Capitolo due.

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Il viaggio in macchina fino alla casa Payne-Styles è parzialmente tranquillo. Harry dal posto di guida sta sorridendo mentre si accarezza le labbra con il pollice, il gomito puntato contro il finestrino e lo sguardo puntato sulla strada, ma il pensiero e da tutt’altra parte. Liam ha le braccia incrociate al petto mentre si morde il labbro inferiore, gettando diverse occhiate attraverso lo specchietto retrovisore al suo nuovo acquisto, non riuscendo a staccare lo sguardo dal suo viso per più di pochi minuti. Zayn, invece, ha ovviamente notato le occhiate del ragazzo, ma continua ad osservare fuori dal finestrino con un’espressione annoiata e le labbra stirate in una linea dritta, ignorando tutto e tutti e stringendosi nella giacca prestata dal suo “padrone” ancora addosso. Quello che invece sta credendo di impazzire, è Louis. I piedi e le mani sono congelati e non riesce a sentirli, è quasi certo di avere le labbra leggermente bluastre e il collare ancora intorno al collo gli sta rendendo faticoso respirare. Timidamente, guarda verso il posto di guida mentre si strofina le mani contro le cosce cercando di scaldarsi e di fermare il tremore che ha preso possesso del suo corpo.

«Scusi» dice a bassa voce guardando Harry, e non importa in quale situazione sia, gli è stato insegnato di portare rispetto alle persone più grandi.

Tutti gli sguardi dei presenti sono immediatamente su di lui, e non capisce perché Zayn lo sta guardando preoccupato, ha fatto qualcosa di male? Si schiarisce la voce e abbassa lo sguardo, giocherellando con le proprie mani, nervoso, ed è certo di avere le guance di un rosso vivo.

«Potrei… potrei togliere il c-collare?» balbetta continuando a guardare i propri piedi «e… p-potrei avere qualcosa con cui c-coprirmi? Ho f-freddo» aggiunge dopo pochi secondi, alzando lo sguardo e guardando Harry, sperando di non aver chiesto troppo.

Il ventiquattrenne lo guarda per pochi secondi leggermente divertito e infastidito dal fatto che quando Louis ha parlato stava guardando in basso, e non in viso come vuole lui. È una forma di rispetto secondo la sua opinione, e il ragazzino non l’ha fatto.

«No» risponde semplicemente, ritornando con lo sguardo sulla strada, questa volta senza sorriso.

Louis deglutisce pesantemente, annuendo lentamente e rannicchiandosi come meglio può su sé stesso cercando di scaldarsi, con gli occhi lucidi e il labbro inferiore tremolante, ad un passo dallo scoppiare a piangere. Zayn sospira, pensando per un secondo di dargli la giacca, ma scarta immediatamente questo pensiero. Finirebbe male per tutti e due, dopo. Guarda per pochi secondi il corpo tremante del più piccolo, mordendosi il labbro inferiore sentendosi in qualche modo in colpa e ritorna poi con lo sguardo fuori dal finestrino, cercando di non pensarci.

«Harry» sibila Liam, guardandolo con gli occhi socchiusi.

«Cosa vuoi?» risponde il ventiquattrenne, ancora irritato dal comportamento del suo pet.

«Ha le labbra blu, dannazione!».

Harry guarda dallo specchietto il piccolo corpo del ragazzino, notando i suoi occhi chiusi e le labbra, effettivamente, bluastre. Alza gli occhi al cielo, stringendo il volante con tutte e due le mani e sospira, guardando con la coda dell’occhio il suo migliore amico.

«È una questione di rispetto, Liam» dice seccamente, e il nome a fine frase fa capire che la discussione è conclusa.

Liam irrigidisce la mascella, gettando un’occhiataccia all’amico per poi girarsi verso i sedili posteriori, sorridendo dolcemente al proprio pet.

«Zayn» lo chiama, attirando immediatamente la sua attenzione.

Il moro sposta immediatamente lo sguardo dal finestrino, puntandolo contro il ragazzo e abbassandolo subito dopo, non gli è stato permesso di poter guardarlo e non vuole una punizione il primo giorno.

Treated like a doll. (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora