Anna tremò.
Il pensiero di Niccolò dall'altra parte della porta la destabilizzò: che ci faceva lì? Cosa voleva ancora da lei?
Sebbene avesse paura di cosa potesse succedere, si alzò da terra, tolse le ultime lacrime con il dorso della mano e aprì la porta.
L'impatto con gli occhi marroni di Niccolò puntati su di lei la fece trasalire. La distanza fisica fra loro era questione di centimetri, ma i loro cuori erano distanti chilometri.
- Posso entrare?- Chiese subito lui, poggiando la mano sullo stipite della porta.
Anna osservò per qualche secondo lo sguardo del ragazzo: c'era qualcosa di misterioso, oscuro che sembrava turbarlo parecchio.
Lei indietreggiò e lo lasciò entrare nella stanza.
La tensione nell'aria era densa come la nebbia in pieno inverno.
- Dimmi- Affermò lei incrociando le braccia, sforzandosi di mantenere lo sguardo sulle iridi di Niccolò.
- Come stai?-
Anna aggrottò le sopracciglia: davvero? Non era già evidente?
- Sei scappata via non appena...- Anna lo interruppe
-Non appena hai finito di cantare, sì. Bella canzone comunque.- Disse ciò con la voce soffocata dalle lacrime. In un secondo Si maledisse per l'ennesima volta di essere così fragile.
Niccolò sembrò non accorgersene e biascicò di averla composta in pochi minuti in una sera di pioggia. Apparentemente lui sembrava molto più tranquillo, ma il tremolio alle dita tradiva un'agitazione non indifferente. Non appena poi si accorse che lo sguardo di Anna si era posato proprio sulle sue mani, le infilò prontamente nelle tasche della felpa e fece finta di nulla.
Improvvisamente calò il silenzio. Era la quiete prima della tempesta.
- Se deve crearsi la situazione dell'ultima volta possiamo anche evitare, dato che questa volta non siamo soli- Affermò Anna acidamente.
- Vediamo cosa riusciamo a fare...- Affermò sorridendo nervosamente. All'espressione impassibile della ragazza si schiarì la voce.
-Sono venuto perché dobbiamo chiarire un po' di cose... dobbiamo parlare di noi- Anna si mise a braccia conserte, cercando di gestire la rabbia le impediva di pensare a mente lucida.
La sensazione che aveva in corpo era quella di essere presa in giro per l'ennesima volta in giro. Per quanto ne sapeva lei, Nic era ancora impegnato, dedicava canzoni ad un'altra, ma si stava irritando perché l'aveva vista nelle braccia di un altro. Ai suoi occhi lui la stava illudendo, millantando questo noi per ancorarla ancora a sé. Ed inconsciamente ci stava riuscendo.
- Strano che tu voglia parlare adesso, dopo mesi di silenzio... proprio quando Sofia non c'è e Federico è qui con me- Attaccava senza pietà per non essere ferita a sua volta.
Niccolò sospirò, incassando il colpo.
- Meglio tardi che mai no?- Si avvicinò di qualche centimetro, riducendo notevolmente la distanza.
Anna sbuffò, ripensando a tutto ciò che si erano urlati la settimana prima.
-Avresti potuto farlo l'ultima volta che sei passato a casa, dato che non avevi nessun appuntamento con mio fratello- Al pronunciare quelle parole, Anna rimase sconvolta dalla rabbia che traboccava da ogni singola sillaba. Ogni frase era un colpo di frusta.
Niccolò trasalì e si passò una mano sul collo, imbarazzato. Provò a farfugliare qualcosa per poi ammettere che effettivamente lui era passato di lì per parlare
-La situazione ci è sfuggita di mano ed è finita diversamente da come pensavo- Concluse lui, sorridendo nervosamente.
- Anche perché a quanto pare il ragazzino non avresti portato a casa del tuo ex, è qui-
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FanfictionAnna ha diciannove anni e il cuore infranto. Con la disperazione e la sofferenza di chi ha perso un amore importante, scrive una serie di bozze nelle note del cellulare. E se per caso queste note diventassero pubbliche? 2K views il 17/06/2019
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