n-8 [Dove vivi?]

156 20 14
                                    

Capitolo numero otto

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Capitolo numero otto

“Dove vivi?”

Gli occhi di quell'uomo dalla pelle bruna, oscuri come la sua anima putrefatta, osservavano affascinato la neutralità con cui il ventenne dinanzi a lui maneggiava quei liquidi così tossici: a mani nude, senza nessuna protezione, con indosso solo un pantalone della tuta grigio e una maglia altrettanto grigia, anonima.

Gli occhi del riccio dai capelli color miele, di un castano acceso, dalla luminosità anormale, atipica, erano fissi sugli oggetti che aveva tra le mani; aveva un'espressione persa, quasi assente.

Il giovane, con i suoi capelli riccioluti, legati in un codino sfatto e quasi inesistente, rovesciò una provetta dal liquido luminoso, fluorescente, all'interno di una cavità, della medesima dimensione dell'oggetto delicato.

Tale cavità faceva parte di un macchinario enorme, davvero strano, che confinava con una grande sala murata, la quale aveva solo una finestra barricata.

Un grido.

Da quella grande sala, quella collegata al macchinario, si udivano distrattamente delle urla disumane, piene di dolore, orrore.

Ma nessuno poteva farci niente, tutti vi erano passati al suo interno, persino alcuni medici erano stati sottoposti a quegli esperimenti tanto crudeli e malsani, quasi estrapolati da film horror o di fantascienza.

L'uomo castano scoccò le dita, facendo risvegliare, così, il biondino dal trance in cui era caduto nuovamente; allo stesso tempo, i suoi occhi si colorarono, in una frazione di secondi, di un verde scuro, miscelato alla perfezione con un nocciola delicato.

Il ragazzo assunse un'espressione affranta, spezzata, rassegnata, puntando i suoi occhi, una volta vivaci, sulla pavimentazione. L'uomo, però, con un sorriso dolce, quasi paterno, si avvicinò a lui, posando, con forza misurata, una mano sulla sua spalla. Una lieve carezza fece rabbrividire il ventenne, il quale rimase in silenzio, ma puntò i suoi occhi chiari in quelli scuri dell'uomo.

«Bravo ragazzo, bravo»

***

«Allora? Parla prima tu, già che ci sei, Mickey mouse?» La voce di Sabrina aveva un timbro ritmato, le parole sembravano fuoriuscire assieme, con ferocia. I suoi capelli erano scombinati, quasi inguardabili, troppo mossi, diversi da come li ricordava Michael e da come erano in principio.

«Per prima cosa, che hai combinato ai capelli? Sembri essere appena uscita da un manicomio» se ne uscì, quindi, il rosso, inclinando la testa leggermente verso sinistra e assumendo un'espressione confusa.

La bionda sbuffò ed alzò al cielo gli occhi, visualizzando, alla perfezione, la luna scura, quasi del tutto scomparsa.

«Ha ha. Lo stato dei miei capelli dipende proprio dalla cosa che ti devo dire, coglion-»

«O grande Gucci! Come non fai a conoscere Harry Styles e i suoi magnifici e strabilianti outfit! Ma dove vivi? In una discarica?» La voce di Bella fece puntare, subito, gli occhi di Sabrina e Michael su di lei, la quale, seduta sul prato fine, al fianco di ''Due'', aveva un'espressione sconvolta e le braccia al cielo.

"Due" sorrise, scuotendo il capo.

«Io abito a qualche decimetro da qui... O almeno, penso si dica decimetro: papà dice che devo studiare meglio le unità di misura, ma io mi annoio; comunque, che cos'è una discarica e che cos'è un Harry Styles?» la voce del ragazzo bruno era innocua, curiosa.

Gli occhi blu di Sabrina furono subito su Michael, il quale le rivolse un'occhiata di intesa.
«Penso che questo ragazzo abbia subito qualche abuso, di conseguenza qualche trauma» se ne uscì Michael serio, con i suoi occhi verde rugiada, fin troppo intensi, su di Sabrina.

La bionda spalancò gli occhi, annuendo, però, di poco. Aveva uno sguardo perso, puntato sul ragazzo bruno. Si morse le labbra sottili, sospirando subito dopo.

«Ha subito sicuramente degli abusi, dati i vestiti che indossa e le cicatrici visibili sul suo corpo.» la ragazza, con movenze cadenzate, si avvicinò dinanzi al castano, accovacciandosi.

«Ricordi la strada per arrivare a casa tua?» la voce di Sabrina era calma, fin troppo. Sembrava stesse parlando con un bambino infante, uno di quelli che iniziano a piangere e non la finiscono più, fin troppo emotivi.

"Due" morse le proprie labbra carnose, annuendo lievemente.

«Si, ricordo, ma non è sicuro per voi. Io e Daniel siamo corsi fuori di lì per cercare la famiglia dell'esperimento numero tredici, ci ha detto di andare a questo indirizzo e di dire loro che lui è in pericolo, che tutta la città è in pericolo. Quale pericolo, mi chiedo io, dato che mio papà sta aiutando questa città come meglio può: oh, com'è bravo il mio papà!» il ragazzo finì il suo monologo con gli occhi che brillavano, una luce fin troppo intensa.

Difatti, neanche tre secondi dopo, senza dar tempo di aprire bocca ai tre ragazzi confusi, si voltò di scatto verso sinistra, verso il vuoto.

«Ciara, per carità, non dire stupidaggini! Papà vuole solo aiutare!» Bella, spaventa, si alzò dall'erba e dal posto in cui sedeva instanti prima; a passi lenti, timorosi e a ritroso, si allontanò dal bruno, affiancandosi ad un Michael disorientato.

Sabrina, spaventata meno di Bella e più di Michael, morse le proprie labbra sottili, scuotendo il capo, inspirando un profondo e intenso sospiro.

«Con chi parli... Due?» il ragazzo voltò, scattante, il capo verso la bionda, mostrando, sia a lei che agli altri due, i suoi occhi fluorescenti.

«Con Ciara! Ovvio!» Michael si avvicinò a Sabrina, posando una mano sulla sua spalla.

«Penso che dovremmo avvisare qualcuno: la polizia magari, l'ambulanza per vedere se ha qualche danno celebrare e agli occhi, l'FBI!» urlò Bella, puntando i propri occhi scuri sulle schiene dei due nuovi amici e sul tizio strano.

«Penso che lui sia collegato allo zombie di prima, Bella» affermò atona Sabrina, alzandosi dal pavimento e puntando i propri occhi azzurri sulla rossa.

La ragazza spalancò gli occhi, Michael fece altrettanto.

«Zombie di prima, sul serio?» la sua voce era alta, confusa, roca.

«No coglione, per scherzo, guarda!» se ne uscì Bella, acida.

Autrice

Salve! Come state? Era da un po' che non aggiornavo questa storia

Comunque, avete notato che nella prima parte del capitolo viene presentato un nuovo personaggio? E chi sarà mai?
Penso che abbiate già capito chi è, maaa okay ;))

Bene, cosa ne pensate di questo capitolo? E della storia in generale?

Fatemi sapere se ho sbagliato a scrivere qualcosa ecc, mi raccomando❤

Comunque, cosa che non c'entra ma OKS, sono troppo felice! Domani (Lunedì) andrò in gita, per tre giorni.

Adorooo

Baci a tutti!❤

The Mystery Of Luke Hemmings|| Muke ClemmingsWhere stories live. Discover now