30. Sulle scale

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《Sono già le sette! Murdoc, alzati! Dobbiamo andare!》guardando l'orologio, il cuore mi salta in gola: non posso arrivare in ritardo!
Murdoc intanto, stropicciandosi gli occhi ancora mezzo addormentato, si alza dal letto.《Che diamine Stuart... Uno dei risvegli più brutti della mia vita...》dice sbuffando, incurvando la schiena per stiracchiarsi tutte le trentatre vertebre.
《Già, scusami. Mi farò perdonare allora...》dico avvicinandomi alla sua guancia per toccarla con le mie labbra sottili. Il più grande mi sorride, sempre tenendo gli occhi per metà aperti. Staccandomi dal suo volto, ritorno ad infilarmi la maglietta della divisa scolastica, allontanandomi leggermente dal ragazzo.《Dove pensi di andare..?》mi sussurra il più grande, afferrando la mia camicia bianca dal colletto color verde pastello. Il ragazzo mi riporta con il viso a pochi centimetri dal suo. Ridacchiando nervosamente, le mie gote diventano rosee.《Sta sera dobbiamo riprendere ciò che sta mattina non possiamo fare... sai cosa intendo...》sorridendomi maliziosamente, Murdoc lascia il mio colletto appoggiando le sue labbra sulle mie. Ma il nostro bacio dura qualche istante.《D'accordo... ma ora dobbiamo sbrigarci! Caley mi sta aspettando! Non voglio lasciarlo da solo...》. Aggrovigliando al meglio la cravatta della mia divisa scolastica al collo della camicia bianca, afferro la mia cartella di pelle scura e me la metto in spalla.《Che palle questo "Caley"... ci interrompe sempre sul più bello...》sbuffa svogliato Murdoc notando la mia fretta. Lanciandogli uno sguardo accigliato, incrocio le braccia al petto.《Lui è il mio migliore amico, Murdoc. Ci conosciamo da quando eravamo alle materne... Insomma, penso che essergli fedele dopo tutto quello che ha fatto per me, sia il minimo per ringraziarlo...》dico, arricciando il naso. Murdoc mi guarda con sguardo confuso.《Ah già, è vero che tu vuoi ringraziare chiunque, anche quando ti prestano una penna tu ti faresti in quattro per quel tale così "gentile nei tuoi confronti"...》sbuffa il più grande, infilandosi la maglietta che aveva indosso anche ieri sera.《Già, tu non puoi capire, Murdoc... scusa se sono diverso...》dico, aggrappandomi ad una bratella della mio zaino, girando le spalle al più grande.《Ehi, ehi ehi... Dove pensi di andare?》Velocemente, scendo le scale del corridoio. Strattonato da Murdoc nel bel mezzo della mia marcia verso l'uscita, senza voltarmi gli rispondo:《Vado a piedi, camminare mi fa bene, sia a me che per il pianeta...》Con aria scocciata, cerco di scivolare dalla presa del più grande.《Avanti, non fare così... non te la prendere... Ho detto soltanto che sei troppo gentile e disposto nei confronti della gente... Non ti ho criticato o giudicato... dico soltanto che faresti meglio a non fidarti pienamente della gente che ti circonda... te lo dice uno che ne ha vissute tante a soli ventun'anni, e potrei scrivere un libro...》Con sguardo sincero, Murdoc cerca di rimediare a ciò che ha causato dentro di me.《Mi sembri mio padre adesso...》dico sbuffando, voltandomi dall'altra parte per sfuggire agli occhi del più grande.《Andiamo adesso... non voglio arrivare in ritardo oggi...》dico saltando gli ultimi due scalini, arrivando alla porta d'ingresso. Murdoc mi segue senza dire nulla. Usciamo di casa e ci mettiamo in marcia verso la mia scuola. Una volta arrivati davanti al cancello arrugginito, Murdoc spegne il motore dell'auto. L'edificio pullula già di ragazzini della mia età che, uno alla volta entra nella struttura grigiastra, tristemente conosciuta come "scuola". Tutti a capo chino come anime desolate, camminano lentamente.
《Buona giornata...》Una volta messo il freno a mano, Murdoc inizia a parlare. Con gli occhi intanto inizio a cercare Caley. Una volta trovato il ragazzo, decido di aprire la portiera della macchina.《Grazie... anche a te...》ribatto, tenendo lo sguardo basso. 《Ehy...》appena apro del tutto la portiera dell'auto, la mia attenzione viene richiamata di nuovo dal più grande. Girandomi verso di lui, incrocio i suoi occhi. Mi sorride leggermente.《Ti amo.》Con quelle tre parole, il mio cuore inizia a battere più velocemente, le mie ossa si riempiono di quella sensazione che è in grado di darti la carica per farti arrivare a sera nonostante la giornata dura che ti aspetta.
Sorridendo sinceramente, allungo una mano al suo viso.《Anch'io.》
Esco velocemente dall'auto, cercando di farmi largo fra quella folla di anime tristi e vuote che preferirebbero una settimana di lavori pesanti purchè entrare a scuola, sedersi sulla loro sedia di legno scorticata e iniziare ad ascoltare per sette ore infinite una persona scocciata e sempre inasprita dal sistema scolastico e dalla politica inglese.
《Ehy, Stu!》ad un tratto, sento la voce di Caley. Mi volto velocemente verso quella voce a me familiare.《Caley!》esclamo andando incontro al ragazzo.《Ti ha accompagnato tuo cugino sta mattina? Non c'eri sull'autobus...》la voce di Caley cambia subito tono. Sembra essere deluso e triste per non avermi trovato sulla corriera che ci porta a scuola ogni giorno.《A-ah ehm... S-sì, mi dispiace Caley.... mi sono dimenticato di dirtelo ieri pomeriggio... scusa...》dico grattandomi il capo, guardando il ragazzo con sguardo dispiaciuto. Caley mi sorride, lui è sempre stato una persona semplice e gentile con me, non si arrabbierebbe mai per queste cose.《Fa nulla Stu. Dai, ora entriamo...》avvolgendomi le spalle col suo braccio, entrambi iniziamo a salire le scale dell'atrio. Voltandomi leggermente, dietro alle mie spalle noto che la Camaro nera è ancora lì, davanti al cancello. Allungando la vista, noto che nell'abitacolo Murdoc mi sta fissando da lontano. Ma non appena il più grande si accorge del mio sguardo, sento il motore dell'auto che riprende a sbuffare. Fa marcia indietro e sparisce lungo le strade grigie che abbiamo percorso insieme per arrivare a scuola.

Call Me By Your Name ~Studoc Fanfiction// GorillazWhere stories live. Discover now