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Torno a casa e sbatto la porta d'entrata con tutta la forza che ho in corpo,sperando anche di romperla,magari rompere qualcosa mi può togliere il peso che ho addosso.

Corro verso il salotto e comincio a prendere a pugni il muro,ripetute volte,rendendomi conto che mi sto autodistruggendo,ma farmi del male però mi porta anche una strana positività,forse pensare al dolore non mi fa pensare a tutta quella merda.
Sento una porta aprirsi,è quella della camera di Umbe e Dylan.
Poco dopo vedo entrambi venire verso di me e riescono a fermare la mia ira,ho il respiro affannato e le mani insanguinate.

"Nun fate domande." Puntualizzo,ma
già so che mi sommergeranno di domande.
"Hai distrutto il muro e noi non dobbiamo fa'domande?!" Alzo gli occhi al cielo "Dylan,ho detto niente domande"
Umberto ridacchia e lo guardo stranito.
Cosa c'è di divertente?
"Abríl" Umberto ha davvero detto il suo nome o è tutto frutto della mia immaginazione?
I due si guardano negli occhi ed annuiscono,mi chiedo cosa staranno complottando.

"Che cazzo c'entra Abríl mo?"
"Questa ira è causata da lei" dice Dylan convinto.
"Causata da Abríl" specifica Umberto,come se sapesse che sentire quel nome mi provoca una rabbia innata,mi provoca fastidio,tristezza,mi fa diventare irascibile.
I due si siedono su uno dei due divani del nostro salotto,invitandomi a fare lo stesso.
Mi siedo in mezzo a loro e lascio cadere la testa all'indietro chiudendo gli occhi.
Siamo noi tre seduto uno accanto all'altro,entrambi che fissano me,ed io che guardo il nulla.
So quello che pensano,loro pensarmi che tutto questo è dato dalla presenza di Abríl.
Lo pensano loro e lo pensi pure tu.
Mai na volta che se po'sta zitta,coscienza de sto cazzo.

"Nico non se può continuà così" 
"Così come?"
"Umbe ha ragione Nicolò,non possiamo andá avanti così.Sei assente,sempre arrabbiato,hai sempre il muso.Appena te se parla di Abríl o fuggi o cominci a gridá,e ancora ce voi di che non è lei il problema?"
Trattengo un urlo,trattengo anche le lacrime questa volta.

"Regà non è lei il problema,non c'è nessun problema,sono quello di sempre.Piuttosto guardateve voi,magari siete voi quelli che so cambiati e me volete da la colpa a me."
Cerco di rigirare il tutto a mio favore.
"Ma che stai a scherzà?!" Dylan si alza di scatto e mi punta un dito addosso.

"Mo m'ascolti!
C'hai rotto er cazzo,o almeno a me lo hai rotto co sta storia de negà i sentimenti tuoi verso Abríl,de fa er frustato,sempre co sto muso lungo der cazzo!Ce stai a influenzà,non riusciamo a fa'niente de musica,non riusciamo più nemmeno a cenà tutto insieme perché c'hai sempre un problema e va a finí che litighiamo.
Pe'quanto vuoi andare avanti? Pensi che Eleonora sia una buona copertura?Beh,te sbagli."

Mi cade il mondo addosso,sentire mio fratello dire certe cose è difficile.
Ma ha ragione da un lato,io non sono più lo stesso,non so cosa mi succede.
Ma io problema non è Abríl,io amo Eleonora.

"Che fratello de merda che sei" dico senza pensare.
Davvero ho detto una cosa simile a Dylan?
Dylan corre verso il bagno e sbatte la porta.
Io mi alzo dal divano ma la voce di Umberto mi ferma.
"Stai a sputà nel piatto in cui hai mangiato pe'4 anni." mi guarda deluso,fa tanto male vederlo così.
"Prima Arturo,mo te...Stai a fa tante cagate Nicolò,te ne pentirai." Si alza mentre scuote la testa ed esce di casa.

Mi alzo dal divano e vado verso la mia camera chiudendo poi la porta a chiave.
Mi sdraio sul letto a pancia in su,fisso il soffitto e comincio a pensare.
Pensare mi fa male in questo caso,forse dovrei dormire ma non riesco.
Mi ritrovo a dover trattenere le lacrime.

Pure quando stai da solo fai il duro,ma che sei rincoglionito Nicolò?
La mia coscienza si fa viva e sta volta ha pienamente ragione.

Che ne sarà di me?

Swisher Sweet-TonyeffeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora