<<Hai bisogno di aiuto?>>

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L'uomo scese dall'auto.
La ragazza sembrava molto confusa, forse ubriaca, anche se molto bella.
Le si avvicinò: <<Cosa... cosa fai qui? Hai bisogno di aiuto?>>, le chiese.
<<Sì>>, rispose lei, guardandosi incontro.
<<Puoi portarmi a casa?>>
<<Certo, sì. È meglio che ci togliamo di qui.
Vieni>>.
La fece salire in macchina.
Sembrava in trance, ma seppe comunque dirigere lungo la strada.
Abitava in un quartiere non distante dal suo.
Nel tragitto provò a chiederle qualcosa, senza particolare successo: <<Come mai eri lì, da sola, in mezzo alla strada? È tardi, può essere pericoloso>>.
<<Sono stata a una festa.
Ero con il mio fidanzato, ma sulla strada del ritorno abbiamo litigato.
Mi ha fatta molto arrabbiare.
Gli ho chiesto di farmi scendere e sono rimasta lì>>.
<<Ma... ti senti bene?>>
<<Sì - rispose lei -, tutto bene>>.
In breve arrivarono davanti alla porta indicata dalla ragazza.
Lui si fermò al bordo della strada, ma lei continuava a fissare avanti a sé.
<<Siamo arrivati, credo.
È quella casa, no?>>
<<Sì>>, fece lei, senza però scendere.
<<Vengo ad aprirti>>, disse l'uomo, e scese, girando attorno all'auto per aprirle la portiera.
Quando giunse dall'altra parte e la spalancò, però, trovò il sedile vuoto.
Si guardò subito attorno, pensando che la ragazza fosse scesa mentre lui faceva il giro.
Ma non la vide da nessuna parte.
Guardò ancora in macchina, ma era vuota.
C'era molta nebbia, però, e magari la ragazza era già andata verso casa senza che lui se ne accorgesse.
Si diresse, quindi, verso la porta e provò a bussare.
Nessuna risposta.
Guardò ancora in giro, senza scorgere nulla.
Decise di suonare il campanello, anche se effettivamente era tardi.

La ragazza del sottopassoWhere stories live. Discover now