Capitolo 9.

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"Mi ha fatto prostituire, Louis, per portare dei soldi a casa."

Era da più o meno 15 minuti che Harry singhiozzava tra le le mie braccia, con il viso spalmato sul mio petto.

Mi chiedevo se mai avrei dovuto fargli una domanda del genere, ma avevo bisogno di conoscere Harry e il perchè del suo strano atteggiamento.

Io ero più che sconvolto: Harry a soli 15 anni, ha dovuto prostituirsi per poter portare un pò di soldi a casa. Non me lo sarei mai aspettato.

Che uomo di merda era suo padre, e soprattutto, perchè al momento non si trovava da uno bravo psichiatra?

Potevo capire la sua disoccupazione, ma far prostituire il figlio, di soli 15 anni per giunta, era davvero schifoso.

Suo padre era schifoso.

"Harry, ti prego, non piangere." Sussurrai, carezzando la sua schiena, che come il resto del suo corpo, stava tremando.

Tirò su con il naso e si strinse maggiormente a se, poggiando la testa sulla mia spalla.

Gli carezzai i capelli e lo sentìi calmarsi sotto al mio tocco.

Sembrava un bambino.

"Lou, non mi lasciare, ti prego." mormorò Harry sulla mia maglia, con voce ovattata.

"Sono qui, Harry, non ti lascio." sussurrai con voce sincera, stringendo il più piccolo, forte a me.

E davvero, non lo avrei lasciato.

Lui aveva bisogno di me, e io si, in fondo anche io avevo bisogno di lui.

Avevo bisogno di lui come un neonato ha bisogno della propria mamma.

Avevo bisogno di lui come un uomo ha bisogno di aria per respirare.

Avevo bisogno di lui come un essere vivente ha bisogno di acqua e cibo per sopravvivere.

Si, avevo bisogno di lui, per migliorare.

Avevo bisogno di lui.

Ero pronto ad amarlo.

"Grazie Lou." sussurrò, prima di staccarsi lentamente dall'abbraccio per darmi un dolce bacio a stampo sulle labbra. Portai i pollici sulle sue guance, e tolsi le lacrime che se ne stavano sotto i suoi meravigliosi occhi.

Lui mi guardò, come incantato e portò nuovamente le labbra sulle mie, lasciando che queste ultime accettassero l'invito alle danze.

Ci baciammo per un tempo che parve infinito, ma poi Harry si staccò e inarcò un dolce sorriso, portando una mano sul mio viso, per poterlo carezzare.

"Harry, piccolo, dobbiamo uscire." sussurrai sfiorando il suo petto con i polpastrelli, mentre mi perdevo nel suo sguardo.

Lui sospirò e mi tirò a se, stringendomi forte contro il suo petto.

"Si, Lou." Sussurrò, prima di stringermi forte tra le sue braccia e sollevarsi, tenendomi in braccio.

Sgranai gli occhi e agitai i piedi in aria, boccheggiando.

"Harry, ho le vertigini!" Urlai con una vocina poco gay mentre mi stringevo forte ad Harry, spaventato dell'altezza.

Harry scoppiò a ridere e io ,stretto al suo petto, sentivo la vibrazione della sua allegra risata, ma soprattutto sentivo il battito del suo cuore.

Per un attimo mi scordai dell'altezza e delle vertigini, Harry stava ridendo, stava sorridendo e il suo cuore batteva. Batteva per me...e io non potevo essere più che felice.

Teach me how to love.||Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora