Carne Rossa

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L'essere si contorce, cerca di sfuggire dalla sua presa.

Lui lo trattiene, conficcando le dita nella sua carne morbida: qualcosa si spezza, il sangue caldo gli bagna la pelle. Per un attimo è assalito dal disgusto, ma la fame è più forte.

Lo stringe ancora di più e se lo porta alla bocca: il primo morso strappa un grosso pezzo di carne, l'essere lancia un urlo lancinante... ma a lui poco importa. Inizia a sfamarsi, sempre più freneticamente, sempre più ansioso: è un mondo di predatori, qualcuno potrebbe assalirlo mentre mangia e rubargli il tanto sudato bottino.

Il cacciatore potrebbe diventare preda in pochi attimi.

Con un dito scava nel morso, raggiungendo l'intestino e strappandolo con un solo colpo. Il sangue sprizza caldo, colpendolo sul viso. Lo lecca, gustandoselo a fondo. L'essere ha smesso di muoversi, oramai, e lui può finalmente estrarne i pezzi migliori senza alcuna fatica.

Il cuore, i polmoni, la lingua... il midollo. Gli occhi. E infine gli intestini, ancora fumanti.

Squisiti.

Un grido.

Si alza di scatto, guardingo, lasciando cadere a terra i miseri resti della preda. Muove la testa di qua e di là, annusando l'aria gelida ed emettendo un basso ringhio di sfida.

Nulla, niente in vista.

Capisce mentre riprende a mangiare.

L'idea nella testa lo fa sorridere, la carne rossa incastrata tra le fessure dei denti affilati luccica di sangue alla luce della luna. Pensava forse che si sarebbe lasciato catturare così? Oh, no. Lui era stato più furbo della Nera Signora.

Si alza di nuovo in piedi, guardando il cielo nero e puntando un dito ossuto contro il disco argentato.

"Credevi di potermi trascinare nel tuo regno di ombre così facilmente?" inizia a vantarsi, gonfiando il petto e sputando tutto il proprio odio. "Pensavi forse che mi sarei lasciato raggiungere? Hai preso le donne, i bambini, i guerrieri... ma non me. Io sono sempre un passo avanti a te, e lo sarò per sempre!".

Grida a squarciagola, brandelli di carne scintillano nell'aria.

Lui ha sconfitto la Nera Signora, e tutti devono saperlo.

Improvvisamente viene interrotto da un raccapricciante ululato, un misto tra un grido umano e un ringhio di bestia: di nuovo si guarda attorno, pronto a tutto, i peli ritti per il pericolo.

Attorno a lui solo un mondo bianco, gelido, privo di vita. Forse tra le ombre della notte qualche bestia feroce lo sta studiando, pronta a colpire al momento opportuno.

Ringhia, urla, e di nuovo quel terrificante suono riecheggia nell'oscurità.

Per un attimo, un solo terrificante attimo, l'ultima scintilla di umanità che ancora abita in lui brucia alta, e il guerriero indiano vede. Ai suoi piedi la carcassa sventrata e quasi irriconoscibile di una ragazza, il sapore della sua carne gli risale prepotentemente lungo la gola, bruciando come fuoco ardente.

L'intestino sparso ovunque, le cavità oculari ridotte a pozzi di sangue e carne che paiono fissarlo.

Le sue mani sono artigli, il suo viso quello di un demone degli incubi più bui.

La fame, il desiderio di vivere.

E' sfuggito alla morte solo per diventare un suo araldo.

Il Wendigo ulula di nuovo, artigliandosi a sangue e rotolando nella neve sporca.

Quando si rialza, l'uomo che era stato muore per sempre, e l'inferno ha la sua vittoria.

Il demone annusa l'aria, sentendo la fame crescere senza freno dentro di lui. Ha un disperato bisogno di carne, di carne rossa e viva. Quando fa i primi passi, la natura stessa pare ritirarsi dal suo tocco, come se provasse disgusto ed orrore.

Iniziando a correre nella notte, il Wendigo si mette a caccia.


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⏰ Last updated: May 30, 2020 ⏰

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