Lasciati tutto alle spalle

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Era ormai notte fonda, si intravedevano le luci dell'alba e il mio lavoro era concluso...

Andai in una caffetteria, di quelle che trovi dietro l'angolo, un po' sporche e dal odore non troppo gradevole ma che sanno servirti il caffè migliore della giornata. Entrai, la cameriera vestita di rosso mi saluto, ero un cliente abituale. Angela era il suo nome, portava tacchi alti a spillo di colore nero e una cuffietta bianca ma il dettaglio su cui mi soffermavo sempre era il suo grembiule. Ogni giorno mi chiedevo come quel grembiule potesse essere di un colore così bianco, pulito, quasi angelico. Sapevo bene cosa la mia Angela era tenuta a fare, ogni mattina si alza alle 04:00 per andare lì al solito bar dietro l'angolo a servire clienti insolenti e puzzoni che spesso le tirano una pacca sul culo e lei, costretta dai modi imposti della società americana, era tenuta stare zitta, ma ormai era abituata a gesti come quello. "Angela, iniziato bene il turno?" le chiesi facendole l'occhiolino, sapevamo entrambi che la fascia d'orario dalle 4.00 alle 5.00 era la peggiore. Gente che cercava compagnia, altri che dovevano alleviare la sbornia, senza tetto che cercavano il primo luogo caldo dopo la lunga notte, insomma tutti quei soggetti che se incontrati durante il tragitto di ritorno casa ti facevano venir voglia di sviare il percorso. "Non me né parlare" fu la sua risposta. Semplice e concisa, che implicava la chiusa immediata del discorso. Neanche il tempo di dirle come era andata invece la mia di notte, che mi ritrovai sotto il naso invitanti pancake caldi con sciroppo d'acero, un bel bicchiere di succo d'arancia e ovviamente l'immancabile espresso italiano. Penso che Angela fosse l'unica in tutta New York che sapeva davvero come fare un espresso, e per un italiano come me era fondamentale. 

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⏰ Last updated: Feb 18, 2019 ⏰

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Solo,  senza neanche più i tacchi.Where stories live. Discover now