LOVE MATCH - JIKOOK ✓✓

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nel capitolo ci sono scene con contenuto esplicito YoonKook,
se non vi piace non leggete (:

Era ormai arrivata la prima settimana di aprile e, nel giro di qualche giorno, Yoongi avrebbe ricevuto i risultati degli esami che aveva dato all'università.
Ormai i ragazzi si frequentavano da tre settimane e Jungkook aveva notato come il biondo fosse agitato all'idea di ricevere i risultati, anche se dava il suo meglio per mascherarlo.
Così, il minore, aveva organizzato una bella serata da passare con lui.

Quel venerdì sera Yoongi aveva raggiunto Jungkook davanti alla gelateria dove questo gli aveva dato appuntamentoe lo salutò con un bacio a stampo sulle sue labbra.
Il moro sorrise istintivamente. Nonostante si scambiassero quei gesti di affetto da qualche settimana, ogni volta questi gli procuravano un forte moto di felicità.

Entrati nella piccola gelateria artigianale, famosa nel paese e nei dintorni per l'ottimo gelato che serviva, presero i loro coni: menta e cioccolato e vaniglia per Jungkook, cioccolato fondente e panna per Yoongi.
Quando il moro fece il suo ordine, Yoongi non poté fare a meno che arricciare il naso e dalla scelta di Jungkook scaturì un dibattito molto serio sul gelato al gusto menta e cioccolato, che, ovviamente, terminò con un bacio riconciliante.

I due ragazzi si erano seduti su una delle panchine fuori dal negozio, gustandosi i loro gelati e parlando, spaziando tra diversi argomenti, o intraprendendo attività interessanti come dare i voti alle coppie che camminavano lungo il marciapiede o fingere di indovinare e ricostruire la storia dei diversi passanti.

Fu così che, tra una risata e l'altra, passarono il tempo, fino a quando non si fecero le ventitré e il biondo guardò Jungkook, mordendosi lievemente il labbro inferiore.
« I miei genitori sono ad una festa di lavoro, che ne dici di fermarti a casa mia a dormire? Se non sei troppo stanco possiamo anche guardare un film. »

Jungkook lo guardò, deglutendo lentamente. Lo aveva davvero appena invitato a dormire da lui? Si morse il labbro inferiore, mentre nella sua testa si profilavano tutte le diverse fantasie e gli scenari che si era fatto in quelle settimane e che aveva tenuto nascosti.
Si era sempre chiesto come sarebbe stato dormire con Yoongi, abbracciato a lui, magari avendo anche l'occasione di ammirare i suoi tatuaggi nella loro totalità.
Nella sua testa pensò anche all'eventualità di qualcosa di più sessuale che romantico, che andasse al di fuori delle aspettative, ma non volle crearsi false speranze: se il caso avesse voluto, sarebbe successo.

« Certo, se mi presti tu qualcosa per dormire posso fare a meno di andare a casa a prendere le mie cose. » Yoongi sorrise, baciandogli la guancia ed alzandosi.
« Tutto quello che vuoi~ »

Jungkook scoprì che l'abitazione di Yoongi non distava molto, se non una quindicina di minuti a piedi, dal luogo in cui si erano incontrati.
Giunsero davanti alla casa, che agli occhi di Jungkook parve familiare, ma il moro non ebbe il tempo di ripescare dalla propria mente alcun ricordo relativo a quella facciata di un'elegante modestia, perchè Yoongi lo prese per mano e lo fece entrare.

All'interno l'abitazione era completamente avvolta dall'oscurità, la poca luce della luna che entrava dalle ampie finestre permetteva di scorgere il profilo del mobilio e degli altri articoli di arredamento.
« Yoongi, non accendi la luce? »
« No, non mi va di andare fino all'interruttore, e poi so orientarmi bene al buio, dopotutto è casa mia. Seguimi e stai attento ai gradini delle scale. »

Jungkook sbuffò divertito mentre seguiva il biondo, tenendolo per mano e proseguendo dritto, con lo sguardo abbassato per cercare di individuare ogni singolo gradino, o per lo meno il suo profilo.
« Sei talmente pigro da fare invidia ad un bradipo. »

« Lo prenderò come un complimento. », ridacchiò il maggiore, svoltando verso destra e proseguendo diritto, per poi fermarsi davanti ad una porta che aprì, questa volta curandosi anche di accendere la luce.
Jungkook dovette strizzare un paio di volte gli occhi, ai quali, abituati al buio, non piacque particolarmente la grande quantità di luce che si sprigionò dal lampadario al centro della grande stanza.