IV

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Il flashback l'ha fatta perdere nei pensieri, ma è subito tornata al loro momento. Erano nella loro camera dal letto, che ha una sola grande vetrata, ed occupa tre quarti delle pareti. La pianta circolare della stanza gli permette di vedere alba e tramonto, ma non di soffrire del caldo, poichè la porta d'ingresso è a sud, e la testiera del letto è dove la vetrata si solleva, in un elegante intreccio di vetro e metallo, per poi ritornare a occupare tutta la parete, a nord. È un luogo molto buio, con tende nere alle finestre, ma non pesanti, perchè sono filigranate con qualche rosa in pizzo, che fa filtrare qui e là raggi di luce, facendo cadere strane ombre sul letto in mogano. Il legno scuro è lucidissimo, lavorato in ampi arabeschi per renderlo ancora più elegante. Eleganza quasi completa, se non fosse che, sia al capo che ai piedi della struttura, spuntano sei anelli di bronzo, tre per ogni parte, con cui si divertono parecchio, a turno. In effetti, hanno un sacco di perversioni con cui divertirsi, non si annoiano mai.

Questa volta, sembrava voler essere qualcosa di diverso, non gli era mai capitato di aver a che fare con una cascata di sangue, era uno dei loro più grandi desideri nascosti. Avevano avuto a che fare con il solo sangue, quello sì, molto spesso, si segnavano così a fondo la schiena con le unghie da sanguinare e si crogiolavano nel prezioso fluido rosso. Non si fanno problemi, perchè lei, come strega, è in grado di guarire le persone, e questo ha ulteriormente abbattuto i loro limiti.

Sentiva sempre più la sua eccitazione, ad ogni bacio il suo membro premeva contro di lei un po' di più, e ad ogni sua pressione, lei stringeva un po' di più le gambe. È arrivata a stringerle così tanto da non aver più bisogno di sorreggersi con le mani, che lui ha subito preso e messo al muro. I baci continuavano intervallati da morsi e dalle loro lingue che si intrecciavano. Ormai erano entrambi coperti di sangue rappreso, ed era ora di liberarsi dei vestiti sporchi. Lei è stata la prima. Le ha tolto il vestito nero, aderente fino a metà coscia, dove si apre con uno spacco invidiabile, con un solo movimento fluido, rivelando l'intimo di seta e pizzo. Prima che riuscisse ad appenderle nuovamente le mani al muro, lei è riuscita a sfilargli la t-shirt, e slegarli la cintura e i pantaloni, che sono scivolati fino alle caviglie. L'euforia era sempre più, non potevano trattenersi oltre. Si sono stesi a terra, sul morbido tappeto che usavano come scendiletto, e lui ha subito preso il controllo, divorandola con gli occhi. I lineamenti del suo corpo che gli scivolano tra le dita, il gusto della sua pelle sulle sue labbra, le mani di lei che già cercavano e volevano la sua schiena. Si invadevano la bocca a vicenda, le loro lingue danzavano, sapevano entrambi di essere pronti. Il corpo caldo di lei lo desiderava, e il suo ricambiava il desiderio, i loro respiri sempre più profondi e irregolari, ma emessi all'unisono. Le mani di lei che passano dalla schiena al petto di lui, che reagisce inarcandosi e premendo ancora di più il suo inguine, che viene prontamente ricambiato dal monte di Venere, ancora intrappolato nella biancheria di pizzo ma già grondante di umori. Le labbra di lui scendono, mordendola piano e ripetutamente arrivando al capezzolo, ed alla sua areola così invitante, lo stuzzica con la lingua fino a farlo indurire e lo stringe con labbra. La voglia lo invade sempre più sentendola apprezzare i suoi gesti, sentirla graffiare sempre più forte, come per strappargli il primo strato di pelle gli fa quasi perdere il controllo. Lei non resiste più, gli affonda i denti nel collo, senza stringere troppo, perchè le basta sentirlo gemere. Risale fino al lobo dove gli tortura quel pezzo di cartilagine così sensibile, fino a fargli venire i brividi lungo tutto il corpo, e facendogli bramare sempre di più ciò che c'è sotto, ma aspetta, aspetta di essere completamente sopraffatto dall'istinto carnale, aspetta perchè vuole provocarla, vuole farla impazzire prima di concederle sollievo. Con le mani torna a scendere graffiandola ancora, le arriva fino ai piedi, passando per la pancia, le cosce, i polpacci. Lei ha un corpo così maledettamente seducente, lui lo pensa di continuo, le accarezza i piedi, così sensuali, solo con le dita, le accarezza tutta la pianta, le bacia le gambe fino all'interno coscia, portandola a limiti che non sapeva di avere. Ma lei non sopporta più queste provocazioni e ribalta la situazione, ora è lui quello immobile sotto il suo controllo, gli appoggia tre baci sul petto, e con la lingua segna il centro del suo torace, ama sentire che gusto ha la sua pelle, soprattutto quando è appena tornato dal lavoro, è leggermente bagnata di sudore e la fa impazzire, ed ora è anche mista al sangue di un completo sconosciuto, eccitante. Scende fino all'addome, dove gli lascia ancora qualche morso, lui sussulta, lei scende ancora, lo libera dell'intimo e prima di qualsiasi reazione, lo prende in bocca. Lui sorpreso dal piacere, resta per un attimo spaesato, lei sale e scende, per lui sono scosse di piacere che inibiscono ogni senso, sentirlo nella sua bocca così calda, con la lingua che lo stuzzica fino ai limiti, fino a farlo tremare, e lui che cerca invano di graffiarla, di arrivare a lei per stringerla e possederla ma non ci arriva, è diventato la preda favorita di un rarissimo cacciatore, una punizione meritata. Ansima e respira sempre più profondamente, si sente morire ogni volta che il suo membro sparisce nelle labbra della sua amata, che conose ogni suo punto sensibile e li sfrutta tutti al meglio, e gioca, lei gioca con quel pezzo di carne che è duro solo che per lei, e risponde ad ogni suo stimolo, il piacere di una vittima masochista che sta per subire l'eutanasia. Lo porta più e più volte all'apice, ma non lo soddisfa mai, lo guarda con viso beffardo sapendo che lui non riprenderà il controllo, è in trappola, è in una trappola di sofferenza e piacere, ogni volta che lei lo lecca e gli stuzzica la punta in quel modo, lui sa di non poter far altro che stringere il morbido tappeto sotto di lui, inarcare la schiena, ed essere pronto ad esplodere in un orgasmo liberatorio, ma no, lei ancora non vuole e non gli permette di venire, lasciando la sua verga grondante di saliva.

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