Capitolo 1

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È che spesso a Natale mi viene il magone

con le luci, il presepe e tutte quelle persone

con i pacchi dei regali, con le facce tutte uguali,

col boccone sempre in bocca come un branco di maiali...

(Brunori Sas)


Nel momento in cui il telefono aveva preso a squillare He Cheng aveva capito che qualcosa nei suoi piani sarebbe andato storto.

Essere quasi a capo di un'Organizzazione, avere un potere che gran parte delle persone comuni non riuscirebbe ad immaginare nemmeno nelle più sfrenate fantasie, navigare nel lusso e negli agi, aveva comunque i suoi lati negativi.

Non che se ne lamentasse, quel tipo di vita se lo era scelto lui stesso, ma quando quello che aveva tanto meticolosamente studiato e preparato nei minimi dettagli rischiava di andare in fumo allora anche la sua impassibile corazza veniva meno.

Gli ci erano voluti degli anni per raggiungere quella posizione anche se era stato facilitato dal ceto sociale della sua famiglia e dalle conoscenze che essa aveva. Cheng non era tipo da vantarsi del modo di agire di suo padre, però aveva con il tempo imparato a coglierne gli aspetti più utili per il suo tornaconto e questo gli aveva aperto in qualche modo una strada. Ma essere parte di quel mondo significava avere anche dei doveri da rispettare, soprattutto quando chi possedeva un potere ancora maggiore del suo li richiedeva.

E la telefonata appena ricevuta era stata appunto una richiesta che, in nessun modo, avrebbe potuto rifiutare.

I riti di affiliazione dei nuovi membri portavano sempre via molto tempo. C'era un iter ben preciso da seguire, una sorta di cerimonia di iniziazione ai quali si veniva sottoposti e un giuramento da leggere a voce alta di fronte ai membri più anziani.

A He Cheng toccava il compito di presenziare al rito di cinque nuovi membri, facendo le veci del capo, proprio la sera di Natale. Quella era una ricorrenza in cui non credeva ma che celebrava fin da quando era ragazzino. Suo padre lo riempiva di regali inutili per mantenere le apparenze di famiglia felice, anche se in realtà non c'era nulla dello spirito natalizio che si respirava per le strade della città, ma lo aveva compreso solo con il tempo.

Si era però ripromesso di mantenere quella tradizione per amore di suo fratello Tian e non era mai mancato un Natale in cui, in qualche modo, non fossero riusciti a passare del tempo insieme. Fino a che era un bambino non era stato così difficile rispettare quel proposito, suo fratello gli correva incontro e gli si aggrappava ai pantaloni con lo sguardo adorante. Ora però anche Tian era cresciuto e, sempre più spesso, a Cheng sembrava di rivedere sé stesso a quell' età. Era finito il tempo in cui mostrava tanta devozione nei confronti del fratello più grande, ora sapeva gestirsi la vita come meglio credeva e lui glielo lasciava fare.

Il Natale comunque restava un momento ritagliato per loro due soltanto. L'anno prima si erano limitati ad incontrarsi nell'ufficio di Cheng e a restare per la maggior parte del tempo in silenzio, con un pacchetto regalo stretto nelle mani di entrambi e un sorriso malinconico sulle labbra, immersi ciascuno nei propri ricordi.

"Brutte notizie?"

La voce di Qiu alle sue spalle lo riscosse dai suoi pensieri.

"Niente che non si possa risolvere!" fu la risposta secca e immediata, troppo rapida per ingannare il compagno. Perché se di fronte agli altri Cheng appariva come una maschera di serietà e autorevolezza, con Qiu era esattamente il contrario. Era il tono della voce che tradiva la frustrazione, o la ruga che gli si formava sulla fronte aggrottata o ancora il lieve movimento del sopracciglio che si inarcava, ma nessuno di questi particolari sfuggiva all'altro.

La notte più lungaWhere stories live. Discover now