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Narrazione in terza persona

L'intera storia è ambientata in gita scolastica, ed è interamente frutto della mia immaginazione.

Buona lettura.

"Non vedo l'ora di buttarmi, letteralmente, sul materasso!"
Eveline annuì a quella affermazione, in effetti lo pensava anche lei.
Dopo aver passato circa 30 ore in pullman, e aver anche dormito una notte su quel sedile scomodissimo, finalmente il pullman contenente quasi 50 ragazzi si fermò davanti un albergo.

Si girò verso la fonte della voce e subito dopo abbassò gli occhi. Tom Holland, il ragazzo che aveva sempre guardato nel corridoio durante l'intervallo, era qualche sedile più dietro del suo, e stava tirando giù il suo zaino dallo scomparto apposito.

"Bella addormentata, muoviti che siamo arrivati."
Sharon, la sua migliore amica seduta al suo fianco, la fece tornare alla realtà. Si affrettò a prendere lo zaino e insieme scesero le scale.

Eveline e la sua amica si avvicinarono al porta valige, c'era una vera e propria folla di studenti ed alcune valige erano state già portate fuori.
Cercò di intravedere la sua valigia, avrebbe voluto tanto prenderla e scappare in stanza.

All'improvviso fu spinta e rischiò di cadere all'indietro sul cemento, rischiò ma non cadde, due braccia forti la presero proprio quando pensò che peggio non sarebbe potuta iniziare quella gita scolastica.
Si scostò i ricci scuri dagli occhi e il suo sguardo fu rapito da due occhi nocciola che la guardavano preoccupati.

"Tutto bene...?"
Tom assottigliò gli occhi a due fessure, e riconobbe la ragazza che ogni giorno vedeva nel corridoio a scuola, ma di cui ancora non conosceva il nome.

"Si bene, grazie... ehm scusami comunque, mi hanno spinta e..."
Eveline dopo aver distolto lo sguardo aveva iniziato a parlare a vanvera, tutto questo mentre si guardava i lacci delle scarpe.
Lui pensò fosse davvero dolce, e davvero timida, così da non riuscire a sostenere lo sguardo.

"Bene... Io sono Tom, tu?"
Lei tornò a guardarlo e strinse la sua mano, rimasta a mezz'aria per qualche secondo.

"Eveline."
Gli sorrise e poi, si girò nuovamente verso le valige trovando facilmente la propria, tutti gli altri erano stati davvero veloci e sicuramente gli ascensori erano tutti occupati.

Alzò gli occhi al cielo per tutta la situazione, ovviamente avrebbe voluto lanciare stelle filanti e coriandoli e festeggiare questo giorno per almeno altri 30 anni, ma avrebbe dovuto aspettare almeno di essere entrata in camera.

"Ci vediamo a cena."
Il ragazzo la salutò con la mano affrettandosi a raggiungere l'entrata dell'hotel, sulle scale riconobbe Sharon ed era anche abbastanza certa che avesse assistito a tutta la scena.

-
Appena Sharon chiuse la porta dietro le sue spalle, spinse scherzosamente la spalla di Eveline che si sedette sul letto matrimoniale e portò le mani sul viso.

"Che figura di merda." borbottò.
Si lasciò cadere sul morbido piumone bianco restando con gli occhi chiusi.
In effetti la camera non era male, il posto per le valige c'era, l'enorme letto matrimoniale era davvero comodo e c'era anche una TV posizionata di fronte ad esso. Il bagno non era male e per le due amiche l'unica cosa importante è che funzionasse la doccia al suo interno.

Sharon fece oscillare i suoi capelli biondi scuotendo la testa all'espressione della sua migliore amica.
"Sbaglio o ha detto: ci vediamo a cena?" mimò con le virgolette la frase detta da Tom prima, e Eveline realizzò finalmente l'accaduto.
Scattò in piedi e afferrò le spalle della sua compagna.

"Oddio, cosa mi metto? Non ho portato nulla di bello, fuori fa un freddo tremendo e ho portato solo maglioni giganti e caldi."
Si fece prendere dal panico. In effetti mai avrebbe potuto immaginare che Tom si sarebbe presentato a lei in questa occasione, e soprattutto in quella circostanza.

ᴀᴛ ꜰɪʀꜱᴛ ꜱɪɢʜᴛ | ᴏɴᴇ-ꜱʜᴏᴛ ᴛᴏᴍ ʜᴏʟʟᴀɴᴅWhere stories live. Discover now