twenty-nine; end game.

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Quello che vide non fu affatto piacevole ai suoi occhi.
Victoria aveva visto Steve combattere contro il Titano, di nuovo. Un colpo al cuore le era venuto. Non sottovalutava Steve, anzi aveva capito che era tutt'altro che forte, di più.
Ma quello che stava per succedere non prometteva nulla di buono per loro.

Il titano sembrava averla vinta sul soldato, era riuscito a resistergli e aveva afferrato il guanto.

«Io sono ineluttabile.» disse Thanos, credeva di avere la vittoria in pugno, letteralmente. Pensava che schioccando le dita avrebbe risolto i suoi problemi. Avrebbe finalmente compiuto il suo obbiettivo. Avrebbe ristabilito l'ordine naturale nell'universo, secondo lui.
Se avesse schioccato le dita sarebbero spariti di nuovo, lasciando a Thanos il suo mondo. Ma non avrebbe vinto, non era poi così ineluttabile. Steve non perse tempo. Essendo il più vicino al Titano, il Capitano aveva preso possesso del guanto.

Come successo al Thanos di cinque anni prima, quello che aveva compiuto il terribile gesto, la potenza delle sei gemme dell'inifinito aveva preso possesso dell'uomo.

In lontananza, Victoria tentava di osservare la scena. Era come paralizzata. Non era la prima volta che vedeva Steve combattere, soprattutto con Thanos. Stava cercando di prendergli il guanto. C'era riuscito. Prima aveva tolto una gemma. Sapeva che solo con cinque gemme lo schiocco non avrebbe portato lo stesso risultato. Riuscì a togliergli la gemma del tempo dal pollice. Thanos convinto avere tutte e sei le gemme, aveva schioccato le dita. Dicendo "io sono ineluttabile". Probabilmente avrà imparato quella parola dal Thanos che aveva visto nella registrazione mostratagli da sua figlia. Eppure il guanto non gli aveva fatto lo stesso effetto che con sei gemme, non glielo aveva consumato. Però lui non lo sapeva.

Con un movimento fulmineo, Steve si mosse verso di lui, non che ci fosse tanta distanza tra loro. Aveva afferrato il guanto, lo tirava con forza. Così tanta che riuscì letteralmente a strapparglielo dalle mani. Lo indossò e fu investito dalla potenza delle gemme, sapeva bene che cosa gli sarebbe successo o, nei migliori dei casi, come serebbe diventato. Sapeva di essere un semplice umano e che schioccando le dita non sarebbe sopravvissuto. Poco gli importava, si sarebbe sacrificato un'altra volta, era pronto.

Guardò Thanos, aveva la vittoria ormai in pugno.

«Sarai anche ineluttabile, ma tu... tu non ci sconfiggerai...
non oggi» gli aveva risposto. E poi, poi aveva schioccato le dita. Vide scomparire Thanos davanti ai suoi occhi. Sorrise e poi il buio.

Un sonoro "no" si era udito. Era Victoria che, al suolo perché uno di quegli esseri l'aveva fatta cadere, urlava per quello che Steve stava per fare. Tutti gli esseri provenienti dal passato sparirono, divenirono polvere.
Ma questo non le importava. Non in quel momento.

Come per cercare aiuto, guardò Tony. Egli le sorrise. Avevano finalmente vinto. Ne era contento. Ne erano contenti tutti. Avevano ottenuto la vittoria. Ma ancora non sapevano cosa stavano per perdere.

Lo sguardo preoccupato e la fronte corrugata di Victoria fecero capire ad Iron Man che qualcosa era successo.
La bionda sussurrò il nome del capitano. Un suono dolce quanto amaro uscito dalle sue labbra.
«Steve» aveva sussurrato. Un nome che aveva così tanto valore per lei. Quel suono fece capire a Tony che qualcosa non andava, non andava affatto.

Victoria era scoppiata in lacrime, non lo avrebbe mai fatto con così tante persone presenti, eppure per quello che pensava fosse accaduto, ne stava versando, e tante.

Decise di ignorare Tony, che sembrava essere impassibile in quel momento, e si precipitò verso il suo amato.
Era terrorizzata dall'idea di poterlo perdere.

Subito dopo aver schioccato le dita li aveva visto cadere. "Troppa potenza per un semplice uomo" pensava. Ma Steve tanto semplice non era.

Si avvicinò a lui continuando a ripetere la parola "no". A ogni "no" che diceva, la sua speranza svaniva. Victoria tolse dai suoi polsi i bracciali che la Potts le aveva dato. Arrivò al corpo in terra del capitano, lo guardò per bene. Aveva ancora il guanto in mano. Occhi chiusi, bocca semi aperta. Non prometteva niente di buono.

Gli tolse il caschetto e con tutta la forza che aveva gli sfilò il guanto e lo fece rotolare lontano da loro.

Gli toccò il petto, non sentiva niente.
Poi posò una mano sul suo viso del biondo.

«oh Steve no, ti prego no» si era inginocchiata davanti al suo corpo immobile.

Poggiò la testa sul petto del capitano. Gli stava bagnando tutto il costume.
«Steve ti prego, ti prego non lasciarmi. Non farmi questo» implorava, invano.

La mano di Tony sulla sua spalla le fece alzare il capo. Guardò il suo amico e le persone che si trovavano dietro di lui, osservavano il sacrificio del capitano.

Victoria poi tornò a poggiarsi sul capitano. Sperava che si muovesse, che la spostasse o che semplicemente le dicesse qualcosa.

«Steve ci hai salvati, hai capito? Ci hai salvati. Sei il mio eroe, lo sarai per sempre.»

Non ci credeva, si rifiutava di farlo, non poteva aver visto morire il suo capitano. Stavano perdendo il più americano degli americani, il soldato che combattè fino alla fine per le sue idee, per il suo paese e per le persone che ama.

Si sentì toccare i capelli. Pensando fosse Tony che le consigliava di alzarsi gli disse che non era il momento e che non doveva toccarla.

Invece, con lo stupore di tutti, non era Tony.

«Vic...» si era udito. Un suono spezzato da un colpo di tosse. Tra un colpo di tosse e l'altro disse il suo nome completo.

«Steve?» fece la bionda alzando finalmente la testa. Prese un respiro di sollievo quando lo vide aprire gli occhi e tentare di mettersi a sedere.

Victoria, felice più che mai, gli si fiondò al collo abbracciandolo.

«pensavo di averti perso» gli sussurrò ad un orecchio.

«mi sei mancata»

In quel momento victoria stava piangendo, piangendo di gioia. Si staccarono dall'abbraccio — anche se con Victoria di lasciarlo andare non se ne parlava proprio —, Victoria poi con entrambi le mani gli prese il viso e lo guardò per bene. Quando diceva che non era cambiato di una virgola era perchè era vero. Stupendo come sempre. Unirono finalmente le loro labbra. Cinque anni, erano cinque anni che Steve non baciava una donna. Cinque anni che non baciava la sua donna.

«Accidenti, ti ho sporcato di sangue» disse osservando il suo sangue, quello che fino a poco fa aveva sul labbro, che era vinito sul volto del capitano Rogers. Con un dito tentò di pulirlo.

Nessuno dei presenti credeva ai propri occhi. Non era possibile, secondo loro, che quell'uomo sopportasse la potenza delle sei gemme dell'infinito.

Dovettero ricredersi, perché Steve Rogers ce l'aveva fatta, salvando tutti.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑 𝐓𝐑𝐀 𝐋𝐄 𝐑𝐈𝐆𝐇𝐄 ─ steve rogers ( ✓ )Where stories live. Discover now