Andrew mi era passato a prendere da casa quella mattina e mi aveva accompagnata a scuola. Era trascorsa una settimana da quel piccolo incidente e finalmente stavo meglio. Ma ancora nessuna traccia dei miei ricordi. Mentre percorrevamo i corridoi della nostra scuola, stava cercando di convincermi ad andare con lui alla festa che si sarebbe tenuta venerdì sera. E io odiavo le feste. Le odiavo così tanto che per trascinarmici avrebbero dovuto farmi male. Non a caso quando arrivava il giorno del mio compleanno organizzavo qualcosa di tranquillo con la mia famiglia e Savannah. Non avevo molti amici e ancora meno di fidati. Adesso era diverso, ma restava il fatto che ritrovarmi in mezzo a corpi ubriachi e sudati a ballare come una schizzata era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Soprattutto non mi andava di rovinare a Andrew la serata. Sapevo benissimo come sarebbe andata a finire. Mi sarei annoiata a morte e tra il disagio e l'imbarazzo mi sarei intrufolata in cucina a sfondarmi di cibo.
"Non ti piacciono le feste?" Mi chiese sgomento Andrew, spostandomi quando un ragazzo mi passò accanto correndo.
Lo seguii con lo sguardo stranita. Forse era in ritardo per le lezioni."No, Andrew." Sospirai, portandomi su la spalla del mio zaino."Anche se per te è difficile da credere io odio le feste."
"Perché?" Il suo braccio rimase intorno alla mia vita.
"Perché no." Ribattei, a disagio. Non mi andava di spiegargli che mi sentivo un'idiota ogni volta che ci andavo.
"È evidente che tu non ci sia mai stata con me." Sorrise malizioso."Dovresti provare, sono sicuro che ti divertiresti."
Roteai gli occhi al cielo."Certo, come no. O magari finirei per rovinare la serata anche a te."
"Oh, Kimmy..." Mi strinse a sé, il suo sussurro tra i miei capelli."Tu non riusciresti mai a rovinarmi la serata. Credimi."
Sospirai, voltandomi per guardarlo negli occhi."Vedila dal mio punto di vista: se io non verrò tu potrai ballare, stare con i tuoi amici senza avermi tra i piedi e soprattutto non ti preoccuperesti di farmi divertire. Insomma, sarei soltanto un peso."
"Discutibile." Disse tornando serio. I suoi occhi azzurri, cristallini mi stavano studiando con attenzione, come se stesse cercando di leggermi dentro."Allora, qual è il problema? Ti vergogni a ballare? Perché nessuno ci farà caso. Anch'io non sono un gran ballerino."
Arrivammo al mio armadietto proprio quando suonó la prima campanella. Lo spalancai e Andrew si appoggiò con una spalla a quello accanto al mio, incrociando le braccia al petto senza smettere di fissarmi in attesa di una risposta.
Abbassai lo sguardo sulla sua maglietta a mezze maniche nera con la stampa di un cuore grigio spezzato."Carina la maglietta." Commentai, indicandola."Ma non è un po' freddo per indossare soltanto quella?"
"Grazie." Abbassò lo sguardo, prima di tornare a guardarmi con la fronte aggrottata."Non cambiare argomento."
"Non sto cambiando argomento.." Borbottai aprendo il mio zaino per cambiare qualche libro."E non ti sto dicendo che tu non dovresti andarci, sto solo cercando di spiegarti la ragione per la quale io non voglio venirci."
"Davvero? Perché io ancora non l'ho capita." Insistette, improvvisamente infastidito."È soltanto una festa, Kimberly."
"Appunto." Sbottai, mettendomi sulla difensiva."È soltanto una festa."
Il pensiero di andarci mi metteva così a disagio e non comprendevo perché insistesse tanto.
Si rabbuiò."Vado a lezione, ci vediamo dopo." E mi diede le spalle avviandosi a lunghe falcate verso la sua classe. Distolsi lo sguardo dalla sua figura che si allontanava con un certo sforzo. Quando alzai lo sguardo e sollevai due libri per prenderli, mi accigliai. C'era una piccola busta bianca sigillata. Ero più che sicura che l'ultima volta non ci fosse. Inquieta, la presi tra le mani.

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The bad boy's love
RomanceSequel di "The Bad boy's deal". #È consigliato andare a leggere prima "THE BAD BOY's DEAL" per evitare spoiler# Adesso, dopo le scoperte di Kimberly, il patto stretto tra lei e Andrew sembra essersi spezzato. Niente è da dare per scontato. Misteri...