9. Santa Versace, piena di grazia, benedette sono le tue borse (e anche le...

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(Non mi fa mettere tutto il titolo)

"Santa Versace, piena di grazia, benedette sono le tue borse (e anche le tue scarpe)"

Mi sto godendo il sole di Palermo, è bellissimo, Londra non ha mai questo sole, lì è gia tanto se sfioriamo i ventitré gradi. Mentre qui, a fine giugno, ne fanno trentadue, ci vivrei.

Guardo il mare e tento di rilassarmi, ma il mio corpo non collabora. Il mio piede trema leggermente e le mie mani si stringono troppo sulla rivista che ho tra le dita.
La verità è che sono agitata. Appena lascio che i miei pensieri vaghino ricordo la pressione delle labbra del biondo sulle mie. Le sue mani che mi accarezzano la schiena e che premono per avvicinarci di più. Ricordo la consistenza dei suoi capelli e delle sue guance, del suo collo. Ricordo la sua lingua nella mia bocca, gentile e per niente esigente, che mi ha fatto venire le farfalle nello stomaco e un calore nel basso ventre. Credevo che baciarlo sarebbe stato tutto lingua e denti, aggressivo e violento, come se lui pensasse che gli devo un bacio. Invece è stato rispettoso e dolce, non mi ha toccato troppo e le sue mani sono rimaste sui miei fianchi o sulla mia schiena. È stato sorprendente.

Ma devo assolutamente dimenticarmene. Perchè baciarlo non era tra i piani, tutto di lui non era tra i piani. Non posso permettermi di fare qualcosa fuori dagli schemi, perchè se no impazzisco.

L'ho praticamente pregato, questa mattina, per permettermi di andare in spieggia da sola. Lui ha chiamato zio Harry, hanno fatto dieci minuti di chiamata prima che il Malfoy sospirasse e annuisse nella mia direzione, dopo aver capito che: uno, sono in grado di difendermi da sola. Due, i mangiamorte non ci hanno seguito a Palermo.

"Scusami?" Chiede una voce. Apro gli occhi e abbasso gli occhiali da sole sul naso.

"Si?" Chiedo confusa. È un ragazzo, figo, alto e riccio. I suoi occhi sono davvero belli, sono azzurri come il mare a qualche metro da noi.

"Ti ho vista tutta sola e mi chiedevo se potevo lasciare la mia roba accanto a te mentre faccio un tuffo" dice gentile. Ha un sorriso dolce e parla inglese molto bene, un punto in più.

"Certo nessun problema" esclamo sorridendogli. Lui ricambia e mi guarda attentamente.

"Sono Riccardo" dice allungando una mano. Italiano, dunque, ma dal suo inglese non si direbbe.

"Rose, piacere" gli stringo una mano e sorrido.

"Grazie Rose. Da dove vieni?" Chiede. Si siede su una sedia accanto alla mia sdraio e sorride ancora di più, il suo sorriso lo rende ancora più bello.

"Londra" mi metto seduta meglio e mi sistemo gli occhiali tra i capelli.

"Bella Londra, ci ho fatto uno stage un paio di anni fa" esclama sorridente.

"Hai un ottimo inglese" dico. È carino, molto carino.

"Grazie, è una bella lingua e poi se lavori in un bar sulla spaggia devi saperlo" esclama "Se vuoi puoi venire questa sera, è sempre aperto. La notte è una specie di discoteca sulla sabbia, è quello li infondo" mi indica un bar ed io sorrido.

"Certo, ci penserò, grazie" dico. Lui si alza, e si toglie la maglietta. Merlino, cosa sto guardando? Questo tizio, oltre al bel sorriso e gli occhi, ha anche una bella tartaruga. Alzo le sopracciglia e lo squadro.

"Ora vado a fare un tuffo, grazie ancora" esclama. Annuisco senza ascoltarlo, andrò sicuramente alla festa.

***

Apro la porta della stanza piano, sperando che il biondo non mi ammazzi per non avergli detto che non sarei tornata per la notte. La bella sorpresa che mi trovo mi fa urlare e arrossire contemporaneamente. Urlo appena metto gli occhi sulla scena che mi ritrovo davanti. Merlino!

Fuori dagli schemi-ScoroseWhere stories live. Discover now