20. Non sono una fuggitiva, lasciatemi in pace

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"Sono isolato, non sono innamorato
Ti solleverò quando ti sentirai giù
E dopo tutte le cose che ho fatto
credo di amarti di più
adesso"

~Lego House, Ed Sheeran

Oggi non voglio vedere nessuno. Lasciatemi tutti in pace, dico sul serio.

Stamattina mi sono svegliata prestissimo e sono venuta a scuola a piedi con una mezz'oretta di anticipo, per evitare Caleb.

Sono di cattivo umore, credo che l'unica persona che riuscirei a sopportare sia Julie, perché lei mi conosce. Sa che quando non ci sto con la testa, inizio ad essere più fastidiosa e sarcastica. Tante cose che lascerei perdere, ora come ora le direi in faccia alla gente.

E preferirei non essere immaginata sul rogo dagli altri, perciò mi devo stare solo zitta. Credo che questo mio malumore sia causato da Caleb.

Quando ieri sera sono andata a dormire, lui non si era ancora ritirato e stamattina stava ancora dormendo. Riesce a rovinarmi le giornate anche quando non c'è.

Entro dentro scuola.

"-Okay ragazzi, ancora un po' più a destra. No no, ho detto a destra. Perfetto!-" Clarissa dà delle indicazioni a due ragazzi che stanno cercando di appendere uno striscione: "Felice Periodo Natalizio"

Ci sono ragazzi che gironzolano per i corridoi appendendo addobbi e festoni.

"-Tina! Che ci fai già qui? Sei venuta a darci una mano?-" Clarissa mi si avvicina tutta entusiasta.
"-Anita.-"
"-No, Clarissa.-"
"-Intendo, io mi chiamo Anita.-" mi volto e vado verso la mensa senza salutarla, ma lei mi raggiunge.

"-No no aspetta, mi aiuti a mettere dritto quel cartellone? Quei due ragazzi sono così idioti da non saperlo mettere dritto...-"

"-Se non sei idiota, fallo tu.-" continuo il mio cammino. Oddio, sono proprio una persona orribile!

Sospiro, torno in dietro, faccio un cenno al ragazzo sulla scala indicando di scendere; salgo sul secondo gradino, prendo come punto di riferimento la linea orizzontale rossa che c'è disegnata sul muro e posiziono la parte destra del cartellone in modo che sia dritto. E ci voleva tanto?

"-Sai, noi del comitato di benvenuto siamo quelli che organizzano tutte le attività scolastiche e in quanto presidentessa, io ho il compito di accertarmi che ogni cosa venga fatta bene. Come appendere i cartelloni.-" una ragazza ci passa accanto correndo verso il cortile. Credo che stia piangendo.
"-Però il mio dovere è anche quello di eliminare tutte le imperfezioni, affinché sia tutto perfetto. Una ragazza che non fa bene il suo lavoro, è meglio che se ne stia a casa.-" dice guardandola con la coda dell'occhio ed elimina un nome dalla lista.

Ma io non credo proprio che l'abbia cacciata perché non sapeva appendere bene un cartellone o qualche addobbo natalizio. O almeno, una brava presidentessa del comitato di benevenuto non lo avrebbe mai fatto. Credo invece che, avendo le treccine, gli occhiali, l'apparecchio e un vestitino a fiori molto... emh... campagnolo(?), abbia preferito non averla nel suo gruppetto di 'capi della scuola'.

"-Oh hai fatto. Grazie mil-"
"-Prego-" giro i tacchi e vado verso la biblioteca.

Ed ecco che accade. Suona la prima campanella. Quella che indica ai ragazzi di entrare a scuola. Quella che io non ho mai sentito suonare perché arrivo sempre in ritardo. La seconda sarà quella che indica l'inizio delle lezioni.

I corridoi iniziano a riempirsi e io già mi ritrovo sperduta. È così tutte le mattine? Allora d'ora in poi farò sempre tardi.

"-Anita! Ehi, aspetta.-" mi richiama Paul da infondo al corridoio. Non ho proprio voglia di fare sorrisini e fare finta di essere interessata alla sua vita, proprio per niente.

Read between the linesWhere stories live. Discover now