Capitolo 8

5.9K 309 381
                                    

✧*・゚*

Concerto 37 di 76: Philadelphia

L'area centrale dell'ultima fila dei posti in tribuna era il posto preferito di Louis in cui stare, non importava in quale Paese, città o arena si trovasse, e si dava il caso che, al momento, si trovasse proprio lì. Era il centro di tutto, ciò stava a significare che lì il cantante poteva vedere ogni cosa, incluso il palco di fronte a lui nel quale si esibirà fra soltanto poche ore. Non riusciva a credere che erano arrivati a tutto ciò in così poco tempo. Concerto numero trentasette; il trentottesimo sarebbe stato domani, a New York, esso avrebbe segnato l'esatta metà del tour. Era assurdo provare a ricordarsi tutti i posti in cui era stato e tutte le cose che aveva fatto; persino l'unica cosa che non aveva voluto fare, visto che innamorarsi del suo direttore delle luci non era mai stato esattamente nell'itinerario.

Louis si appoggiò all'indietro, sulla sedia, così da poter guardare gli impianti di luce appesi sopra di lui, apprezzando la breve quiete prima della tempesta che si verificava tra la fine del soundcheck e l'apertura delle porte dell'arena. Al momento, il locale era vuoto, a parte il palco, lui stesso e la persona che si stava sedendo silenziosamente di fianco a lui, la cui presenza e profumo erano così familiari per Louis che non aveva nemmeno bisogno di guardare per capire chi fosse.

"Ti stai di nuovo nascondendo?" Chiese Harry al soffitto che, ora, entrambi stavano fissando.

"No. Sto pensando," sorrise il cantante.

"Mmmh," mormorò il riccio. "A cosa?"

'Te' disse il cervello di Louis, così da non farlo fare alla sua bocca.

"Sto solo pensando ad un po' di roba. Cose," rispose invece, sentendo ogni singolo movimento che fece il suo stomaco quando Harry lo folgorò con il suo sorriso tutto fossette.

"Beh, se tu starai qui a pensare a cose e robe, potremmo anche divertirci," ragionò, prima di saltare giù dalla sedia e correre via, sparendo quasi dalla sua vista. Anche Louis si alzò in piedi, le sopracciglia corrugate mentre si domandava che diavolo Harry stesse facendo, finché le luci della sala intorno a lui non si spensero, esattamente come facevano ogni notte prima che salisse sul palco.

Il riccio ritornò a sedersi nel buio, sorridendo compiaciuto quando la stanza cominciò ad illuminarsi da sola, mentre gli impianti sopra di essa presero vita nella stessa sequenza piena di colori che avevano quando Louis si esibiva.

"Immagino che i timer automatici possano ritornarci utili," scherzò Harry, osservando quel privato spettacolo di luci che aveva appena creato per loro. Era incredibile da guardare dalla platea quanto lo era guardarlo dal palco senza musica. Ad ogni modo, Louis era estasiato dalle luci e dalla loro bellezza, ma, più di tutto, era estasiato dalla bellezza dell'uomo di fianco a lui, ogni secondo di ogni giorno.

"Ti amo," disse ad alta voce, al posto di dirlo nella sua mente, come faceva di solito. Era strano sentire quelle parole fuori dalla sua testa e dal suo cuore, ma ciò non le rendeva meno veritiere. Louis, ormai, sapeva di amare Harry da molto tempo. Aveva capito che fosse irreversibile il giorno in cui aveva avuto l'improvviso bisogno di portare il riccio con lui per incontrare suo figlio. Non era stata una gigantesca e paralizzante realizzazione; solo una raccolta di tante rivelazioni che aveva avuto più e più volte, finché non era riuscito più ad ignorarle.

La musica era stata la sua unica confidente insieme ai suoi fratelli più piccoli, che non l'avevano mai giudicato per come si era sentito. Durante i soundcheck, Louis non cantava nient'altro se non canzoni d'amore; del genere più straziante, perché, anche se il cantante potrebbe aver capito i suoi sentimenti, non c'era nessun altro posto nel quale potevano andare. Dicendo ad alta voce la verità, Louis non si aspettava dei cambiamenti. Ma, si sentiva decisamente meglio sapendo che, per lo meno, era stato finalmente onesto.

You Make It Easy - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora