Capitolo Sedicesimo

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Briseide scese in spiaggia con tre ragazze, si spogliò e si lavò per bene tutta quanta: compreso i capelli. Le
ragazze l’aspettarono fuori e la coprirono non appena uscì. Non parlarono molto in realtà, loro la guardavano un po’ male veramente, lei sorrise varie volte dall’imbarazzo e si asciugò, poi si prese la veste e la indossò. Le stava spaventosamente grande. A lui gliela aveva vista addosso tante volte e gli stava quasi giusta, su di lei era enorme invece, le arrivava oltre le ginocchia e addosso le stava larghissima soprattutto sulle spalle, ma non si poteva proprio lamentare. La veste era blu oceano, con dei ricami verde smeraldo sui bordi; a lui stava benissimo, gli metteva in risalto gli occhi e anche il viso, lo illuminava parecchio.
La ragazza tornò ormai in ordine in tenda accompagnata per un po’ dalle ragazze. Una di loro ad un tratto sbuffò e disse: “ Ti piace essere la preferita, eh? “, lei la guardò con occhi enormi e spalancati non sapendo cosa rispondere l’avevano presa alla sprovvista, nel frattempo però vedeva le altre che facevano segno alla ragazza che aveva parlato di stare zitta e lei allora chiese: “ Si può sapere cosa ti ho mai fatto? “
“ Nulla. “ rispose lei “ Ma non ti sei nemmeno preoccupata di interessarti di... noi, ecco. “
“ Io... non capisco, davvero. Di cosa mi staresti accusando? “ chiese dolcemente, quella però non riuscì a rispondere e continuò solo a guardare a terra i suoi piedi scalzi e sporchi, Briseide attese come le era stato insegnato una risposta ma quanto questa non arrivò disse: “ Ora scusami, io devo andare. “ e sconvolta concluse il percorso fino alla tenda da sola.
Rientrò nonostante l’apparenza parecchio turbata, chissà che avevano capito o cosa volevano dire! Ma non le interessava più di tanto alla fine, le importava che era tornata lì e con lui.

Patroclo le portò le rose presto e si fermò a parlare un po’ con lei. La ragazza gli aveva chiesto di raccontarle cosa era successo in quei mesi e il ragazzo non aveva lesinato dettagli.
Non si aspettava tutto quello che il ragazzo le stava raccontando. Non immaginava che l’uomo che condivideva con lei la tenda sarebbe stato capace di piangere e autodistruggersi. Lo aveva sempre visto come uno forte, ben impostato, e invece in fondo anche lui era debole. Patroclo stava raccontando proprio tutto riferendo anche le sue impressioni personali e Briseide iniziava a sentirsi a disagio, non voleva sparlare di lui.
“ Non stiamo sparlando di Achille, è che ti sto spiegando cosa gli hai fatto. Lo hai cambiato totalmente. Non
si era mai innamorato prima di te. Si divertiva, se la spassava. Mio zio e mia zia continuano a pensare che
finirà solo. Invece... Se solo sapessero. “
“ Non credo sarebbero felici che il figlio destinato a governare una grande città si sia innamorato di una
schiava. “
“ Ma tu non sei una schiava per lui. Non lo sei mai stata. Sei sempre stata un’ospite. Cosa mai successa. Perché
anche le schiave con lui non duravano più di una settimana. “
“ Significa? “ chiese Briseide curiosa
“ Significa che nelle altre guerre il suo bottino comprendeva oro e soldi, più che altro, gli è sempre toccata una donna, ma... alla terza o la quarta notte la cedeva e restava solo per un bel po’. Invece con te no. Non ti ha
ceduta, non si è preoccupato di sedurti in modo che tu ci fossi andata a letto e basta, e lui non si è nemmeno mai andato a cercare la compagnia di altre. Mai fatto. “
“ Ma questo... non cambia le cose... insomma se... se doveste tornare a casa, io sarò portata come bottino di
guerra, quindi... “
“ Quindi si vede che ancora non hai capito di chi stiamo parlando. Achille non si fa comandare da nessuno. Non accetta l’autorità di nessuno, riconosce come tale solo la sua. Certo, mia zia Teti ha un pochettino di
ascendente, ma alla fine è lui che si comanda da solo. E ti avviso, se si impunta... ottiene sempre ciò che vuole. “ disse Patroclo che poi alzandosi aggiunse: “ Non ho mai visto mio cugino innamorato, mai. E si innamora di te. È favolososo! “, la ragazza allora si iniziò a intrecciare i capelli che si erano asciugati e gli chiese della sua << lettera >>, il ragazzo si bloccò e iniziarono a parlare a lungo.
Achille tornò stremato ed incavolato, era stato obbligato a presenziare a un banchetto e non gli andava di non
farlo e di mettersi Agamennone nuovamente contro per non rimettere in pericolo la ragazza, ma era infastidito perché le aveva promesso di tornare presto.
Rientrò in tenda sbuffando nemmeno si era reso conto che Briseide e il cugino erano seduti a terra che scherzavano mentre lei preparava la crema alle rose, si spogliò e si sciacquò, Patroclo tratteneva le risate e faceva segno a Briseide di stare zitta. Voleva aspettare che lui facesse o che dicesse qualcosa e lo continuarono ad osservare, ad un tratto Patroclo disse: “ Sembra che io e te siamo diventati due spiriti, totalmente trasparenti. “
“ Già. “ confermò sorridendo la ragazza e allora Achille girandosi di scatto disse: “ Tu via. “, il cugino lo guardò furioso e disse: “ Perché? “
“ Perché lo dico io. “ rispose lui, il ragazzo sbuffò e saluntando a voce la ragazza uscì allegro, lei rimase li a
rimestare il composto in silenzio, Achille finì di vestirsi e avvicinandosi a lei disse: “ Scusami. “ e le baciò la
guancia. Lei gli accarezzò il viso e disse: “ Sto facendo un po’ di crema e ho preparato l’acqua, tu come mai sei venuto tardi? “
“ Invito che non potevo assolutamente rifiutare. Hai pranzato? “ rispose lui
“ Sì, Patroclo ha capito che non venivi così ha insistito perché mangiassi. “
“ E bravo il cuginetto. “ disse lui sorridendo “ Ti sta grandissimo! “ esclamò poi divertito, lei fece una faccia buffa e lui gli si sdraiò vicino poggiando la testa sulle gambe e baciandole il ventre da sopra il vestito, lei rideva rigirando il composto e di tanto in tanto gli accarezzava la testa.
Il ragazzo dopo un po’ si sollevò e disse: “ È ancora presto, usciamo. “
“ A fare cosa? “ chiese lei
“ A cercare erbe curative. Con me è necessario. “ rispose lui, lei non aveva ribattuto, aveva capito che Achille
era costretto a tornare in battaglia.
Era bello passeggiare con lui, in realtà parlarono anche molto, lui la prese per mano e si addentrarono di più,
osservava attentamente la ragazza mentre si girava tutti i cespugli, aveva paura che ci fossero serpenti, ogni
volta la riprendeva se si addentrava troppo e lo faceva lui al posto suo, lei metteva su il broncio e Achille se la
rideva.

Tornarono in tenda quasi molto tardi, c’era già molto buio. I due ragazzi cenarono sempre parlando, senza
mai interrompersi, fino a tardi, poi la ragazza iniziò a sbadigliare e a desiderare di dormire, così si avvicinò alla sua solita postazione notturna quando Achille, che già si era messo dentro le coperte, la chiamò e le fece
segno di avvicinarsi, lei gli sorrise e rifiutò l’invito, lui non sembrò parecchio entusiasta della cosa, ma non disse nulla.
Per la ragazza anche quelle semplici pezze messe lì a casaccio erano comode, dopo tanto tempo, soprattutto dopo quei mesi orribili. Si addormentò quasi subito, ma nella notte fu svegliata di soprassalto da un rumore esterno bruttissimo, si accorse così che stava piovendo forte. Lei aveva sempre avuto paura dei temporali, perciò si coprì fino alla testa con le pelli, ma non bastò perché il temporale si fece più forte ed intenso, oltre all’acqua scrosciante si erano aggiunti tuoni e lampi bruttissimi, Briseide si sedette quindi terrorizzata e si strinse le gambe molto forte guardandosi attorno. Lo sguardo le si fermò sul letto e su di Achille, che sembrava stesse dormendo profondamente.
Le era venuto un certo pensiero, non era male, in effetti non c’era nemmeno nulla di male, per cui si avvicinò molto lentamente, ripromettendosi di non rifarlo fino a quando non si sarebbe definita pronta, e si sedette sul letto sdraiandosi con cautela. Ad un tratto saltò in aria, Achille se la rideva e solo con una mano la attirò a se dentro le coperte, lei lo fece fare e si ritrovò sdraiata, ben coperta e al sicuro tra le braccia del suo uomo, “ Pensavo non l’avresti fatto mai. Ti sei decisa finalmente! “ disse lui, lei gli sorrise e si strinse di più verso il ragazzo, sentiva il suo corpo a contatto con quello di lui e sentiva anche che quello di lui era completamente
scoperto. Sentiva la sua pelle a contatto con la sua sulle gambe e per questa ragione non riusciva a riprendere sonno, Achille era sveglio, la strinse ancora di più e le baciò la spalla, lei gli strinse le mani e pensò di essere fortunata che non la stesse guardando in faccia poiché era totalmente rossa, se la sentiva in fiamme e molto calda.
Stettero in quel modo per un po’ poi lui prese l’iniziativa, si sollevò osservandola attentamente, mentre lei lentamente si voltava verso di lui e la baciò accarezzandole la gamba con la mano sinistra, lei gli accarezzò il viso e lo guardò con sguardo interrogativo, Achille le accarezzò il viso e disse: “Non ce la faccio più. Ti desidero troppo. “ e si calò su di lei baciandole avidamente il collo e toccandola con altrettanta avidità, lei si sciolse poco a poco ed iniziò ad accarezzargli la testa mentre il ragazzo le sollevava la veste, lei sentì le sue gambe a contatto con quelle di lui, e sentiva le sue labbra avide delle sue.
Per tutta la notte lei sentì lui e lui sentiva lei.
Briseide senti le carezze dell’uomo, lo sentì dentro provando una sensazione che non aveva mai sentito prima,
il desiderio aumentava in modo altamente proporzionale a quella di Achille per lei, le labbra del guerriero percorsero l’intero corpo della donna, memorizzandone ogni singola parte. Lei era morbida e delicata e lui cercava di non stringere troppo perché non voleva farle male. Lei invece desiderava non finisse più, voleva che tutto quello continuasse, che lui continuasse a toccarla e a baciarla e sentiva la sua spina dorsale vibrare ad ogni minimo tocco.
Aveva dimenticato il temporale, i tuoni, aveva dimenticato tutto, perfino di esistere, era come se stesse volando, anzi di più. Il ragazzo le prese la mano guardandola dritta negli occhi, lei aveva il fiatone, a dir la verità lo avevano entrambi, e le guance erano tutte chiazzate di rosso, gli occhi erano lucidi e le sue mani si muovevano lungo la schiena del principe dei mirmidoni percorrendone l’intero profilo con delicatezza, lui le accarezzò le labbra delicatamente e riprendendole la mano continuò a farci l’amore per tutta la notte.

&quot; Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra&quot;Where stories live. Discover now