Prologo (Revisionato)

7.1K 192 26
                                    

Era una calda mattina d'estate. Il sole riscaldava i passanti di quella via sperduta dove io, Annie Wilkinson, vivevo assieme ai miei genitori. Non c'era un motivo in particolare per cui avevo aperto gli occhi all'improvviso, semplicemente la voglia di dormire era passata.
Guardai il soffitto per qualche secondo prima di alzarmi e volgere lo sguardo sullo specchio presente in quelle quattro mura; ero a dir poco oscena con i capelli castani sparati su ogni dove e gli occhi dalle mille sfumature verdi marcati da profonde occhiaie. La pelle era costellata da alcuni segni della gioventù, mentre le labbra piene e rosse si presentavano abbastanza secche. Avrei dovuto bere qualcosa, assolutamente.

Quella mattina sentivo una sensazione strana, come se la paura avesse prese possesso del mio corpo, ma prontamente la ignorai.

Scesi al piano di sotto, in cucina, dove trovai le due persone più importanti della mia vita intente a fare colazione. La mamma era raggiante con il sorriso di ogni giorno e quei capelli scuri raccolti in una coda alta; papà era impegnato a leggere il giornale, gli occhiali gentilmente posati sul naso a patata che avevo ereditato  anche io.

« Buongiorno. » Dissi sorridendo nonostante l'ansia che mi assaliva senza motivo. Solo a quel punto si accorsero di me, accogliendomi con il solito tono di voce smielato.

« Buongiorno Annie. » Le loro voci erano alte, al contrario della mia abbastanza roca a causa del risveglio avvenuto poco prima.

Mi avvicinai al tavolo e mi sedetti proprio accanto a mio padre, pronta per mangiare una sana colazione.

Nel mentre, mi guardai un po' attorno; in fondo quella casa non era male. C'eravamo trasferiti lì solo da qualche mese, ma tutti i componenti della mia famiglia si erano già abituati alla routine di tutti i giorni. Io ero rimasta abbastanza indifferente al tutto, non mi cambiava nulla del resto. Gli amici erano quelli, la vita rimaneva sempre la stessa.

La casa era grande: presentava addirittura quattro stanze da letto, due occupate da me e i miei genitori, c'erano due bagni rispettivamente uno al piano terra e uno al primo piano, un grande salone luminoso con angolo cottura e infine un'enorme giardino.

La mia stanza era quella che preferivo, naturalmente; L'avevo ridipinta del mio colore preferito, blu elettrico, e avevo messo i mobili a mio piacimento con l'aiuto di papà. Adoravo tutto ciò che vi era presente, tra cui i miei amatissimi libri di fantasia. Avendo una grande collezione molti di questi erano rimasti negli scatoloni posti nella cantina, poiché alcuni degli scaffali nella vecchia casa erano stati buttati. Forse, agli occhi degli altri, potevo risultare strana, una ragazza dai gusti diversi, ma a me non importava affatto. Amavo i libri di ogni genere, ero un topo da biblioteca, e allora?
Non avrei deviato il mio percorso di crescita, non avrei rinunciato a ciò che mi piaceva, solo per la generazione in cui ero nata; galline su ogni dove e bad boys senza cervello.

Ma chi avrebbe mai pensato che quel giorno d'estate mi avrebbe cambiato la vita.

Secret love [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora