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<<Azumane, stai seguendo?>>
A quel richiamo Asahi sussulta e alza di colpo la testa verso l'insegnante.
<<Sì, mi scusi!>>
È sicuramente in classe con il corpo, ma decisamente non con la mente. Stava ripensando alla conversazione fatta con Tanaka appena lasciata la casa di Nishinoya. Sono stati con lui fino alle 20 circa, orario in cui il libero si è addormentato mentre giocavano alla Playstation nel tentativo di farlo distrarre, non molto tempo dopo l'accaduto.
Avevano appena varcato il cancelletto e Tanaka lo stava richiudendo alle loro spalle, mentre Asahi lo stava aspettando poco distante. Appena egli lo ha raggiunto, dopo essere rimasti immobili uno di fronte all'altro a fissarsi, i due si stringono di nuovo in un forte abbraccio. Una volta scaricata la tensione che quel pomeriggio gli aveva addossato, senza dirsi una parola ma comunicando a sguardi ed espressioni, hanno poi iniziato a camminare.
"Cosa possiamo fare?" aveva chiesto l'asso improvvisamente, mentre proseguivano con gli occhi concentrati su quel tappeto di marciapiede che scorreva sotto di loro.
"Io... non lo so. Vorrei saperlo anch'io, ma non ne ho idea. Non penso ci sia altro da poter fare."
Dopo altri interminabili attimi di silenzio e di intenso rimuginare, Asahi si blocca davanti a lui, riportando la vista al suo viso.
"Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo-" comincia gesticolando intensamente, ma Tanaka lo interrompe e gli afferra i polsi con le mani, arrestando i suoi movimenti.
"Asahi, basta. Ora sta a lui, noi non possiamo fare altro. Adesso deve essere lui a chiedere aiuto."
L'idea che Tanaka gli aveva messo davanti lo spaventa: e se Nishinoya non volesse essere aiutato?
"Non penso di venire a scuola domani, se riesco vengo agli allenamenti" gli aveva inoltre comunicato mentre giocavano, prima che si assopisse.
"Certo, capisco..." aveva commentato Asahi e Tanaka aveva poi ricordato ad entrambi che non ci sarebbe stato l'allenamento.
Non vedendolo né a scuola né in palestra sarebbe stato difficile tenerlo d'occhio, ma forse è l'occasione giusta per parlare con gli altri e prendere una decisione.
"Non possiamo fare altro"
L'asso però non la pensa come il suo compagno, è convinto che possano ancora aiutarlo in qualche modo. Ma come?
Nishinoya non è solo e nemmeno Asahi lo è, nonostante se lo fosse quasi dimenticato, iniziando già a farsi carico da solo di tutta la questione. Perciò, al cambio dell'ora manda un messaggio ad ogni membro della squadra chiedendo di incontrarsi a ricreazione per parlare, sapendo per certo che tutti avrebbero letto e ci sarebbero stati. Scarta l'idea di scrivere nel gruppo dato che, se lo avesse fatto, anche Nishinoya lo avrebbe letto e voleva evitarlo.
Cerca di scrivere in tutte le chat nel minor tempo possibile, e fortunatamente ci riesce appena prima che entri l'insegnante dell'ora successiva. Tanaka è il primo a cui scrive e anche l'unico a cui dice il motivo dell'incontro, anche per condividere l'intenzione di parlare dell'accaduto.
La stanchezza dovuta al mancato riposo di quella notte sommata ai pensieri che circolano nella sua mente mettono a dura prova la concentrazione di Asahi, che attende con ansia il suono della campanella per la pausa, per cui avrebbe dovuto aspettare ancora un'altra ora.

Tanaka si trova nella sua stessa situazione. Si regge la testa con la mano, attento a non crollare sul banco e fingendo di prestare attenzione alla lezione che continua ininterrottamente dall'ora precedente. Con la coda dell'occhio vede il suo telefono illuminarsi e lancia un'occhiata al professore prima di tornare allo schermo. Si avvicina furtivamente il cellulare a sé, controllando in continuazione la posizione dell'insegnante: non potrebbe nemmeno tenerlo acceso, ancora peggio sul banco! Vede il messaggio da Asahi e apre la chat ma, prima che possa leggerlo, viene fermato dal professore.
<<Tanaka, cosa stai facendo?>>
Un brivido gli corre per tutta la schiena e deglutisce nervosamente.
<<N-niente!>> balbetta, maledicendo l'agitazione che compromette la sua credibilità. L'insegnante si avvicina e Tanaka blocca rapidamente il telefono, senza poter fare altro prima, per poi venirgli sequestrato.
<<E che non accada mai più!>> puntualizza il professore, su tutte le furie.
<<Certo, mi scusi, solo che... era importante!>> si giustifica inutilmente, venendo di nuovo zittito dall'insegnante e deriso dai suoi compagni.
"Speriamo che Asahi non si accorga che ho letto senza rispondere!" si augura, cercando di attendere la fine dell'ora abbastanza pazientemente.

Daichi è in giro per l'istituto con Sugawara, per svolgere insieme dei compiti per la scuola in quanto rappresentanti d'istituto, quando ad entrambi vibra il telefono.
<<Asahi?>> domandano entrambi alla vista del messaggio sui propri cellulari, per poi scambiarsi uno sguardo confuso.

Anche Kageyama è perplesso all'arrivo della notifica. Si sta recando in palestra per l'ora di ginnastica e scrive a Hinata, che si trova invece in classe.
"Hey idiota, hai ricevuto anche tu il messaggio da Asahi?"
"Sì" risponde l'altro e l'alzatore sta per chiudere la chat ma, vedendo Hinata continuare a scrivere, aspetta.
"Idiota" aggiunge infine. Kageyama sogghigna e blocca il telefono, rimettendoselo in tasca.

Tsukishima e Yamaguchi leggono il messaggio solo al suono della ricreazione. Il primo si è appena sistemato le cuffie e sta per far partire la musica, quando si accorge del messaggio e si alza di colpo, scattando fuori dalla classe. Sulla porta incontra l'altro.
<<Tsukki! Hai letto il messaggio di Asahi?>>
<<Sì, appena adesso. Stavo raggiungendo gli altri.>>
<<Anch'io, andiamo!>>

Anche tutti gli altri, al suono della campanella, corrono fuori. Tanaka, per la fretta, dimentica di riprendere il cellulare che gli viene ricordato proprio dal professore che glielo ha sequestrato.
<<Cos'avevi di così importante da usarlo durante le lezioni?>>
<<Mi scusi! È che... un ragazzo della squadra e un altro del club ha scritto a tutti di incontrarci per aiutarlo. Mi scusi ancora.>>
<<Vai da loro, allora.>> lo autorizza l'insegnante con un sorriso, restituendogli il telefono.
Un minuto dopo sono tutti al luogo prestabilito da Asahi, sfruttando al massimo quei 20 minuti di ricreazione che hanno a disposizione. I giocatori si salutano, desiderosi di sapere il motivo di quell'appuntamento, ma immaginando tutti che si tratti di Nishinoya.
<<È successo qualcosa ieri?>> esordisce Suga e Asahi e Tanaka si guardando rapidamente.
<<Veramente... sì.>> risponde l'asso, per poi raccontare tutto l'accaduto alternandosi con l'altro. Il resto della squadra ascolta a bocca aperta, increduli, mentre dei brividi percorrono i loro corpi e i due ragazzi rivivono le pessime sensazioni provate il giorno precedente. Alla fine nessuno sa cosa dire ed è Daichi a rompere quella dolorosa quiete.
<<Dobbiamo assolutamente fare qualcosa, la situazione è più grave del previsto.>>
Gli altri annuiscono, tentando di farsi venire qualche idea. Il nuovo silenzio, contrapposto ad un sottofondo lontano di schiamazzi e risate, è rotto da una voce incrinata. Una voce che è già raro sentire, ma praticamente impossibile udire incrinata.
<<Dobbiamo convincerlo ad iniziare una terapia, deve per forza farlo. Non c'è altra soluzione.>>
È Tsukishima a parlare e gli sguardi di tutti si alzano esitanti verso di lui.
<<Tsukki...>> mormora Yamaguchi e Tanaka lo osserva con compassione, riconoscendo il passato nelle sue parole.
<<Kei ha ragione, non c'è altra soluzione.>> concorda Asahi, facendo passare inosservata la peculiarità del suo intervento per non aumentare la sua sofferenza.
<<Ma come possiamo fare? Come facciamo a convincerlo?>> si preoccupa Suga.
<<Io avrei un'idea.>> subentra improvvisamente Kageyama, prima che la pausa di voci diventi troppo lunga, e tutti si girano di colpo verso di lui.
Nessuno di loro si sarebbe mai aspettato la sua partecipazione, invece ha anche lui dimostrato che gli importi di Nishinoya più di quanto dia a vedere, nonostante non si sia mai esposto sull'argomento.
<<Non ci credo.>> commenta Hinata, fingendo un'espressione stupita, e Yamaguchi ride furtivamente.
<<Tu zitto, idiota.>>
<<Cos'hai in mente?>> chiede Suga, ignorando gli insulti che si scambiano a cui ormai sono abituati.
<<Potrebbe risultare un'arma a doppio taglio, ma se funziona sarà super efficace!>>
<<Come le mosse dei Pokèmon?>> domanda Hinata esaltato.
<<Doppio taglio?>> replica l'alzatore.
<<No, se sarà super efficace come le mosse dei Pokèmon.>> ripete l'altro.
<<Ah!>> esclama Kageyama, per poi gli rivolgergli uno sguardo impavido accompagnato da un sorriso soddisfatto.
<<Anche meglio!>>

Il Corvo Dalle Ali GraffiateWhere stories live. Discover now