Sospirò appoggiandosi allo schienale della sedia di pelle e si guardò i piedi lamentandosi per il dolore che vi percepiva; se solo Paulo l'avesse potuta vedere,in quel preciso istante, le avrebbe detto "te l'avevo detto" e lei si sarebbe incazzata e Paulo le avrebbe massaggiato i piedi riconquistando il suo sorriso.
«Gwen, chiudo io l'ufficio» non fece in tempo a rispondere al suo ormai fidato collaboratore in seconda che Alessandro bussò alla porta sorrindendole mentre teneva in mano un sacchettino di carta.
Il solito sacchettino di carta di ogni martedì pomeriggio.
«potete lasciare me e Gwen da soli? Questioni di lavoro» tutti risero complici mentre Alex si accomodava dopo averle lasciato un bacio in fronte e l'odore di marmellata alle albicocche si diffondeva per tutta la stanza.
Paulo di tutto questo non doveva assolutamente esserne al corrente.
«allora Signora Dybala, le ho portato del succo alle arance e il nostro segretissimo cornetto in cambio lei torna a casa con suo marito» e Gwen sospirò sapendo bene che Paulo le stava facendo terra bruciata attorno.
Nessuno in quel nuovo edificio juventino, non era al corrente delle sue condizioni di salute e sembrava che tutti fossero stati addestrati come cani prima di una gara.
"Gwen va a casa" ,"Gwen lo faccio io", "non dovresti affaticarti Gwen" tutti non facevano altro che continuare a raccomandarle persino la modalità con cui avrebbe dovuto respirare; l'unico disposto a darle il suo benedetto lavoro era Andrea e a suo modo aveva anche corrotto Alessandro ma a patto che alle cinque sarebbe dovuta rientrare a casa, senza trattenersi fino a tarda sera anche prima delle giornate di Champions in qui la Continassa diventata un vero e proprio campo di guerra.
«non ho ancora finito» e ci tentò anche quella volta ma aveva un debole per Alessandro Del Piero, ce lo aveva avuto da piccola figuriamoci adesso che ci lavorava a stretto contatto.
Spezzó la punta del suo cornetto, facendo attenzione a non sporcarsi perché non voleva rogne con Paulo ne tanto meno con quel dannato nutrizionista che sembrava tenerla sotto controllo come si fa con i topi da laboratorio.
La pesava ogni settimana e ne prendeva i centimetri e poi sentenziava le sue solite frasi "Gwen non mangiare zuccheri" "Gwen mi raccomando accompagna Paulo a fare qualche passeggiata" e lei appena lasciava il loro appartamento non faceva altro che guardare la porta appena chiusasi e scimmiottarlo come una bambina capricciosa.
«Paulo Dybala non mi metterà mai più incinta» ripeté per l'ennesima volta mentre al contrario il marito già progettava un futuro pieno di piccoli marmocchi sdentati.
Alessandro la guardò ridendo, ricordando il periodo in cui sua moglie Sonia teneva in grembo l'ultima dei tre suoi figli.
Tobias,Dorotea e Sasha.
«e i tre bambini che Paulito ha intenzione di mettere in cantiere?» Gwen sgranò gli occhi,stupita che persino Alessandro Del Piero fosse al corrente dei progetti del marito.
«si? Da quando Paulo Dybala ha il dono di autoingravidarsi?» e Alex non potè far altro che ridere di buon gusto.
Paulo, che aveva ben capito che tipo di ragazzo fosse, gli stava enormemente a cuore e lo divertiva parecchio potervi leggere in quegli occhi verdi da uomo argentino, quella tipica e irruente voglia di circondarsi di gente quasi avesse paura degli spazi vuoti.
Gwen si girò leggermente ad osservare il campo su cui suo marito e i suoi colleghi stavano ultimando gli allenamenti e faceva bene a sbrigarsi a mandar giù quel cornetto altrimenti sul tragitto di ritorno, Paulo le avrebbe riempito la testa di prediche e si sarebbe lamentato fino al punto che Gwen avrebbe voluto aprire la portiera e lanciarsi sull'asfalto mentre la macchina era in corsa.
«si prende cura ti voi» e anche questa se l'era sentita dire un'infinità di volte e sapeva bene che Paulo lo faceva solo perché tenerli al sicuro ,persino dal vento invernale ,era l'unica optione per lui opinabile.
«Paulo Dybala vi ha in pugno tutti quanti» e risero entrambi.
Non era di certo un mistero che suo marito fosse capace di smuovere il cuore in qualsiasi ambito della sua vita.
Tutti avevano un debole per Paulo Dybala e lo sporco argentino che ama alla follia, ne era consapevole e ne traeva benefici semplicemente sorridendo in quel modo che mandava Gwen in iperventilazione.
A Paulo Dybala non ci si faceva mai l'abitudine.
Non più tardi di qualche minuto, proprio l'oggetto dei suoi pensieri si palesò dinnanzi ai suoi occhi e mentre mandava giú l'ultimo boccone di quel caldo cornetto, provò con tutta se stessa a rimanere impassibile.
Paulo salutò Alessandro per prima e poi si chinò su Gwen baciandole la testa e poggiando automaticamente il palmo della mano su quel maglioncino nero che copriva il ventre della sua adorata moglie.
«voi qui avete finito?» gli chiese e Alessandro annui tirandosi su in piedi mentre Gwen gli porgeva i documenti sulla quale aveva lavorato tutta la mattinata in maniera meticolosa proprio come era tipico di lei.
«buona serata ragazzi» lo storico capitano li lasciò alla loro intimità in quello spazio che sembrava tenerli lontani dal chiassò esterno.
«amore, hai i piedi gonfi» e Gwen annui catturata da quelle labbra che bramava da impazzire.
Non le piaceva affatto stare lontana da Paulo e ultimamente i suoi ormoni erano assai difficili da controllare.
Mina la sua migliore amica, non faceva altro che prenderla in giro per queste improvvise voglie che la assalivano in qualsiasi momento della giornata e il modo migliore per distrarla era punzecchierla proprio sul suo oggetto del desiderio.
«non si può andare a lavoro senza tacchi, lo sai bene» Paulo rise baciandogli la punta del naso per insospettirla ancora di più.
«cosa c'è Dybala, sei diventato improvvisamente pudico? Assolvi i tuoi doveri da marito! » e Paulo le baciò le labbra accontentando più se stesso che la moglie.
Benché il ginecologo gli avesse dato il permesso ,lui era comunque poco convinto della cosa per cui frenava i suoi istinti almeno fino a quando Gwen non decideva che le cose dovevano andare per come diceva lei.
«così va bene?» gli chiese mentre la moglie stava effettivamente riprendendo fiato
«portami a casa» fu l'unica risposta che ricevette.
Gwen si alzò da quella comoda sedia da ufficio, sistemando la lunga gonna nera di pelle che indossava e Paulo dovette distogliere gli occhi per calmare i suoi bollenti spiriti.
Era convinto che da qualche parte nell'universo qualcuno si stesse beffando di lui e della sua prova di resistenza; si era consolato agli inizi prendendosi in giro e augurandosi che la gravidanza avrebbe occupato la sua mente a tal punto che la moglie sarebbe passata in secondo piano ma adesso, a cinque mesi di gravidanza ,poteva ben dire che le cose si erano decisamente evolute in una maniera che non aveva nemmeno lontanamente preso in considerazione.
Quel ventre rotondo, la pelle più luminosa, i capelli lucenti, il seno ingrossato e i fianchi meno spigolosi, avevano reso Gwen la creatura più bella che avesse mai visto in vita sua e se prima ne era follemente innamorato, adesso non riusciva nemmeno a capire in che condizioni vertesse la sua dignità di uomo.
La pelle di Gwen profumava di un odore che lo attraeva peggio di un magnete e la sua gelosia era cresciuta a dismisura come se dovesse tenere sua moglie e la sua bambina,fuori dalla portata di chiunque altro che non fosse lui stesso .
«amore,togli le scarpe» Gwen lo guardò stranito prima di rendersi conto che il marito le stesse porgendo il suo paio di sneakers che ricordava bene di aver visto questa mattina nello scaffale più alto della sua scarpiera.
Le si riempì il cuore di un amore incondizionato, capendo quanto Paulo fosse l'uomo dei suoi sogni.
«ti amo» gli rispose trattenendo le lacrime
«ti amo anche io» le disse mentre le allacciava le scarpe e quando si tirò su e la vide con le lacrime agli occhi in un primo momento si preoccupó come era solito fare poi si ricordò della questione ormoni.
«ciao steroide, ben ritornato» e la fece ridere di quella risata che lo faceva innamorare sempre di più.
Lungo il tragitto per tornare a casa, Paulo controllò due volte il telefono cellulare e Gwen sebbene non chiese che cosa aspettasse,di certo questo non voleva dire che non fosse dannatamente curiosa di sapere che cosa stesse succedendo.
