La storia che sto per cantare
e' vera e rappresenta il male
di un uomo che amava ammazzare
vittime in maniera brutale.
Il suo viso non si vedeva,
tranne i suoi grandi occhi neri
che con la lama con cui uccideva
si faceva seri.
Un filo logico, lui, non aveva,
nel scegliere gli anelli
che colpiva con affillati coltelli
e con gioia rideva.
Teste mozzate, laghi di sangue, occhi rimossi;
di qualsiasi eta', sesso e ceto a lui non importava,
la paura, l'angoscia, la disperazione ormai regnava
in una citta' devastata.
La sua superbia fu l'unico errore
che con il di' di luna piena,
uccidere, in quella via, non doveva
dove occhi estranei videro l'orrore.
Nella fuga, s'incammino' in una via semi oscura
dove, una figura ben vestita
lo stava aspettando e con la sua alta statura
disse: "Posso salvarti la vita".
Viso triangolare, naso aquilino,
aveva occhi gialli di un felino,
con il sorriso mefistofelico
disse: "Mi presento sono il Diavolo".
Un patto fecero i due,
una vita ricevera' se
l'anima dell'assassino lui avra'
allo scadere della mezzanotte lui dovra'.
Con il suo sangue doveva firmare
il foglio di carta, fatta
di pelle umana
delle vittime innocenti sottratta.
L'assassino, che scemo non era
e del Diavolo fiducia non aveva,
firmo' il patto con coscienza
che l'inganno accadeva.
Il sangue era vero
sul contratto firmato,
il Diavolo era contento,
ignaro dell'inganno.
Una nuova vita fu data,
l'assassino si sbellicava dalle risate,
il Diavolo capi' la vigliaccata.
Il sangue della firma vi ricordate?
non era dell'assassino
ma dell'ultima vittima che egli ha ucciso.
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La ballata dell'uomo che ingannò il Diavolo
Short StoryXIX secolo, Dublino. Un turista americano si ferma in un pub e nota una strana persona nella penombra, è un poeta che da anni recita la solita ballata la cui ragione sarà rivelata alla fine.