Morte

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Qualcuno muore male fra le braccia di qualcun altro.
Cerca di dire qualcosa, ma non ci riesce.

Il suo corpo sobbalzò, scosso dall'ennesimo spasmo che non fece altro che portarle altro sangue alla bocca. Non scorderò mai il senso di impotenza che provavo mentre la stringevo fra le braccia, senza riuscire a dire nulla. Lei aprì e chiuse le labbra più volte, incapace di raccogliere abbastanza aria nel petto martoriato per poter formulare quelle parole. Aveva gli occhi spalancati e ricolmi di dolore e paura; mi resi conto che ciò che la spaventava di più non era la morte ma, assurdamente, l'idea che io non sapessi mai ciò che voleva dirmi.
La strinsi a me, interrompendo i suoi rantoli.
"Lo so", fu tutto quello che riuscii a dirle.
Prima che potessi aggiungere un "Anche io", lei era morta.
Continuai a stringerla, come se questo mi permettesse di trattenerla ancora, come se lei non potesse morire davvero prima che io la lasciassi andare o guardassi il suo volto ormai imperturbabile.
In realtà, non lo vidi mai. Qualcuno mi prese per le spalle tirandomi via da lei, ed io rimasi con gli occhi chiusi anche mentre delicatamente me la sfilavano via dalle braccia.
L'avevo guardata mentre era viva, non volli fare altrettanto con il suo corpo inerte. Quando, giorni dopo, la bara entrò in chiesa, era già sigillata.

Esercizi di ScritturaWhere stories live. Discover now