Tenne la bocca chiusa per tutto il tempo e quando si infilarono nell'ascensore, la prospettiva di essere a casa- finalmente da soli dopo due settimane in cui Dols aveva preso pieno possesso dei loro spazi provando a convincere Gwen a lavorare da casa- le fece sbocciare dentro di se, quella voglia di amare suo marito in quel modo intimo e viscerale.
Gli accarezzò gli avambracci e gli baciò il collo sentendolo sospirare e sorrise compiaciuta di piacere a Paulo proprio come la prima volta che si erano conosciuti.
«ti voglio» gli disse mentre incastrò i suoi occhi a quelli di lui e gli baciò le labbra totalmente abbandonata ad un trasporto così intenso che la investiva da capo a piedi.
L'ascensore interruppe questo momento e mentre Gwen infilava il più velocemente possibile le chiavi nella serratura della porta di casa, Paulo già si malediceva .
Gwen gliel'avrebbe fatta pagare e lui a vedersi così si sarebbe preso a legnate da solo.
«Paulo, c'è qualcuno a casa» il tono di Gwen era preoccupato almeno fino a quando non guardò il marito che invece sembrava consapevole che qualcuno stesse abitando i loro spazi.
«io ti uccido!» lo minacciò mentre si infilava dentro pronta ad aspettarsi chissà quale altro componente della numerosa famiglia Dybala.
Rimase stupita però nell'osservare le sue due migliori amiche che ridevano davanti un pacco di patatine giunto quasi al termine.
Lottie e Filù.
«finalmente!» le due ragazze le andarono incontro abbracciandola e riempiedole il volto di baci.
«fortuna che dovevate andare in vacanza a Vienna. Siete delle stronze!» le accusò bonariamente mentre la contentezza di averle a casa sua la distrasse da qualsiasi altro inconveniente.
Paulo tirò un sospiro di sollievo, mentre osserva Gwen sedersi sul divano del salotto in quello che sembrava l'inizio di uno sleep-over club in chi lui era tagliato fuori da qualsiasi possibile discussione.
Invitare Douglas sarebbe stato perfetto ma sua moglie non si sarebbe smossa da quel divano per nessuna ragione al mondo e cosi come il famoso sofà, tutto quello che era nel salotto era stato definitivamente preso in ostaggio.
«ragazze vi siete sistemate?» gli chiese mentre portava il bicchiere con gli integratori solubili a Gwen che avrebbe dovuto berli senza fare neppure tante storie.
«si grazie Paulo» si erano accordati un paio di settimane fa e dal momento che per Paulo era assolutamente impensabile che la moglie si allontanasse da lui dal raggio di un centinaio di metri, l'unica alternativa era stata quella di ospitare le amiche di Gwen in casa loro.
Mat che del gruppo era quello -almeno per questa volta- il più sano di testa ,gli aveva detto di star scavando la propria fossa con le proprie mani e lui pregava Dio che la forza delle donne,non decidesse proprio ora di rivoltarglisi contro.
«io vado a fare una doccia, ho già ordinato le pizze per noi tre, il tuo hamburger lo preparo appena finisco» gli spiegò mentre con quelle discutibili ciapatte Adidas,si dirigeva nella loro camera da letto.
«Dybala, ti conviene chiamare rinforzi» e lo fece ridere mentre chiudeva a chiave la porta della stanza.
Le sue amiche le schiacciarono un occhiolino e Gwen le guardò inarcando un sopracciglio ma ben consapevole di cosa si erano appena dette senza effettivamente parlare.
«in questo momento starei lavando mio marito, se voi non aveste preso in ostaggio la mia casa» risero tutte e tre.
Di quel gruppo, Gwen poteva sembrare la più mite ma a quanto pare le apparenze ingannano parecchio.
«che peccato, adesso ti toccherà al massimo lavare noi» Lottie la prese in giro beccandosi un bel dito medio nella quale come risposta vi poggiò un sarcastico bacio.
«se vuoi vado io a lavare tuo marito» e Mina -o Filú come erano soliti chiamarla loro- punzecchiò nuovamente la sua cara amica.
«com'è che faceva quella cosa dei sette ciuchi?» la minacciò assottigliando gli occhi ma unicamente per scatenare l'ilarità.
A questo gruppo di tre mancava il quarto e poi del tutto la situazione sarebbe degenerata.
Per ora di cena, ovviamente Paulo fu enormemente contento di sapere di aver invitato almeno per questa volta le persone giuste.
