Happy new year

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Sherlock si svegliò al solito orario, andò in cucina e si preparò un tea, lo versò in una tazza e poi andò davanti alla finestra che dava sulla strada innevata di Baker Street. 

Fuori era un subbuglio, gente che entrava e usciva di casa con grandi buste della spesa piene di ogni prelibatezza e bambini che giocavano a battaglie di neve. 

Era il 31 dicembre, capodanno. 

Sherlock sbuffò innervosito da tutta quella confusione e tirò la tenda per non vedere più quell'ammasso di gente frettolosa. 

"Buongiorno" Disse una voce assonnata alle sue spalle: era John. 

"Non può essere un buon giorno con tutto quell'ammasso di idioti che fa chiasso" Rispose il consulente investigativo, seccato. 

"Sherlock andiamo è capodanno! La gente sta preparando tutto per le cene con gli amici" Replicò l'ex soldato, anche se sapeva che non sarebbe mai riuscito a convincere il suo coinquilino che quel trambusto era perfettamente normale. 

"Capodanno è una festa totalmente inutile. Che senso ha festeggiare un anno nuovo? Anno nuovo vuol dire un anno in più di vecchiaia. Non vedo cosa c'è di festoso in questo" disse l'investigatore per poi prendere cappotto e sciarpa e avviarsi verso l'uscita. 

"E ora dove vai?" Chiese John "In laboratorio, almeno lì avrò un po' di pace. Torno stasera prima di cena" Rispose Sherlock per poi chiudersi bruscamente la porta alle spalle. 

John si passò una mano sugli occhi, esasperato dal comportamento del suo coinquilino, poi si sedette sulla sua poltrona per avere un po' di pace. 

Chiuse gli occhi e si rilassò. Pensò a quanto tempo era passato dall'ultimo capodanno che aveva festeggiato, dato che quando era ancora un soldato le feste gli erano state totalmente abolite.

 Poi pensò a Sherlock. Forse odiava il capodanno perché non ne aveva mai passato uno a divertirsi. Pensò anche a come gli sarebbe piaciuto passare l'ultima sera dell'anno serenamente con il suo migliore amico. 

Decise così che avrebbe dato forma a quel pensiero e si alzò dalla poltrona, deciso a preparare tutto. 

Si avviò verso il frigorifero per vedere cosa c'era di mangiabile e lo spettacolo che gli si presentò davanti non fu dei migliori: era tutto vuoto. Regnava solo, piazzato nel mezzo e in bella vista, un barattolo con degli occhi umani. 

"Sherlock..." Sussurrò irritato John per poi chiudere il frigo e dirigersi al piano di sotto dalla signora Hudson. 

Come sempre lei aveva del cibo in più che teneva da parte per loro, conoscendo la frequenza con cui o John o Sherlock andavano a fare la spesa. 

Gli diede quindi qualche fetta di arrosto e un pudding preparato da lei la mattina stessa. 

"Signora Hudson se non ci fosse lei sarebbe un disastro" Disse John prendendo il cibo e dirigendosi verso la porta d'uscita 

"Lo so caro" Rispose lei sorridendo. 

John quindi portò tutto di sopra e poi uscì di casa per una passeggiata. L'aria fredda lo aiutava a rilassarsi. 

Si guardava in giro e intanto pensava a come era cambiata la sua vita da quando era arrivato a Baker Street e da quando aveva conosciuto Sherlock. 

Di sicuro ogni giornata non era mai monotona, pensò tra se e se divertito, ricordando ogni momento vissuto in quel primo anno a Londra con il suo non del tutto normale coinquilino. Non si accorse nemmeno che stava sorridendo sempre più a ogni ricordo con Sherlock che gli veniva in mente. 

Sherlock and Jhonlock in pillsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora