Storie dei Figli delle Radiazioni

Parte I - Il risveglio

E così l'ho fatto anche io.
Non avevo altra scelta.

La vita era diventata impossibile e riuscivo a mala pena a tirare avanti.

Artyom. Mio fratello... non lo vedo più da anni.
Non ricordo nemmeno più la sua faccia.

Da quando anche lui è partito per la Zona non ho più avuto alcuna sua notizia.
Fino a quel maledetto giorno.

Mi giunse voce da uno stalker, che mio fratello era in serio pericolo e che gli serviva aiuto. Non mi venne detto nient'altro se non questo.

E mentre ero lì.
Su quel fottuto camion.
A provare solo ad immaginare in che razza di casino s'era cacciato quel coglione di Artyom, c'era Sacha, l'amico di una vita. Stava scrivendo una poesia. Una fottuta poesia. Su un fottuto camion. Mentre stavamo andando praticamente a morire...

Il morale di quell'uomo era praticamente inabbattibile. Vedeva i lati positivi delle cose ovunque, anche dove non ce n'erano. Era un "sempre-ottimista" o qualcosa del genere. Di persone come lui se ne trovano raramente in questo mondo.

Decidemmo di intraprendere questa strada insieme. Anche se con obiettivi diversi.

Ricordo che quella notte faceva freddo, tanto freddo. Eravamo partiti alle due di notte.
Il tragitto non era pianificato. Avremmo dovuto scegliere la strada ad intuito, evitando tutti i posti di blocco dei militari.

Sacha: "Dmitry? Sei sveglio? Forza, svegliati dormiglione!"

Dmitry: "Uh...? Che... Che ore sono Sacha?"

Sacha:"Stiamo per scendere, sei pronto?"

Dmitry:"Non lo so... e tu lo sei?"

Sacha:"Ti confesso che ho paura."

Nessuno di noi l'aveva mai fatto e non sapevamo minimamente come muoverci all'inizio.
La paura di fare una mossa falsa era molto alta.

Stavo per varcare la soglia del non-ritorno. Una volta entrato sarei rimasto da solo.
Con me soltanto il mio palmare, un coltello robusto e una giacca di pelle pesante.
Non avevo alcun contatto all'interno della Zona, se non un certo Maestro.

Mi avevano detto di iniziare da lui, che mi avrebbe spiegato come funzionavano le cose nella Zona. Ma il fatto era che non sapevo nemmeno dove trovarlo.