Sentimenti imbarazzanti e piani infallibili

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06. Sentimenti imbarazzanti e piani infallibili.

Ero sdraiata su uno dei cocci restanti della nave mentre cercavo di riposarmi, gli "adulti" (cioè papà, Strange, Starlord e Drax) stavano a parlare di ciò che era successo a Thor e in seguito con Thanos. Avevo deciso che la cosa non mi interessava subito dopo aver sentito: "Thor è vivo e salvo." Quello era tutto ciò che volevo sentire.

Sospirai guardando il cielo strano, era di un colore arancione violaceo, un tramonto spento? Non ne avevo la più pallida idea, l'unica cosa che volevo fare era dormire e magari trovare qualcosa da mangiare visto che stavo morendo di fame. "Hey." Peter bisbigliò al mio orecchio e lo guardai con la coda dell'occhio. "Lo sapevi che riesce a leggere i sentimenti delle persone?" Chiese indicando l'aliena rosa e alzai gli occhi al cielo.

"Non è molto utile." Borbottai muovendomi scomoda, quel pezzo di metallo sicuramente non era fatto per riposare, lui sembrò leggermi nel pensiero e mi alzò la testa per poi farmela poggiare sulle sue gambe. "Ah, molto meglio." Sorrisi soddisfatta.

"Secondo me è una figata pazzesca, immagina poter toccare qualcuno e capire subito cosa provano nei tuoi confronti." Spiegò emozionato, rimasi a guardarlo per qualche minuto. Non capisco di cosa si preoccupa, carino com'è tutti dovrebbero adorarlo. Ma alla fine era solo un mio pensiero.

"Vuoi provare?" Chiesi decidendo di dargliela vinta e lui annuì energicamente la testa. "Hey rosetta." Chiamai l'aliena che si girò verso di me. "Come ti chiami?"

"Mantis." Rispose avvicinandosi a noi, ma non mi scomodai ad alzarmi più di tanto, il giusto che bastava a poterla osservare meglio.

"Da che pianeta vieni?" Chiesi interessata.

Lei sorrise guardandoci con i suoi occhi neri. "Dal padre di Quill." Rispose e alzai un sopracciglio, erano o fratelli o qualcosa del genere?

"No, intendo pianeta non famiglia." Ridacchiai e lui annuì.

"Infatti, il pianeta era il padre di Quill." Spiegò e rimasi a guardarla confusa, Peter invece aveva un'espressione schifata in viso e non potevo biasimarlo. "Ma l'abbiamo fatto scoppiare uccidendolo." Alzò le spalle con nonchalance.

"Ah." È l'unica cosa che uscì dalla mia bocca dopo questa fantastica confessione. Perfetto, degli assassini di pianeti. Cercai di riprendermi dal chaos che si era formato nella mia mente e mi schiarii la gola. "Quindi tu riesci a percepire le emozioni degli altri?" Domandai cercando di cambiare discorso.

"Esattamente, riesco anche a controllarle." Annuì lei. "Posso provare con voi?" Chiese lei cercando di prendermi la mano ma mi ritrassi velocemente sedendomi in braccio a Peter. "Scusa."

"Figurati." Mormorai deglutendo, non sapevo per cosa ero più in imbarazzo, l'essere scattata senza un apparente motivo o il ritrovarsi in braccio a Peter con le sue braccia attorno a me come se niente fosse. "Ehm." Mi tolsi dalla sua presa ritornando a sedermi di fianco a lui, non osai guardarlo negli occhi nel mentre. "Puoi iniziare da lui, io farò il turno dopo." Dichiarai poi.

"Fa male?" chiese Peter con voce preoccupata.

"Non credo." rifletté. "Per quel che so, nessuno si è mai lamentato di dolori." disse poi.

"Sicuramente fa meno male di..." non riuscii a sentire ciò che borbottò Peter ma immaginai non si trattasse di qualcosa troppo importante. "Ok, come funziona?"

"Dammi la mano." Mantis prese la mano di Peter e le sue antenne si illuminarono, rimasi ad osservarla nervosamente. Lei sospirò tenendo gli occhi chiusi per qualche attimo. "Sei gentile e cerchi di essere buono con tutti." disse per poi guardarlo intensamente. "Al momento sei ansioso."

Avengers: IronGirlWhere stories live. Discover now