4°One Shot: I want only him

218 13 4
                                    

[Autunno 1874; Francia]

-"Signorina (t/n), i vostri genitori mi hanno detto di vestirvi per il ballo che si terrà questa sera al palazzo dell'imperatore Napoleone III di Francia"- alzai lo sguardo, occupato a scrutare il disegno che stavo finendo, raffigurante un angelo che spiava l'amore della sua vita: una giovane donna mortale; lasciai il mio blocchetto da disegno aperto e mi alzai da una delle innumerevoli sedie, in ciliegio, dell'immenso soggiorno del palazzo della mia famiglia.

-"Certo Inés, ma vorrei un consiglio da te per l'abito che indosserò per questo ballo di corte, so che sarà il più bello di tutti perché lo sceglierai proprio tu"- dissi avvicinandomi lentamente a lei, che divenne rossa in viso, regalando a quel suo viso pallido un minimo di colorito.

-"Signorina, ma io sono solo un umile serva che deve eseguire i suoi ordini, però se lo desidera tanto lo farò con molto piacere"- le sorrisi, contenta di averla convinta: era come una sorella maggiore, aveva tre anni in più di me, e le dicevo tutto come faceva lei con me, non facendola sentire una persona di rango inferiore al mio, ma allo stesso livello.

Iniziammo a camminare, imboccando uno dei numerosi, lunghi e ben arredati corridoi della reggia e iniziammo a parlare di cose che svolgevamo quotidianamente, e che avevamo fatto anche quel giorno: per lei, pulizie di qua e di là, piegatura degli abiti che indossavamo io e la mia famiglia, cucinare ecc. ecc. , mentre io, studiare insieme al mio insegnate privato, un aristocratico di età avanzata e amico di vecchia data di mio padre, passeggiare tra gli immensi e verdeggianti giardini, circondati da un cancello in oro, a raccogliere rose e girasoli, e fiori vari, e a disegnare.

Arrivammo, dopo un po', davanti alla porta di camera mia, molto più alta della mia statura e costruita in mogano, decorata finemente in argento e con la maniglia di diamanti, Inés la spinse in avanti, facendomi passare per prima, per poi essere seguita da lei.

Mi avvicinai al gigantesco armadio, disposto di fronte al mio letto - sempre  ordinato grazie al lavoro della mia cara amica -, intagliato e costruito da un famoso e professionasta artigiano italiano, di cui non ricordo il nome, e spalancai le ante, lasciando in mostra tutti i miei abiti più belli, la maggior parte, portati dal mio adorato padre dai suoi numerosi viaggi all'estero.

Presi posto alla sedia della mia scrivania e le feci cenno di scegliere un abito qualsiasi.

Si mise a guardare ogni singolo vestito che vi era all'interno, era molto concentrata e non avevo l'intenzione di distrarla, molti avrebbero potuto dire che, ciò che le stavo facendo fare, era segno di non saper padroneggiare sulla servitù, ma, a me, dell'etichetta poco importava e poi ai miei genitori non dava il minimo fastidio, l'importante era che fosse solo lei: da quando era entrata dalla porta di ingresso per la prima volta, avevano provato per lei un certo senso di amore genitoriale ed erano stati catturati dalla sua bontà d'animo.

-"Signorina, credo che quest'abito le dia un tono più altezzoso!"- prese un vestito rosa stretto dal corpetto e largo dalla gonna: quello che mi aveva regalato uno dei nipoti del re di Spagna.

Negai quella scelta, in quanto era un vestito che non rientrava tra i miei gusti in fatto di moda e poi perché, il principe, era un uomo abbastanza smorfioso e che voleva maritarsi con me solo per aver accesso, una volta sposati, alle ricchezze di mio padre.

-"Non mi piace... ma, ho visto come lo guardavi: prendilo!"- dissi sorridendo, vedendo la faccia innamorata della mia amica che aveva assunto da quando aveva preso tra le mani quel capo d'abbigliamento.

-"Ma, signorina, è vostro: non mi permetterei mai di prendermi uno dei vostri abiti, tra l'altro uno dei migliori"- andò per metterlo da dove lo aveva preso, ma la bloccai mettendole una mano sulla spalla sinistra.

E Se Un Giorno Incontrassi Michael Jackson? || OSWhere stories live. Discover now