Epilogo

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Dormire sul divano e riposarsi dopo una lunga settimana è una delle attività più belle per Niall da quando ha quella vita impegnativa.
Ha una casa intera da gestire, come capofamiglia di tre persone meravigliose, ha il lavoro al conservatorio, ma anche al palazzetto a fine giornata quando va a prendere lì sua moglie.
Già, parlando del primo posto, Niall aveva aperto un proprio conservatorio di musica con i soldi vinti con il mondiale quattordici anni prima e adesso quella scuola è una delle migliori in circolazione. Seleziona lui stesso gli insegnanti per la sua struttura da quando l'ha aperta e anche se lui non è tra loro, è sempre lì dentro. Da quando lui si è ritirato dal mondo del pattinaggio, si dedica quasi completamente a scrivere musica, come ha sempre voluto. Gli studenti del conservatorio lo trovano spesso nel suo ufficio o in giro per le aule vuote, intento a comporre musica e lo amano così tanto da chiedergli aiuto per le loro creazioni. Proprio per quel motivo oltre che essere il direttore del suo conservatorio Niall è anche un produttore e un autore affermato, che immette i suoi studenti nel mondo della musica e che scrive testi e melodie per loro, ma anche per artisti già avviati.
Niall aveva fatto quella scelta dopo il mondiale vinto con Eveline. Era stata proprio quella che adesso è diventata sua moglie a spingerlo per quella strada. Dopotutto, è sempre stato ciò che avrebbe voluto fare davvero e che non aveva mai fatto per paura che non fosse la cosa giusta. Non era l'università che i suoi genitori desideravano, non era la pista che suo fratello idolatrava. Ma era ciò che lui amava fare davvero.
Ed Eveline invece? Beh, stranamente, quando Niall aveva attaccato i pattini al chiodo, lei non si era ancora sentita pronta per farlo. Così Niall le aveva dato il permesso di rompere la loro antica promessa, che lei teneva ancora in considerazione. L'aveva lasciata gareggiare da solista. E lei? Beh, sotto la guida di Finnick, Eveline aveva vinto tre europei e altri due mondiali, prima di decidere di fermarsi definitivamente.
Niall era stato perfino d'accordo nel farla continuare con suo fratello. Finnick, dopotutto, era decisamente cambiato da quando Tess lo aveva tradito. Cambiato a tal punto da essersi innamorato perdutamente del suo insegnante di un corso di ballo in cui aveva partecipato soltanto per scherzo. Una lezione, che poi erano diventate due e anche tre, fino a quando non aveva ballato nel letto di Mike. Quella sì che era stata una rivelazione strana per gli Horan. Il perdutissimo donnaiolo che si trasforma in un docile gay passivo. Niall ama prenderlo in giro per quel particolare.
E quello aveva portato Niall ad accettare del tutto suo fratello come allenatore di sua moglie. Ad ogni modo, sia Finnick che Eveline si erano ritirati quando lei era rimasta incinta per la seconda volta. Il maggiore degli Horan adesso è sempre in giro per il mondo con Mike, mentre la pattinatrice ha preso il posto dell'allenatore al palazzetto. Struttura che Niall aveva comprato quando volevano buttarlo giù. Erano tutti troppo legati a quel posto per rinunciarci. Niall ed Eveline ci hanno concepito dentro la loro prima figlia. E la donna adesso insegna tutti i giorni pattinaggio ai bambini e anche alla loro prima figlia lì dentro.
È sabato pomeriggio e la casa in quel momento è silenziosa, perché Eveline non è ancora tornata dopo i corsi mattutini del sabato (lo ha perfino esentato dall'andare a recuperarla come fa di solito), e i suoi figli dopo aver pranzato con lui, sono entrambi al piano di sopra.
Il fuoco che Niall ha acceso quando si è alzato quella mattina scoppietta nel camino e la televisione a basso volume impostata su un canale qualsiasi è il perfetto relax per l'ex pattinatore.
Certo, fino a quando un tornado scende le scale della sua villa urlando un «Papà!».
Niall si mette a sedere sul divano, nel momento in cui il suo bambino di sei anni si lancia addosso a lui, facendolo mugolare.
Niall prende tra le braccia suo figlio, che ha appena infilato la testa nel suo collo con fare spaventato.
«Ian, amore di papà, che c'è?» chiede, accarezzandogli la testa.
«Hai visto fuori?»
Niall allunga la testa, ma non riesce a vedere.
«È tutto bianco!»
