageratamente carnose ma il mio unico desiderio era assaporarle.
Infine notai la giacca dei Serpents, sbuffai interiormente e continuai dritta per la mia strada dandole le spalle.

"A che pensi?"Domandò la rosa strappandomi da quel ricordo.

"A noi"Risposi sorridendo.

Lei ricambiò il sorriso e quando stava per rispondere sentimmo qualcuno bussare alla porta.
La guardai confusa mentre mi infilai una sua solita camicia a quadri per coprirmi e lei una tuta.

"Chi vuoi che sia a quest'ora"Sospirò avviandosi per aprire.

Sarà Jughead pensai, o Betty magari, non avrei mai immaginato che a bussare a quella porta, quella sera, sarebbe stata quella determinata persona.

Impossible love {Choni}Where stories live. Discover now