Parte 1

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~PROLOGO~

Il pallido sole mattutino non era in grado di squarciare la nebbia che, come un grande spettro grigio, strisciava tra le tende, infiltrandosi in ogni anfratto possibile e avvolgendo l'accampamento in un manto di fresca rugiada. Era estremamente fastidiosa, perché gelava le ossa in profondità e intorpidiva i sensi, ma per i soldati in partenza quella nebbia non era altro che una cosa tra le tante. Le lame venivano affilate, gli scudi controllati e temprati, i vessilli spiegati e agitati nell'aria frizzante. Nel campo c'era una grande agitazione, ma tutto si svolgeva nel quasi totale silenzio. I soldati sapevano bene che, quando bisognava fare qualcosa, era inutile perdersi in tante chiacchiere, e perciò lavoravano veloci e precisi.

Partivano.

- Tutto chiaro? – la domanda aleggiò a lungo all'interno della tenda, ma nessuno dei sette Capitani presenti aprì la bocca per rispondere. – Dov'è il Generale? – chiese infine uno di loro con voce carica di rancore. Il cavaliere esitò per un istante, mentre sette paia di occhi si fissavano nei suoi, ma poi trovò le parole. – Il Generale... non ha bisogno di ascoltare nuovamente i piani d'avanzata, visto che è stato lui stesso a crearli. - - E si vede... - il commento acido di un altro Capitano fece sorridere tutti, ma il volto del cavaliere si tinse invece di rabbia. – Nessuno di voi pensi di disobbedire agli ordini! Non provate nemmeno a... - - Non c'è bisogno di metterla sul personale. Lyondirr ha decretato, e noi faremo. – - Perciò cosa devo... - - Puoi dire al Generale che tra due ore saremo pronti a partire. – la sentenza pronunciata da un Capitano con una lunga cicatrice sul volto fu definitiva, e tutti gli altri annuirono. Gli ordini erano stati dati, e loro avrebbero obbedito.

Non appena il cavaliere fu uscito dalla tenda, i Capitani scoppiarono in una litania d'imprecazioni che avrebbero fatto arrossire anche l'ubriaco più incallito. – Io non voglio gettare il mio reggimento in pasto a quelle dannate montagne! - - Ma perché non ci ha dato ascolto, quello schifoso figlio di buona donna? Perché deve sempre decidere di testa sua? – le invettive e le colorite esclamazioni si coprivano l'una con l'altra, creando un caos incredibile. – STATE ZITTI, PER GLI DEI! – l'elfo che aveva dato la sentenza finale alzò la voce sopra quelle di tutti gli altri, e fu ricompensato dal silenzio. – Lo so che tutta questa campagna militare è assurda, ma non possiamo tirarci indietro. Siamo stati chiamati, e non verremo meno agli ordini. L'unica cosa che possiamo fare ora è combattere uniti, senza disperderci, e pregare gli dei che questa dannata guerra si risolva velocemente! – gli altri Capitani rimasero immobili per qualche istante, riflettendo su ciò che avevano appena sentito. – Sarà, ma ho un gran brutto presentimento. – borbottò un elfo, alto e magro. – Passaremo alla storia come i primi Capitani a fare da balia al loro Generale... - commentò un altro, facendo sorridere tutti i presenti. Nella tenda calò di nuovo un silenzio nervoso, e infine, uno ad uno, i soldati uscirono con passo deciso verso i loro reggimenti. Nella tenda non rimase altro che la grande cartina su cui il Generale aveva fatto loro mostrare gli spostamenti previsti. Su un lato della pergamena, scritta con un inchiostro color del sangue, una frase diceva: " combatteremo veloci e letali, schiacceremo la feccia umana nelle loro stesse montagne e torneremo da vincitori cantando e danzando. Gli dei sono con noi. "

Il Capitano Anewen uscì per ultimo. Rimase da solo qualche istante, fissando la mappa aperta sul tavolo. Poi scosse la testa, sputò per terra, e infine andò verso il suo reggimento. Il tempo delle parole era finito. Si partiva.

I Cancelli Dorati si spalancarono lentamente, mentre le sentinelle guardavano attoniti la massa di soldati perfettamente inquadrati che scorreva sotto di loro. I sette reggimenti uscirono dal Regno uno dopo l'altro, ma l'unico rumore era quello prodotto dagli stivali che percuotevano la dura terra. E poi, in ultima posizione, apparve il Generale Lyondirr, sfolgorante nella sua splendida armatura dorata e accompagnato dalla sua scorta privata di Guardie Notturne. Il suo grande stendardo garrì libero, e mentre la cavalleria superava al galoppo i reggimenti, passandoli in rassegna uno ad uno, il tempo parve per un istante fermarsi.

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⏰ Laatst bijgewerkt: Jan 26, 2019 ⏰

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