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"Che di pomeriggio forse anche il mondo si sente un po' solo"

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"Che di pomeriggio forse anche il
mondo si sente un po' solo"

Ciao mamma, mi senti?
Perché io non ci vedo più.
T'invoco sempre quando sto male perché papà preferisco non farlo disperare, che probabilmente odia quanto io sia così dannatamente debole e disonesto, lui che m'aveva insegnato l'arte del mai mentire.
Il mondo sembra così piccolo visto da un me seduto sotto la finestra del bagno, tanto che osservo le nubi formarsi attorno al lampadario e credo siano galassie, con tuo marito che mi saluta e mi manda baci.
Mi tremano le mani, le dita prendono colori che non vedo, la cenere sta cadendo tutta sui miei vestiti, vecchi come il mio inconscio, e piango.
Mi girano i pensieri, mi sta frullando il cervello e le gambe non le sento, ma tremano.
Mamma, sto morendo?
Se dovessi lasciarti, mamma, le spiegheresti le mie ali spezzate a tutti quelli a cui tenevo?
Li spiegheresti i miei sbagli?

Mi sono tagliato i capelli, mamma.
Volevo vedere il mondo da una nuova prospettiva e adesso ho paura.
Ridatemi quel sipario nero e irridescente che mi proteggeva dagli sguardi indiscreti e dalle risa della gente.
Mi bruciano le iridi, vedo tutto offuscato e anche gli occhi danzano alla ricerca di un riparo.
É troppo strano mamma, ma adesso sono me stesso, sono pronto alla miseria del momento mentre accendo un'altra sigaretta e mi drogo di lui.
Mi girano i pensieri, mamma.
Mi gira tutto il mondo.
Mi rigiro i pollici per non strapparmi la carne dalle braccia.
Mi sento pullulare nel dolore e non so quanto possa sopportarlo mentre salta sulle mie spalle sottili.
Disegno tagli sulle costole con le mie dita e spero si aprano bozzoli di farfalle.
Sono piccolo, mamma, ma grande quanto il sonno che ho in questo momento.
Mi gocciola il naso, che visione raccapricciante, vero? Sono disgustoso anche per te, vero mamma?

Mi senti, tu?
Amore, mi senti?
Ti ricordi di come mi toccavi?
Ti ricordi di noi?
Ho gettato anche il nostro anello e le nostre foto con l'ultimo pacchetto di Wiston Blu che ho fumato circa tre ore fa.
Ho gettato i tremori delle mie ossa lungo il lavandino e sono solo mentre cerco di riprenderli seduta stante.
Non sono vivo.
Sento passi.
Ho paura.
Ci sei tu al mio fianco?
Ho il disgusto sulla lingua, probabilmente sono i miei errori nei tuoi confronti.
Il mentolo lo odio, ma mi ricorda te.
Corriamo, amore.
Ti ricordi quanto tu odiassi il fumo?
Provasti a fumare e per poco vomitavi, mentre io ridevo per la tua infantilità e per la tua squallida tenerezza.
Getta di nuovo quella mia sigaretta nel mare come i nostri corpi e facciamo l'amore.
Dimmi perché.
Dimmi perché ho la musica nelle orecchie e piango.
Dimmi perché parlo di te.
Un mondo di fiabe? Ma neanche per il cazzo. L'onestà almeno non la manco.
Baciami la fronte e strappami le labbra.
Sfiorami le ginocchia che adesso mi tremano e sembrano fisarmoniche impazzite.
Mi sto uccidendo.
Dimmi perché.
Ho i tuoi calzini a pois ai piedi e neanche li vedo.
Ho la nicotina sparsa per il corpo dopo la mia terza sigaretta a stomaco vuoto.
Le tue labbra, che cosa perfetta.
Ah, Dio.
Nascondiamoci.
Nascondimi.
Nascondo me stesso.
Hai vergogna di me?
Prendimi e abbracciami.
Rigettiamoci in quel cappuccino che prendavamo durante l'inverno, quando io avevo un costante mal di gola, o tra le lenzuola di fine Agosto.
Ho freddo, congelami i pensieri.
Ho abbandonato tutto, anche te.
Abbandonami.
Lasciami.
Già l'hai fatto.
Sono solo.
Cosa resta?
La nicotina.
Amore, salvami tu.
Cara mia, brillami negli occhi che son spenti.

Mi lavo dai peccati con il tuo shampoo preferito e sento lo sporco della mia coscienza fino alle punte dei miei capelli scoloriti.
Prendo un'altra sigaretta.
Ti prendo, amore.
Prendiamoci.
Ho paura.
Sto scappando.
Corro.
Sono tanto solo.
Girami.
Girati.
Sorridimi.
Sto cadendo.
Mi sento tanto solo.
Addio amore.
Ciao.
Ci sei?
Almeno mi lasci?
Vado a morire.
Son morto, mamma.
Son morto, Jimin.
Ma tutto questo non importa.
Vero?
Vero?

❛"VERO?"❜Where stories live. Discover now