Nessuno della sua famiglia sembrava in grado di opporsi al volere di Gwen ma le due migliori amiche di Gwen che ormai erano diventate anche le sue, si erano palesemente schierate dalla parte di Paulo e a dirla tutta si stava parecchio divertendo a vedere la moglie battibeccare con quelle che forse credeva avrebbero preso le sue difese.
«ha ragione Paulo» e quello stronzo di suo marito se la stava godendo alla grande mentre batteva il cinque a destra e manca.
«vi siete coalizzate con il nemico» le accusò tirandogli contro una patatina che aveva rubato dal vassoio.
«guarda che zie stronze che ti sono toccate» parlò al bambino che teneva in grembo scatenando l'ilarità delle ragazze e del marito.
Quando si spostarono sul divano,selezionando per l'ennesima volta quella dannata serie tv che Gwen continuava a vedere e rivedere a tal punto da sapere le battute a memoria, Paulo offrì loro delle coperte per tenersi ulteriormente al caldo,nonostante i termosifoni fossero rigorosamente accesi ma aveva imparato negli anni, che a Torino non si è mai sufficientemente al caldo fino a quando le temperature domestiche non si aggirano intorno ai trentotto gradi,circa.
«io vado a letto che domani mattina ho allenamenti , ho già preso per te una settimana di ferie» salutò tutte e tre le ragazze e accarezzò sua figlia prima di gettarsi tra le braccia di morfeo.
Filú fu la prima ad inondarla di domande a cui dovette rispondere ma lo fece ben volentieri; raccontarsi le cose per video chiamata non era di certo la stessa cosa di potersele raccontare da vivo e poi sebbene ognuna di loro fosse cresciuta e avesse raccolto dalla vita esperienze magnifiche e diverse le une dalle altre, proprio queste non avevano fatto altro che rafforzare il loro rapporto.
Lottie era quella sua amica che avrebbe chiamato a qualsiasi ora della giornata e della notte e sapeva che le avrebbe potuto confessare qualsiasi cosa proprio per come le passava nella mente mentre Filú era più mite e meno impulsiva ,seppure di follie ne avesse collezionate, ma era quell'amica che nella vita bisogna avere per essere felici.
Filú era sempre stata povitiva e aveva la soluzione a qualsiasi problema mentre Lottie era quella virgola pazza che somigliava a Gwen e che la faceva sentire viva.
«vi voglio bene» gli disse mentre si stringevano tutte e tre sotto lo stesso piumone.
Durante la notte, come era già pronosticabile da primo momento in cui si erano riunite nel salotto di quella casa torinese, rimasero sveglie a spettegolare su qualsiasi cosa.
Che poi ogni occasione era buona per finire su Federico Bernardeschi e sui pettorali di Federico Bernardeschi, questa era una questione altamente segreta che sarebbe rimasta intrappolata sul quel divano per il resto della loro vita.
«di là c'è mio marito e vorrei ricordarvi che sua nipote è la ragazza di Federico» e Lottie la guardò storta continundo a rinfacciarle che un tale manzo avrebbe dovuto presentarlo prima a lei.
Gwen ancora ricordava perfettamente le tre ore di chiamata a cui Lottie l'aveva sottoposta, accusandola di averle tolto l'uomo della sua vita.
Le aveva proposto Douglas Costa ma Lottie non voleva sentire ragioni e al matrimonio di certo non era passata inosservata mentre chiacchierava con Federico Bernardeschi ,sfoderando tutte quelle cose che Filú le aveva insegnato riguardo al dialetto toscano.
Alla fine? Era riuscita ad ottenere il suo numero di telefono.
«Lottie, ci sono tanti bei ragazzi alla Juventus....ti presento Emre, è alto anche lui» ci provò
«si, ma non è Federico Bernardeschi » aggiunse Filú
«si però, ma tu devi darmi una mano d'aiuto » e risero contente di stare insieme.
La nottata trascorse mentre ognuno di loro confessava qualcosa e cosi Gwen parlò della più che comprensibile paura per il giorno del parto e di come Paulo invece fosse estremamente eccitato all'idea di avere una famiglia numerosa.
«facciamo almeno tre bambini» le aveva detto una serata mentre erano a Cordoba e stavano seduti nel divano di vimini della terrazza di legno antistante alla casa stessa.
Faceva un caldo pazzesco e Gwen aveva una dannatissima voglia di fragole che erano del tutto impossibili da trovare in quel periodo dell'anno ,seppure Paulo si fosse dichiarato disposto a farsi quattordici ore di macchina ,tra andata e ritorno, per andarle a recuperare persino a Buenos Aires nel caso li le avessero trovate.
«uno» aveva ribattuto lei, già fottutamente preoccupata di quello che la attendeva.
Mat le aveva detto che da qulche parte aveva letto che il parto era come se venti segmenti ossei si rompessero contemporaneamente e lei gli aveva tirato un cuscino addosso gridandogli contro che quello di certo non era il modo migliore per tenerle compagnia durante la sua prima gravidanza.
«uno? Non esiste proprio» già, perché Paulo aveva ben in mente l'idea di una famiglia numerosa .
«li adotteremo, ci sono tanti bambini bisognosi di affetto» gli aveva proposto e Paulo annui contentissimo sapendo bene che Mina si sarebbe presa cura della loro pratica.
«ne adottiamo due, così sono cinque e possono giocare a calcio» Gwen lo guardò sul punto di infilzargli una forchetta sul quadricipite femorale mentre Alicia, intenta a fare il punto a croce, su una delle mille bavette a cui stava lavorando, guardò il suo stesso figlio provando a capire cosa fosse andato storto durante la gravidanza.
«Paulo cinque bambini sono impegnativi» e la suocera era totalmente concorde con la nuora
«vedrai che sarai una brava mamma» e Gwen semplicemente gli afferrò la mano portandosela sul ventre e intrecciandola alla sua mentre il loro bambino scalciava lasciando le sue impronte sulla pelle tesa del ventre di Gwen.
A volte Paulo straparlava, anche parecchio a dire il vero e questo perché l'idea di diventare padre non gli metteva paura ma solo lo rendeva infinitamente eccitato,cosi tanto che già programmava prossime gravidanze.
«è una bambina» le aveva detto il primo istante in cui aveva poggiato le sue labbra sulla pancia di Gwen e da quel momento in poi non era stato possibile fargli prendere in considerazione l'idea che potesse anche rivelarsi maschietto.
«tua nonna dice che è maschietto» nonna Mary le aveva mentito solo per farla contenta perché Gwen sembrava desiderasse un bambino tale e quale a Paulo di cui era follemente innamorata e le sembrava poco carino dirle che anche lei come il nipote fosse assolutamente convinta che Gwen aspettasse una piccola Dybala.
«mia nonna è anziana» Paulo le baciò i capelli scavando con il naso tra i suoi capelli e riempindosi le narici del solito profumo al cocco.
Alicia li guardava contenta e serana di averli li al suo fianco, di poter esserci per un momento cosi bello e quando con Gwen erano andate da Adolfo, in qualche modo aveva percepito la carezza sul volto che il merito era solito farle per confortarla quando le emozioni la investivano come un treno in corsa a chissà quanti chilometri orari.
«comunque Paulo ha ragione, cinque bambini sono perfetti» le disse Lottie che come Paulo aveva l'intenzione di crearsi una famiglia numerosa
«ce l'hanno fatta Angelina Jolie e Brad Pitt, ce la faremo pure noi» e Gwen non potè far altro che ridere soffocando le risate sul cuscino del divano.
«inizio a pensare che voi state diventando le migliori amiche di Paulo Dybala e non le mie» ci fu un momento di silenzio prima che Mina ridesse annuendo.
«ce ne hai messo di tempo per capirlo» e si beccò l'ennesimo cuscino in faccia.
«stronze!»
«ti vogliamo bene anche noi,Gwen».*******************************************
Hola chicas como estas?
Yo stoy muy bien ♥️
Questo capitolo mi piace tantissimo perché è dedicato a due ragazze che ognuna a modo loro e in un modo del tutto differente mi hanno aiutato in questo percorso su Wattpad.
Una è completamente andata per Federico Bernardeschi l'altra per Paulo Dybala per cui lascio voi immaginare cosa ne viene fuori ogni volta.
Filú e Lottie, vi voglio bene e mi fate ridere di cuore.
Spero che ognuna di voi possa riconoscersi in loro e se vi va fatemi sapere se anche voi avete delle amiche cosi straordinare.
Vi voglio bene ♥️
Vostra Girasole 🌻
Ps: vi aspetto numerose nei commenti e se vi va potete contattarmi su Instagram al :6comeungirasole.
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LE RAGIONI DEL CUORE
FanfictionRaccolta di missing moments, della fanfiction Fino Alla Fine.