Capitolo 6: raccontami di te

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"Quando si sogna, si immaginano cose che vorremmo succedessero nella vita reale"

Hermione's Pov:

Apro leggermente le palpebre.
Le mie iridi vanno avanti e dietro per la stanza, richiudendosi all'impatto della luce su di esse.
Sento della pelle, al tatto, che ricopre l'enorme divano sul quale sono sdraiata. Una coperta di lana ad avvolgermi. Non tardo a riprendere conoscenza.

Osservo stordita intorno a me il salone immenso, ricordandomi cosa è accaduto poco fa. Mi alzo, ancora barcollante. Poso una mano sulla fronte, notando che scotti. I miei occhi balzano sulle decorazioni molto probabilmente di epoca vittoriana, con la loro austera sobrietà. Anche le finestre sono posizionate in quello che sembrerebbe essere stato fatto un calcolo matematico, favorendo loro la luce crepuscolare.
Apro una di queste. Il gelo mi sfiora la pelle e mi irrigidisce all'istante. Un senso forte, ma piacevole.
La villa è recintata da alte siepi ben curate e da un cancello le cui sbarre sono nere. Ci sono anche quattro enormi, monumentali fontane, una, credo, su ogni lato della casa. Nel parco passeggiano anche pavoni bianchi, veramente incantevoli. Mai viste delle creature così belle.

Sono svenuta tra le sue braccia.

Un brivido fa breccia dentro di me, scostando subito l'attenzione altrove. Ricordandomi di lui, mi avvicino all'entrata di questo salone. Porgo la mano sulla maniglia dorata, mentre il cuore inizia a battere più forte e un fremito trasale dentro di me.
Mi affaccio sul un lungo corridoio in pietra che conduce ad una stretta scala a chiocciola,

Sembra che mi trovi in un sotterraneo.

Non essendo più sicura di trovarmi nella villa di Draco, percorro il lungo stretto, facendo scendere un rivolo di saliva. Si ha come l'impressione di essere in un relitto in fondo al mare. I miei occhi sembrerebbero vagare incerti tra queste pietre, mentre il mio corpo è teso. Sento solo i miei passi, sentendomi troppo piccola rispetto a tutto il resto. Tutto talmente troppo grande rispetto a me. Sembrerebbe stessi camminando in un castello. Sentirmi così indifesa e lontana da casa, mi incute timore.

Ho paura.

Presto si affaccia davanti a me un viadotto, sembrerebbe essere un ingresso. Esso conduce ad una scala a chiocciola che mi appresto a salire. Davanti a me si nota un  muro di pietra bianca. Si apre un'arcata che si scorge in una sala, dove mi trovo. Osservo subito le poltrone e sofà neri, come quello su cui ero appoggiata poco fa; tappeti verdi e argento, e lampade, che diffondono nella stanza una luce verde che richiama e vivifica l'effetto irreale di questo luogo. L'unica fonte di calore è un colossale camino di marmo, abbellito da statuette, teschi e l'effige di un serpente. Noto un'atmosfera che è avvolta da un'aura di mistero e una luce smeraldina che penetra dalle finestre e si irradia ovunque.

Dove sarà finito Draco? 
Perché qui è tutto in silenzio?

Osservo intorno a me altri particolari.
Questo posto ha un soffitto basso, le pareti sono di pietra grezza, e la luce è verde per via delle lampade sospese che emanano quest'ultima. Mi avvicino a delle finestre, in cui noto che si affaccino su un lago.
È uno specchio di acqua dolce che si estende.
Rimango esterrefatta nell'osservare il tutto.
Tutta questa atmosfera lugubre, mette tristezza e instaura timore. Incute anche un gran mal di testa, più di quello già esistente in me. Lo stesso clima che circola in questo salone, l'ho percepito negli occhi di Draco, quando mi ha mostrato la mia lettera; subito dopo esser svenuta a quello che sembrerebbe il mio primo ricordo del passato.

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