L'incendio.

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-No, aspetta. Ti piacciono i ragazzi?-

-Mi interessano entrambi i sessi, ma sono più propenso ad avere un relazione con un ragazzo… - spiegò timidamente Stiles, mordendosi il labbro. Era così carino e delizioso quando lo faceva, non potevo davvero crederci che fosse omosessuale. Devo ammettere che un po’ male ci rimasi. Ma a quanto pare non era proprio omosessuale… era bisex? E’ così che si chiamano? Sorrisi, divertita e gli tirai nuovamente la guancia arrossata.

-Piccolo. E… tua madre lo sa?- chiesi, accarezzandogli la guancia con il pollice. Ora che sapevo il suo orientamento sessuale mi sentivo stranamente… libera di fare di lui ciò che volevo. Detto così era un po’ perverso però. Lui mi sorrise, un sorriso tenero e più radioso del sole e alzò le spalle.

Non gliel’ho confessato apertamente. Ma credo che abbia intuito qualcosa dato che sono due anni che porto a casa solo… “compagni di studio”. – ridacchiò, sottovoce rivolgendomi un occhiolino. Aveva degli occhi così luminosi, avevano un colore del tutto particolare. –Ma…Hei. Non ti fare venire in mente cose tipo girare in casa in intimo o fare la doccia davanti a me perché mi eccito ugualmente.-

Io risi, era proprio quello che stavo pensando ma forse era davvero meglio evitare.

-D’accordo, d’accordo. Cercherò di rimanere vestita. – dissi, ironicamente, facendogli anch'io l’occhiolino. Era un tipo davvero simpatico, ero stata davvero fortunata a beccare un vicino di casa del genere e avrei scommesso ogni cosa sul fatto che fosse un vero secchione. Oltre la sua timidezza si notava chiaramente una intelligenza e un intuito sopraffino, a quanto avevo capito suo padre era lo sceriffo di Beacon Hills.

-E dimmi, ce l’hai il ragazzo?- chiesi, curiosamente. Ero sicura che non fosse l’unico bisex in tutta la città e poi era seriamente un bel ragazzo. Lui mi guardò due secondi e sospirò, scuotendo la testa.

Mh, no. Anche se c’è un tipo che mi interessa da un po’. Ma non ho intenzione di farmi avanti.- confessò, guardandomi negli occhi. – E tu, miss asciugamano? Ce l’hai il ragazzo?- chiese, divertito. Era davvero strano parlare di ragazzi con uno di loro e notare che mi poteva comprendere al volo. Lo guardai e sospirai, passandomi una mano fra i capelli. Volevo evitare di ricordarlo… lui, Isaac. Avevamo una relazione più che perfetta, sincera, pulita, basata su un amore profondo… per me Isaac non era solo un fidanzato ma era anche un fratello maggiore, un padre e addirittura una madre e mi sentivo a casa solo fra le sue braccia. Quando gli dovetti dare la notizia che sarei andata via è stato con una pugnalata al petto.

- Isaac, io… mi dispiace.- avevo le lacrime agli occhi, fuori il tempo era grigio e qualche goccia cominciava a cadere. Ma le uniche gocce che realmente sentivo scivolavano lungo la mia guancia, bollenti, fastidiose. Isaac mi fissava con gli occhi blu vuoti e lucidi, la mascella contratta e le mani tremanti. Piangemmo insieme, sotto la pioggia e poco dopo finimmo l’uno nelle braccia dell’altro. Quell’abbraccio era carico di dolore e di tristezza, come quando stringi al petto un palloncino e hai paura che esso ti scappi da un momento all’altro. Come se la mamma volesse portarti via il tuo giocattolo preferito e tu non lo molli. Come se qualcosa si stesse rompendo, ma facevi di tutto per tenere i pezzi uniti. Aveva fatto male, troppo male. Quello era stato il motivo per cui avevo litigato duramente durante il viaggio con mio padre. Ad un certo punto non riuscivo più a mettere a tacere i miei pensieri e la mia tristezza sfociò in una furiosa rabbia repressa. Mi mancava Isaac, mi mancavano i suoi abbracci, mi mancavano i suoi baci, mi mancavano le sue coccole… mi mancava. Ed era una mancanza che non sarei mai riuscita a colmare.

-Perché non hai fatto niente per aiutare la mamma? Perché l’hai lasciata morire? Perché non hai affrontato la fottuta realtà? Vaffanculo papà, ho perso tutto!

Nathaniel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora