LA FUGA.

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Entri nella tua tenda.
Vuoi pulire quella brutta ferita.

Dormi ancora in un materasso di fieno.

Su un ripiano di legno, un elastico tiene unite le copertine di un diario malconcio.
Tante pagine strappate.
Pensieri,obiettivi, sogni che hai scritto e subito gettato tra le fiamme di un gran calderone.

Tu non puoi sognare,ti ripete tuo padre.

Tra le pagine,in un foglio è
incollata una minuscola fotografia.
Una ballerina di flamenco nell'atto di batter le mani, al ritmo di gioie e dolori...sorride.

Gli rivolgi un delicato pensiero,la tua mamma,lo senti...è con te.

Poi qualcosa ti colpisce da dietro.

Cerchi di ripararti dalla violenza di quelle grandi, potenti, mani,ma le tue braccia sono troppo piccole.

E' tuo padre,gli occhi gonfi di collera e tensione.

《Porque' no has limpiado la jaula de los leones? Eh porque?.》(perché non hai pulito la gabbia dei leoni è perché? ).
Non ti lascia parlare,non ti lascia spiegare.
Continua a colpire.

《Porque'no haces lo que te pido? Eh?eh?porque'?.》(perché non fai quello che ti ordino?).
《Ve ahora ahora !ahora !ve!.》(vai adesso subito).
I tuoi occhi non guardano i suoi.
Ti dirigi alle gabbie silenzioso triste...non guardi dove vai.
È buio attorno.
Dagli alberi,il frinire delle  cicale.
Non ce la fai più, non sopporti più.
Ti inginocchi, con la maglietta raccogli il sangue che scende copioso sul mento.

Da lontano il gorgoglio di un ruscello.
Il pagliaccio, nella roulotte spegne l'ultima luce.
Ti alzi.
Cammini e un pensiero si fa chiaro,
cammini e diviene più limpido,cammini ed è...certo.
La Fuga .
Sulla lingua,un sapore pungente... sangue e lacrime.
Non sono di dolore, non sono di umiliazione...lasciare kezia il tuo amato cavallo,ti strazia.
Perché in fondo tu...hai solo sei anni.

Lo chiamavano DONO # WATTYS 2019 #Where stories live. Discover now