Am I fucking wrong?!

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«Ancora? Non ti stufi mai?»

Sai bene che il tono saccente di Itachi non contiene cattiveria, ma all'ennesimo tatuaggio ti chiede se sia peggio di una droga la sensazione di essere forato e riempito di inchiostro sotto pelle.

Il tuo tatuatore d'altro canto conosce le tue motivazioni, le ha intuite guardandoti negli occhi al primo colloquio.

«Sai che non sono mai abbastanza, più ne faccio più ne voglio.»

Incuriosito, tuo fratello ti chiede il significato dell'attuale lavoro, mentre Kakashi perfora ogni singolo centimetro di epidermide libero dal colore. Il ventre sotto l'ombelico è una parte dura da sopportare, lo sai benissimo, ma resisti e stringi i denti; hai scelto di tua spontanea volontà una zona che simboleggia indipendenza. I germogli di felce che si srotolano e si stanno delineando in nero, i suddetti Koru nella tradizione maori, dimostrano la voglia di rinascita e di nuovo inizio: il tuo obiettivo, la tua meta. Glielo spieghi con fierezza, e lui annuisce comprendendo ogni singola parola di quel ragionamento.

Ti vede mentre digrigni i denti e cerchi di rilassare i muscoli tesi.

Ti osserva mentre strizzi gli occhi mordendoti il lato inferiore.

Non ha idea di quanto fastidio provochino sensazioni simili, ma sa che se sei disposto a sopportare tutto, vuol dire che ci tieni, e non  perché sei un masochista.

Il tempo scorre sempre uguale, segnato dal motorino della macchinetta: Itachi si presenta con tre caffè da asporto provenienti da un bar lì vicino. Gli dici che avresti preferito qualcosa di più forte ma l'uomo dai capelli argentati ti rimprovera con il sorriso, ricordandoti che è contro la legge tatuare chi ha assunto alcolici. Sbuffi, una o due birre (anche quattro o cinque) sarebbero ben gradite, considerando l'intirizzimento della parte bassa del corpo e lo sforzo del mantenere la stessa posizione per tutto quel tempo.

Il lavoro sembra finito.

«Bene, siamo a posto. Adesso ti applico la crema, ricorda la solita prassi. È importante.»

«Lo so, lo so.»

Ti alzi stiracchiandoti, tirando i muscoli e stendendo la schiena; osservi compiaciuto il tatuaggio concluso, la pelle sensibile leggermente arrossata e il nero impresso indelebilmente. È tutto esattamente come avevi immaginato. Sorridi soddisfatto al tuo riflesso.

«Perfetto come sempre. Ti ringrazio.»

Svolto il pagamento, esci assieme a tuo fratello. Camminate uno affianco all'altro, mentre senti bruciare la zona.

«Prima di tornare andiamo a bere qualcosa?»

Accetti volentieri il suo invito, tentando di distrarti. Un buon aperitivo all'ora di cena è sempre ben accetto.

Itachi sorseggia il suo pre dinner, mangiando un paio di patatine; tu hai optato per un long drink, qualcosa di più forte. Lo guardi e gli chiedi il motivo per cui stavolta ha deciso di presentarsi assieme a te.

«Mi sono chiesto più volte come sarebbe farsene uno, e dopo quello che ho visto oggi... no grazie, salto.»

«Il problema è sopportare i primi aghi, poi piano piano ti abitui esenti sempre meno.»

«Nulla toglie che non me ne farò mai uno.»

Gli sorridi, perché sta dicendo le stesse identiche cose che pensavi tu fino a pochi anni prima. Poi...

Poi hai deciso di provare, mosso da una indicibile rabbia e un gran bisogno di sfogarti.

«Adesso per quanto tempo dovrai controllarlo e gestirlo?»

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⏰ Last updated: Dec 26, 2018 ⏰

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