Len

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Dopo lo spuntino preparato da Steve, Len rimase nella cucina per un'altra oretta, a parlare con Tony e la donna che poi si rivelò essere Natasha Romanoff, la Vedova Nera.
Conversarono del più e del meno, anche se fu Tony a parlare molto con la bionda, e la donna se non era impegnata a discutere con l'uomo, lo era per interrogare Len. La mora si limitava a rispondere con monosillabi o frasi brevi; da quando Steve era andato via, si era sentita messa sotto il torchio dalle domande curiose della Vedova, e dal finto sguardo annoiato di quello che doveva essere suo padre. Riuscì ad uscire di scena, quando Tony iniziò a blaterare su un'urgente missione da svolgere. Venne congedata, e senza farselo dire una seconda volta, si voltò ed uscì dalla stanza come se avesse il diavolo alle colcagne. Curiosa com'era però, decise di rimanere dietro la porta, nella speranza di origliare il resto della loro conversazione.
«Sei un'idiota! Perché l'hai fatta andare via? Non avevo ancora finito con lei!» La voce della donna era ovattata dalla spessa porta, ma ugualmente giunse alle orecchie di Len dura e spietata.
«Cosa pretendevi di ottenere Natasha?» La voce di Tony era esasperata.
«Ti stai fidando troppo di una lettera Tony! Non puoi fidarti delle parole di una donna che hai conosciuto più di vent'anni fa. Se fosse una trappola? Abbiamo cose più importanti a cui pensare di un'orfanella pericolosa.»
Len si sentì ferita dalle parole di quella donna. Era sembrava in fin dei conti simpatica, anche se un po' minacciosa, ma non la conosceva, come si permetteva di dire tutte quelle sul suo conto? Len non aveva preteso tutto quello, fino al giorno prima non sapeva neanche chi fosse il padre, e sicuramente non si era aspettata l'arrivo di Stark. Con gli occhi lucidi e la rabbia crescente in corpo, si allontanò senza ascoltare le parole dell'uomo e si incamminò fuori dalla zona residence. Tutta la sua concezione era focalizzata sul trattenere il suo potere, mentre la rabbia e l'indignazione cercavano di scatenarlo. Con il respiro accelerato spinse le porte dell'ingresso e nell'istante in cui uscì, la gelida aria di fine ottobre la colpì in pieno volto, facendola sentire leggermente meglio. Con ancora le parole dure della vedova, si incamminò verso il prato posteriore della struttura, che affacciava verso l'oceano. Ricordò la prima volta che la madre l'aveva portata su una spiaggia, a Miami Beach, in un calda estate di molti anni prima. Eliminò ogni pensiero triste, e stendendosi per terra si lasciò trascinare dai ricordi felici. Chiuse gli occhi, e l'immagine dell'oceano, della sabbia, del sole cocente, delle risate, riuscino a calmarla, facendole riprende il controllo totale delle sue emozioni e perdere la cognizione del tempo.

«Eleanor?»

Una voce maschile, qualche ora dopo, la ridestò dal sonno in cui era caduta senza rendersene conto. Aprì gli palpebre, alzò il busto e, sorreggendosi con le braccia, voltò il viso verso l'uomo a pochi metri da lei, incontrando nuovamente i suoi occhi magnetici.

«Steve» rispose lei, salutandolo.

«Ti disturbo?» Chiese l'uomo gentilmente.

Lei scosse la testa, e l'osservò mentre si avvicinava a lei, si stese al suo fianco, e puntava lo sguardo al cielo.

«C'è la luna piena stasera» mormorò lui studiando il cerchio luminoso, circondato da minacciose nuvole, mentre Len scrutava il profilo perfetto dell'uomo, poco interessata al cielo notturno.

«Vorrà dire che da qualche parte ci sarà un lupo mannaro su una collina ad ululare» mormorò lei, quasi senza rendersene conto. Steve scoppiò a ridere a quella battuta, mentre mentalmente Len si dava della cretina per quell'uscita infelice. Steve abbandonò la luna, incatenando gli occhi in quelli di lei. La ragazza, sentendosi in imbarazzo per essere stata beccata ad osservarlo, arrossì, tornando nuovamente in posizione supina sul prato.

«Non senti freddo?» Chiese qualche istante dopo l'uomo, facendo caso al suo abbigliamento leggero. Len scosse la testa e gli spiegò che da quando aveva avuto i suoi poteri, il suo corpo aveva smesso di soffrire il freddo.

Love Burned [IN REVISIONE] Where stories live. Discover now