LXI. Voltare pagina.

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Nella foto in alto, Nicholas. Buona lettura!

Annuisce, e mi solleva; mi aggrappo come un koala. Lo stress e la stanchezza accumulata si stanno facendo sentire. Ci distendiamo sul letto, e mi stringe al suo petto, aggrovigliando le nostre gambe. Rimango in ascolto del suo cuore che batte velocemente sotto il mio orecchio, e quasi sorrido soddisfatta, prima di chiudere gli occhi e scivolare nel buio della mia mente.

-E bravi i piccioncini!-

Spalanco gli occhi, e mi metto a sedere di scatto, con la vista ancora appannata dal sonno. –Chi osa disturbare il mio sonno?- strepito, strofinando gli occhi.

-Il fratello del ragazzo al tuo fianco.- proferisce la voce, che identifico come quella di Francesco. –Allora? Mio fratello è così bravo a letto come tutti dicono?-

-Sparisci.- bisbiglio, tornando a letto, con il cuscino premuto sulla faccia. Sento la mano di Manuel muoversi sotto le coperte, afferrarmi un fianco e avvicinarmi a lui, anche se non posso vederlo.

-Uhh, allora mamma ha ragione, eh Manuel? Sei proprio cotto!- esulta Francesco, come se avesse vinto alla lotteria.

-Piantala, Francesco, ed esci da qui.- sento Manuel borbottare assonnato; poco dopo la porta si chiude e il cuscino mi viene tolto dalla faccia.

Mugugno qualcosa di incomprensibile, decisa nel rimanere a letto il più possibile. La giornata di ieri ha risucchiato tutte le mie energie.

-Anna...- richiama Manuel, con tono canzonatorio. Alzo una mano alla ceca, cercando il suo volto a tentoni e la spigo lontano da me, ridacchiando. –Dobbiamo alzarci. Sono già le dieci.-

Scuoto perentoriamente la testa, tirando le coperte e immergendomi nel buio. A meno che non ci sia un terremoto potenzialmente pericoloso, non ho intenzione di alzarmi.

-Anna, non costringermi a usare la forza.- minaccia, scherzoso, facendomi un accenno di solletico sul fianco.

Gli faccio il verso, e provo a rimettermi a dormire, ma spalanco gli occhi quando la mano si sposta, entrando sotto la maglietta e accarezzando la pelle bollente del fianco. Arrossisco violentemente, mentre la temperatura corporea sale alle stelle.

-Manuel, mio fratello potrebbe ucciderti.- balbetto, mentre le dita affusolate percorrono il mio fianco, salendo sempre di più.

-Non sto facendo niente di male. E poi sento il tuo cuore battere forte.- ribatte, ridacchiando. –Non negare che...-

-Zitto, Mr. Convinto. Mi stai solo mettendo a disagio, ecco perché.- borbotto, ispirando violentemente quando la mano raggiunge la pancia piatta. –Un giorno di questi ti picchierò, è una promessa.-

A malincuore, mi allontano dal suo tocco, rotolando su me stessa e balzo in piedi, togliendomi le coperte di dosso. –Ho bisogno di acqua gelata.- sussurro a me stessa, mentre corro in bagno, chiudendomi dentro.

Lancio una veloce occhiata al mio riflesso sullo specchio, individuando il suddetto marchio impresso pochi centimetri sotto il mio orecchio. Alzo gli occhi al cielo, sorridendo e mi sciacquo la faccia con acqua gelata, dato l'evidente rossore sul mio volto e la pelle che scotta nei punti in cui la mano di Manuel mi ha sfiorato.

Era da tempo che non mi sentivo così felice, e piena di vitalità. Il pensiero di aver trovato la persona con cui potrei avere una relazione stabile, che mi potrebbe realmente accettare con tutti i miei difetti, mi fa sentire in pace con me stessa.

Spero di non deludere le sue aspettative; alcuni aspetti del mio passato sono più insidiosi di quanto si pensi.

Prendo qualche altro secondo prima di uscire dal bagno, e trovo Manuel chino su un cassetto dall'armadio, in cerca di una maglietta. Il tatuaggio di un leone si staglia prepotente sul suo torace, occupandone due quarti. Il ragazzo nota che lo sto guardando intensamente, e lascia perdere il cassetto, per venire da me.

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora