§ 8. Per estati e per inverni

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Si sentiva un po' titubante, davanti alla grande porta della farmacia: non era neppure sicuro di trovare lì dentro ciò che cercava, ma alla fine si decise a entrare. Un vero colpo, quell'aria condizionata così forte, in confronto al piacevole calore estivo all'esterno.

C'erano altre persone intente a chiedere prima di lui, grazie al cielo, perciò ebbe modo di gironzolare qua e là e dare una vaga occhiata alla merce in esposizione, sperando di notare da solo il suo oggetto e risparmiarsi così di domandarlo alla rappresentante. Dentifrici, shampoo, caramelle balsamiche, cosmetici naturali, sciroppi omeopatici, proteggislip, creme di bellezza... niente di simile al prodotto che cercava. Aspettò che fosse uscita anche l'ultima cliente per avvicinarsi al bancone.

― Posso aiutarti? ― chiese sorridente una farmacista di mezza età con tanto di camice bianco.

Michele vide che esposte al banco, tra l'altro in bella vista, spiccavano le scatoline degli anticoncezionali coi loro slogan "amore sicuro" e il consueto logo dei segni di Venere e Marte che si incrociano, come se qualunque altro tipo di rapporto non avesse diritto di esistere. Sperò di vedervi attorno qualche altro articolo da sex-shop, ma non ve ne era la minima traccia.

"Eccone un altro che è venuto per i profilattici", pensò annoiata la commessa. ― Dimmi pure, ― lo esortò ancora.

Il problema non era che lui si vergognasse di chiederlo; più che altro non sapeva quali parole usare. ― Buongiorno, ― disse innanzitutto. ― Io... avrei bisogno di una crema che attenui... che riesca... una crema lubrificante da usare durante il sesso.

La donna rimase a fissarlo per qualche secondo, le sopracciglia aggrottate e la linea delle labbra un po' tesa. ― Ma... ma quanti anni hai, ragazzino?

― Sono quasi maggiorenne. Ecco, potrebbe dirmi se dispone di ciò che le sto chiedendo?

― Ho capito quello che intendi. Teniamo questi prodotti, sì, ma non credo sia il caso...

― E perché mai, scusi? ― ribatté Michele già piuttosto alterato. ― Non mi risulta che serva una prescrizione medica, né che ne sia vietata la vendita ai minori di diciotto anni.

L'altra con evidenza rimase contrariata, perché si allontanò nel vano del negozio senza dire una parola e ne uscì poco dopo con due scatole leggermente diverse. Le appoggiò sul tavolo illustrandogli con voce clinica le caratteristiche e le differenze, e lui le acquistò entrambe.

― Vuoi anche dei preservativi? ― chiese lei alla fine.

― No, grazie.

― Come no, scusa? ― replicò piuttosto spiazzata, o inorridita.

― Non sappiamo che farcene, ― dichiarò tranquillamente lui, pagando e portandosi via i suoi acquisti con un sospiro di sollievo. Ora non rimaneva che creare un'atmosfera a lume di candela nella propria camera e portarvi il suo Gabri.

* * *

Così fece, quella sera stessa, con la casa completamente libera sia della governante che di suo padre, ancora in vacanza con Cindy.

Aveva disposto tre candele nella stanza: una per comodino e l'altra sulla scrivania, con tanto di paralume azzurro per conferire all'ambiente una luce onirica. Al loro ritorno dalla passeggiata serale era quasi mezzanotte; in camera palpitava un'aria suggestiva e sensuale, ed entrambi sapevano che di lì a poco avrebbero aperto le danze. Erano già allacciati, avvinti l'un l'altro e quasi del tutto svestiti, quando Gabriele in un sussurro gli chiese: ― Miki... sei già stato con qualcun altro prima di me, non è vero?

― Sì... ma una sola volta, ed è passato del tempo. È stato più di due anni fa.

― Con chi? ― Non lo chiedeva per gelosia, quanto per curiosità.

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