Him

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Ehi gente, la storia con Shawn quella  "Disagiante, ma non troppo" la continuerò, tranquilli.
Solo mi volevo un attimo staccare perché non so come continuare.
So, eccoci qui.
Spero vi piaccia,
Baci Nao💚

P.s. sempre stessi nomi, ho una fantasia raga!!! Comunque questo sarà sempre il punto di vista della protagonista, quindi niente Pov... zaooo

Correvo veloce con il manto al vento, dovevo sul serio tornare dal branco, mi ero fermata troppo con la curatrice del villaggio vicino.

Sentivo le imprecazioni di Giulia, la mia Alpha, anche da qui e i suoi ululati rimbombavano continui nell'aria.

Mi fermai di fronte alla grotta e oltrepassai la cascata, guardandomi attorno furtiva.

Continuai ad avanzare, finché non vidi le foglie che nascondevano la nostra casa.

Mi addentrai e corsi verso la casa della mia Alpha, situata al centro del villaggio che avevano costruito i nostri avi con le loro mani.

Mi ritrasformai ed entrai dalla porta sul retro, cercando di far il meno rumor possibile.

Tutto invano, dato che delle pesti mi corsero in contro urlando "Zia!!!" a squarciagola.

"Mia, Maia... che bello vedervi!!!" le abbracciai e le presi in braccio.

Erano piccole per la loro età, ma avevano già imparato delle cose importanti, come manovrare un arco o una spada.

Mi incamminai in cucina e vidi la mia Alpha in piedi che mi guardava storto.

Mia si staccò dalle mie braccia e andò dalla madre, a cui somigliava tantissimo.

Entrambe avevano capelli lunghi neri, occhi profondi come pozze, marroni, labbra gonfie e sorriso da far invidia a tutti.

Maia, invece, era tutta suo padre (nonché mio fratello) aveva i capelli castani con riflessi sul biondo e occhi chiarissimi.

"Su bimbe andiamo da vostro padre." proclamò la mia amica, prendendo le figlie in braccio.

"Ma mami, io volevo stare con zia a farmi raccontare degli umani..." si lamenta Mia.

La mamma si allontana ammonendo la figlia e augurandomi con la telepatia buona fortuna, che viene ricambiato da me con un secco "Alice, fanculo".

La mia Alpha si schiarisce la voce e mi guarda "Ti hanno, di nuovo, avvistato... un grosso lupo bianco si aggira per i boschi delle Cascate del Niagara, cosa hai da dire in tua discolpa?"

Abbasso lo sguardo "Giuly... sono andata con la curatrice a prendere le erbe, ho sentito un fruscio e dei cacciatori, così mi sono trasformata e sono andata a casa con lei in groppa."

Lei corrucia la fronte "Non puoi dare sempre la colpa ad Atena..." si siede, massaggiandosi le tempie e continuando "Dio, sai che potrebbero scovare il nostro nascondiglio, ma tu te ne freghi altamente!"

Un sonoro sbuffo esce dalle mie labbra "Non faccio del male a nessuno, non capisco perché ci debbano cacciare!"

Lei rotea gli occhi, poi si concentra su di me "Naomi, se lo sapessi, te lo direi... lo so che non è colpa nostra."

Sorrido sconsolata e lei continua "Oggi farai la sentinella notturna e non cacciarti nei guai, ci siamo capite?"

Io annuisco e me ne vado nella mia stanza, abbandomi sul letto e sbuffando.

Sento dei passi leggeri fuori dalla porta, riconosco l'odore di Maia e sorrido.

Lei bussa delicatamente alla porta e io sussurro un "Avanti".

Maia entra e si mette accanto a me sul letto.

Dopo attimi di silenzio, la piccola sussurra "Zia, mi racconti quella storia dei due innamorati?"

Sorrido, ripensando a lui e pronuncio "Tu non eri ancora nata, nel villaggio c'era una piccola guerriera che amava cacciarsi nei guai...

Inizio Flashback

"Su Naomi, corri o ti prendo!!!" urlava la curatrice, Atena, sventolando il suo bastone in aria, come ammonizione.

Io correvo e non mi voltavo indietro, avevo troppa paura che lei mi prendesse, ero solo una bambina.

Mi trasformai in una lupacchiotta bianca e arrivai sul confine con la terra degli umani.

Sentivo Atena lontana, urlare che mi avrebbe preso, ma poco mi importava.

Ero così affascinata da quella costruzione, simile alle nostre casette nel villaggio, ma fatta di un materiale strano... tutto grigio.

Mi avvicinai e trovai una specie di muro di legno.

Provai a girarci attorno, ma non trovai nulla, fino a quando vidi una piccola fessura, la spinsi ed entrai in un campo dove l'erba era stranamente più verde.

In quel momento un ragazzino di 10 anni uscì da quella scatola grigia e mi guardò.

Il mio cuore iniziò a battere, così forte che pensavo volesse uscire dal petto, le zampe tremavano, i miei occhi erano attaccati ai suoi e la mia lupa faceva salti di gioia.

Volevo ritrasformarmi, sentivo che dovevo andare da lui, ma appena un omone uscì e mi vide, mi sparò diverse volte, centrandomi definitivamente sulla spalla, mentre fuggivo.

"E poi?" Maia mi incitò a continuare e io sorrisi "E poi nulla, la lupa tornò sempre in quella casa, solo per vedere quel ragazzo."

"Ma si misero insieme?" conosceva la fine, ma me la voleva sempre estrapolare, come se sapesse che non fosse la verità.

"Si sono sposati e hanno avuto tanti bei lupetti!!" le feci il solletico e lei si mise a ridere come una matta.

"Ora devo andare zia, la luna piena sta per arrivare e mamma ha stabilito a quell'ora il coprifuoco." mi sorrise e uscì.

La guardai tornare a casa sua e mi richiusi dentro, sospirando.

Raccontarlo mi faceva male, tanto.

Quel ragazzo? Mai più visto, la Dea lo aveva scelto per me, ma io l'ho lasciato scappare via.

Mi metto i soliti vestiti, una vestito lungo fino ai piedi con mantello e mi guardo allo specchio.

Accarezzo la cicatrice da cui la curatrice mi tolse il proiettile, oddiavo quelle armi.

Presi un gran respiro e mi legai i capelli in una treccia, per riuscire ad eseguire per bene il mio lavoro.

Uscii di casa e mi trasformai, andai fuori la cascata e corsi fino al confine, rintanandomi sull'albero più alto.

Per un po' non sentii nulla, fino a quando delle voci mi giunsero all'orecchio e guardai verso quella scatola grigia, che era stata disabitata per anni.

Una stretta allo stomaco mi assaliva, sentivo che c'era qualcuno lì, qualcuno che conoscevo.

Mi avvicinai, restando su uno dei rami alti di un albero.

Solo allora da lì uscirono dei ragazzi, che ridevano e bevevano.

Tra di loro riconobbi un vampiro e mi uscì un ringhio lieve, che mi fece vibrare il petto.

Nessuno di loro se ne accorse, ma io stavo ribollendo di rabbia e frustrazione.

Poi, sentii un odore famigliare, un ragazzo uscì dalla porta e la mia lupa iniziò a tremare.

Era lui.

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⏰ Last updated: Jun 25, 2019 ⏰

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