Introduzione: Discorso alle stelle

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Il vuoto dello spazio può apparire, agli occhi di chi guarda da un  qualsiasi pianeta, freddo, inespressivo, può causare paura e senso di  smarrimento; una distesa senza fine di tenebra interrotta solo dalla  flebile luce delle stelle, ma il loro calore è incapace di recarti  sconforto e così pian piano la tua anima potrebbe perdersi in quella  vastità, condannata all'esilio nel gelo e nella più totale solitudine. Ciò è il naturale pensiero che i mortali provano verso la grandezza del cosmo.

In tutto l'universo son esistite tante creature che, affascinate da questo timore che il vuoto provoca, hanno pensato, ponderato, creato modi per avvicinarsi al cielo e renderlo alla portata dei loro esseri. Anche osservare la vera forma dei pianeti che al suo interno stanziano, fissati da forze primordiali nel tessuto della realtà e poi ancora tutti gli altri corpi che popolano questo oceano nero e maestoso: rocce, residui del passato antico quando ciò su cui oggi si posano gli occhi era diametralmente differente, di ogni dimensione e forma orbitanti, in ordinate scie, attorno a oggetti più grandi e voluminosi... il "miracolo" dell'attrazione gravitazionale. Sembra un'ironica lezione della natura a noi, ciò che possiede una maggiore forza di attrazione attira a sé ciò che è più piccolo, più debole, incapace di imporsi da solo. Potrei portare migliaia, anzi milioni di esempi in cui questa fondamentale legge che regola il cosmo si possa applicare alle tante civiltà che popolano la nostra realtà.

Non c'è alcuna distinzione in questo, che sia natura o mortale, un diverso quadrante di questa galassia, un sistema con una o con due stelle, un pianeta lussureggiante di vita e civiltà o uno dove l'ingordigia ha vinto, trasformando quel mondo in una landa sterile. Tutto è accomunato dall'atavica attrazione verso ciò che vediamo come fuori scala rispetto a noi, che sia esso timore o rispetto o anche semplice curiosità. Ma c'è qualcosa che spinge tutti noi nel volerci affidare a ciò che nella nostra mentre costruiamo come il nostro punto di riferimento; normalmente per una buona fetta di noi il riferimento potrebbe essere di tipo sociale o familiare: un fratello, un padre, una madre, un amico... ad arrivare sino a figure di spicco della gerarchia sociale. Vuoi che sia un re, un imperatore, un'imperatrice, un presidente o un dittatore... tante storie si potrebbero narrare sul come la personalità di grandi uomini abbia raccolto attorno a loro vaste masse, l'attrazione naturale verso una personalità forte come dicevo. Ma eludendo dalle questioni della mera politica esiste un'altra "entità", se tale la vogliamo chiamare, capace di conversare in sé il rispetto e il consenso di milioni di individui. La religione... non importa la sua tipologia, può comprendere un singolo dio o tanti dei e accostati a loro altrettante creature, che costellano il fantasioso mondo generato dalla mente di noi mortali.

Mi perdonerete se con questo mio discorso non approfondirò ciò, ma avevo bisogno di queste tematiche per introdurre il vero concetto, quello che vorrei trasparisse dalle mie parole, ciò che deve rimanere nelle vostre menti. Se analizziamo nuovamente ciò che ho detto possiamo ben notare come, ogni singolo concetto da me citato, si rifaccia sempre alla paura della solitudine e dell'ignoto con la conseguente ricerca di un punto fermo, un'ancora che ci possa rassicurare e dare un senso di conforto e stabilità.

Mi soffermerei proprio su quest'ultimo termine, stabilità. Cosa vi porta alla mente? Suppongo un senso di sicurezza, per esempio se chiedessimo ciò a un bambino probabilmente ci risponderebbe semplicemente "famiglia"... come biasimarlo, molti aspirano a una vita tranquilla e realizzata, non tutti siamo nati per essere eroi o grandi uomini anzi, la storia insegna come le fondamenta di ogni civiltà si basino su vite comuni, catalizzate però da quei soli capaci di distaccare le masse dalla stabilità guidandole verso l'innovazione.

Già, ho sempre pensato che le grandi figure non vadano giudicate in base alle loro conquiste, alle loro leggi, alle loro persecuzioni; non dico che le gesta compiute in vita non vadano considerate ma trovo che la grandezza vada giudicata seguendo altri parametri. Ho parlato poco fa di stabilità o come la chiamo io "il nemico dell'innovazione", questa condizione ricercata dai mortali uccide il progresso poiché una volta raggiunta... distrugge e pietrifica gli stimoli, perché lanciarsi in nuove avventure, esplorazioni, ricerche che potrebbero mettere in pericolo lo stato corrente quando si vive benissimo così? Grandi conquistatori diventano sovrani ingordi capaci ormai di attingere a ciò che loro stessi hanno costruito, sempre di più... fino alla distruzione di ciò che si era creato. Questo forse non avverrà in pochi anni ma nel giro di generazioni, pian piano coloro che si erano curati di una momentanea tranquillità faranno pesare le colpe di un pensiero egoista alle future generazioni.

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⏰ Laatst bijgewerkt: Jul 14, 2019 ⏰

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