E Niall cerca di non ridere. Suo figlio è probabilmente l'unico bambino in tutto il mondo ad avere paura della neve.
«Nevica!» la voce eccitata di sua figlia arriva ancora prima del rumore di passi veloci giù dalle scale.
Mentre Ian trema tra le sue braccia, Niall guarda sua figlia: la tredicenne ha il giaccone addosso e i pattini legati tra loro attraverso i lacci intorno al collo.
«Papà, io vado fuori. Voglio pattinare al lago con i fiocchi che mi si poggiano sul naso.» la moretta ridacchia, prima di afferrare il cappello e i guanti e fondarsi all'esterno. Non fa in tempo ad aprire la porta, però, che sbatte quasi contro qualcuno. «Zio Finn! Zio Mike!»
Gli occhi di Niall si spalancano per lo stupore. D'accordo quello non se lo aspettava.
«Niall?» la voce di Eveline giunge alle orecchie dell'uomo di casa, che decide di alzarsi in piedi, tenendo Ian sempre in braccio. In quella posizione non esclude che suo figlio possa addormentarsi addosso a lui.
Gli occhi blu di Niall si poggiano su tutte le persone che affollano l'ingresso. Eveline è tornata a casa, portando con sé suo fratello e loro cognato. O forse sono arrivati casualmente allo stesso orario, ma da posti diversi. Sua figlia sta abbracciando i due uomini, poi si fionda giù dalla veranda, inoltrandosi sulla neve.
«Rose, sta attenta lì fuori!» Niall le urla dietro, ma sua figlia è già così distante che probabilmente non lo sente nemmeno.
Quindi sposta lo sguardo e si sofferma sui due nuovi arrivati. «Chi non muore si rivede.» dice, facendo sorridere suo fratello.
Eveline non gli toglie dalle braccia nemmeno suo figlio, prima di finire nell'abbraccio di Finnick. Niall stringe suo fratello con con una mano e quest'ultimo lascia un bacio sulla testa del piccolo. «La patata dello zio qui ha ancora paura della neve?»
Ian solleva la testa, ma solo per lanciarsi piuttosto addosso all'uomo più grande.
Adesso che ha le mani libere, può salutare anche Mike e per finire può baciare sua moglie, che ha appena esortato i loro ospiti a lasciare le giacche e ad accomodarsi sul divano. «Vi faccio il caffè o della cioccolata calda.»
Niall afferra il viso di sua moglie e poggia le labbra sulle sue. «Com'è andata al palazzetto, piccola?»
«Bene. Emma è quasi pronta per la gara. E il gruppo delle piccole fa grossi progressi di giorno in giorno.»
Niall sorride. «Con un'insegnante come te, mi sembra il minimo.»
Nonostante tutti quegli anni, è come se l'amore che Niall provava per lei fin da quando erano piccoli, sia rimasto. O meglio, si sia amplificato. Niall ama follemente Eveline e lei fa altrettanto.
«Va a sederti con Finn e Mike, vi porto i caffè.»
«Grazie, dolcezza.» le accarezza la guancia prima di raggiungere la stanza da pranzo. «Allora, ragazzi. Quale buon vento vi porta nei pressi di casa?»
Niall si siede così da avere suo figlio tra le gambe, che adesso sta disegnando qualcosa su un foglio poggiato sul tavolinetto davanti al divano.
«Salutare mio fratello e il resto della mia famiglia mi sembrava giusto prima di ripartire.»
«Ripartite? Di già? Non siete neanche tornati e volete andarvene subito di nuovo.» dice Niall, mettendo su un broncio.
Mike si mette a ridere. «Vogliamo andare ad est questa volta, verso la Russia.»
«Abbiamo ancora dei posti da vedere del mondo, fratellino. Però avevamo una cosa da dirvi.» entrambi alzano le mani sinistre, mettendo in mostra degli anelli che Niall non aveva notato prima.
«Las Vegas è fichissima.» aggiunge Finnick con una risatina.
Niall non ha il tempo di dire nulla, che Eveline si mette ad urlare. Un urletto di quelli eccitati, che fa saltare in aria Niall.
«Niall, vieni subito qui!» esclama.
E Niall non è l'unico ad alzarsi. Si ritrovano tutti in cucina davanti alla finestra che dà sul lago. Perfino Ian, che sulle spalle di Mike si copre gli occhi perché odia tutta quella neve.
«Guarda lì.» dice Eveline, indicando qualcosa al di fuori della finestra.
Niall ci mette qualche attimo di troppo per rendersi conto che sua moglie sta indicando il lago, sul quale sua figlia non è più sola.
«E quel ragazzino chi è?» Niall assottiglia gli occhi, sporgendosi in avanti verso la finestra.
«Ah, non ne ho idea. Ma osserva come lei lo sta guardando. E li vedi i pattini che lui ha i piedi?» continua Eveline esaltata.
«È entrato in una proprietà privata.»
«Ah stronzate, Niall. Il lago non è tuo e quel ragazzino sta per iniziare a pattinare con la nostra dolce Rose Marie. Non vi ricorda qualcuno?» scherza Finnick.
«È biondo tanto quanto lo eri tu.» sghignazza Eveline.
«No. No. E no! La mia bambina è troppo piccola per...»
Ma ormai Rose Marie ha afferrato le mani del ragazzino. Stanno davvero iniziando a pattinare insieme.
Niall non riesce quasi a crederci. Perché sì, tutto quello gli è molto familiare. E poi perché sua figlia porta addosso il nome della loro vecchia migliore amica. E oltre al nome sembra avere anche altre cose in comune con la francesina. Si metterà sicuramente nei guai.
Tutti restano in silenzio per un po', ad osservare la tredicenne che pattina insieme a quello sconosciuto.
«L'amore è nell'aria.» canticchia Mike, schioccando un bacio sulla guancia di suo nipote e facendo lagnare Niall.
«Vado a fermarli.»
Le unghie di Eveline si conficcato nel polso di suo marito. «Non andrai da nessuna parte. Sai che ti dico? Abbiamo appena trovato il partner di tua figlia. Guardali!»
Niall sbuffa. «Se tutta questa storia finisce come è finita a noi, io non voglio saperne nulla. Probabilmente è colpa di quel lago! È maledetto!»
Eveline solleva gli occhi al cielo. Con la vecchiaia suo marito è diventato decisamente peggio di prima.
Finnick allunga il braccio e da un colpo sul retro della testa del minore degli Horan.
«Come noi vuoi dire sposati e felici?»
Niall emette un verso stizzito con la gola, prima di prendere in braccio Ian e allontanarsi dalla cucina e dalla vista del lago.
«Tu sei il mio bambino preferito, cucciolo. Tu che hai paura della neve e non vuoi avvicinarti a quel lago... Tu sì che sei la gioia di papà. Eve, la cioccolata sul fuoco a questo punto penso che si sia bruciata.»
Eveline squittisce e si allontana dalla finestra, per vedere se suo marito abbia effettivamente ragione.
Ian intanto ridacchia, mentre la voce di Finnick in sottofondo dice: «Ah, Eve. Io e Mike ci siamo sposati a Las Vegas.»
«Che cosa?» la voce della pattinatrice è alta, lo ha praticamente urlato.
E in quel momento Niall ne approfitta per andare all'ingresso. «Papà, dove stiamo andando? Non voglio andare fuori. Ci sono i mostri di neve.»
«Ti proteggo io, piccolo.»
«No, papà.»
«Va bene, allora aspettami qua, arrivo subito.» Niall lo mette giù e apre la porta. Deve andare a salvaguardare la sua bambina, la sua Rose Marie.
Peccato solo che Eveline si sia accorta delle intenzioni di suo marito. E gli è praticamente corsa dietro. «Niall! Torna subito qui!» ha urlato, perché non ha intenzione di mettere sua figlia in imbarazzo, né tanto meno rompere l'atmosfera che si è formata giù al lago. Perché se è in quel modo che sarebbe dovuta andare, allora lo avrebbe fatto. Senza nessuna interferenza, senza tutti gli intrighi e le complicazioni che invece avevano dovuto affrontare loro. Perché magari, la piccola Rose Marie sarebbe stata decisamente più fortunata dei suoi genitori. E avrebbe vissuto fin da subito la sua storia d'amore. E loro? Dovevano soltanto restare a guardare.


Fine.

Parole dell'autrice: beh, in realtà non ho molto da dire arrivati a questo punto. So che questa storia è risultata quasi diversa da ciò che scrivo di solito e anche se con più tempo del normale l'ho finalmente portata a termine. Non mi resta che ringraziare tutti coloro a cui è piaciuta, che hanno dato un'occhiata, letto e stellinato. Se vi va, fatemi comunque sapere che cosa ne avete pensato di questa fanfiction.
Alla prossima storia.
- La vostra Manu

Cold Heart ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora