due mostri

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Scuro.
Poi chiaro.

Che strano,
è tutto così strano,
diverso,
sentito,
stretto nel petto.
Infondo è lo stesso posto di venti anni fa,
le stesse case, lo stesso palco, la stessa piazza, gli stessi bar e
addirittura lo stesso biliardino.

Ma io no, io non mi sento lo stesso di venti anni fa, o di semplicemente due anni fa,
sono cambiato,
mi hanno cambiato,
qualche volta ero io a voler cambiare,
altre erano gli altri che mi volevano cambiare, e sorprendentemente altre volte ancora,
cambiavo e neanche me ne accorgevo.
Ogni secondo sono diverso, anche ora che sono qui,
cambio stando qui,
cambio anche se ti vedo,
lì sai,
seduta sulla panchina del parco, con le tue amiche intorno che parlano e tu che non ascolti,
anzi prepotentemente guardi a terra, pensando a chissà cosa mentre slittano dolcemente i tuoi occhiali sulla punta del naso.

Ma le cose che cambiano di più sono le sensazioni e gli occhi.
I miei occhi sono diversi,
i sentimenti sono diversi,
sono più pieni, tanto pieni, fino a scoppiare...
o sono già scoppiati?

Sto seduto,
di lato però,
sulla scala, con la schiena poggiata al muretto,
altre volte, invece, la testa la poggio sulle spalle di qualcuno che mi vuole bene e che profuma di buono, di casa anche se per mesi e mesi mi è lontano.
Guardo cosa ho affianco, la musica è cosi forte da mettermi in difficoltà,
si ho difficoltà a pensare,
ma io voglio pensare,
anche se mi faccio del male,
voglio pensare,
voglio pensare,
voglio pensare ancora,
pensare
pensare
pensare,
ti penso,
penso a come mi sento,
penso alle persone che vedo, i bambini che sono sempre felici, che si divertono con nulla,
sono belli sono ingenui,
sono.
E penso ancora a come mi sento,
mi sento strano,
come se avessi un impermeabile addosso, tutte le sensazioni mi scivolano sopra come gocce d'acqua tremolanti, delicate
e poi diventa una pioggia,
una pioggia fortissima, estenuate, ma io sono al riparo,
io guardo
dall'alto gli altri bagnarsi con nulla addosso,
e io mi sento così felice, così fortunato a stare qui al sicuro, chiuso con me...
vedo però, che ci sono alcuni che si divertono,
ma come?
Siete sotto un temporale, pericoloso,
imminente,
immenso,
immerso,
e voi ballate,
vi divertite, giocate,
vi baciate,
folli!
Pazzi!
Senza ragione!
Che rischio, che rischio!
Non vi capisco, non vi capirò mai, io sto così bene qui da solo...perché allora provo nostalgia, invidia?
no...
no
no! io non sono così, io non rischio,
io non sono così,
io sono...
com'è che sono?

Perché, io ora ho una irrefrenabile voglia di stracciarmi l'impermeabile e sentire la pioggia sulla mia pelle?
Mi sento strattonato,
da non so cosa,
da non so chi, due mostri senza volto mi tirano,
ma io non li guardo,
li percepisco,
e che confusione,
che tormento!
mi tirano,
i bambini,
la pioggia assordante,
loro che mi guardano divertiti
e la mia mano! 
Perché la mia mano, nonostante io le dica di no,
di fermarsi, prende e mi sbottona, facendo movimenti contorti, stando quasi a disegnare l'aria,
la pioggia, a dividerla, posso... posso vedere la linea immaginaria che crea, la vedo!
la vedo!
no... mano no!
fermati!
Ma fermati tu! stupido!
Ti farai del male, non sei come loro, tu sei...
Com'è che sei?

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⏰ Last updated: Aug 19, 2019 ⏰

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