- just carry me home tonight.

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Ad Edd bastò aprire la porta del locale per venir investito da una zaffata di puzza. Il suo naso si riempì in un attimo di fumo e di alcol, gli occhi che quasi lacrimavano per il fastidio.

Li strizzò, concentrandosi sul proprio obiettivo. Eccolo lì, infatti – la testa era talmente chinata da essere quasi nascosta dal cappuccio della felpa, ma il colore di quest'ultima era inconfondibile.

«Tom!»

Seduto al banco, il ragazzo sollevò appena il capo, lasciando intravedere i capelli chiari spazzolati verso l'alto. Edd occupò lo sgabello accanto a lui.

Proprio come si aspettava, Tom stringeva tra le dita una caraffa di birra, probabilmente non la prima, poiché era ancora piena. Sotto le occhiaie, quasi scure quanto i suoi occhi, un'ombra rosata riempiva la pelle delle sue guance; tutto il volto era contratto in una smorfia indecifrabile, un misto di rabbia, di sofferenza, di noia.

«Cosa vuoi da me? Non vedi che sto cercando di ubriacarmi in pace?» biascicò, diretto, mentre un fiotto di birra scivolava tra le sue labbra.

«Come sarebbe a dire, "cosa voglio"?» Un moto di irritazione si accese dentro Edd. Odiava quel tipo di situazione – non riusciva mai a capire se Tom parlasse così per i principi di sbronza o fosse solo seccato. Che novità che sarebbe stata, poi. «Sei uscito di casa praticamente all'improvviso, non ci hai detto nulla! Se non ti conoscessi da anni non avrei neanche saputo dove cercarti!»

«E che vi dovevo dire? Che ne avevo le palle piene di guardare Tord che flirtava deliberatamente con te mentre tu lo assecondavi tranquillamente? Fammi il piacere.» Sputò il nome del norvegese come se fosse il peggior insulto esistente al mondo, un disgusto più che evidente ad arricciargli il naso. Persino nei suoi occhi, normalmente vuoti come un pozzo senza fondo, brillava una scintilla dall'aria strana.

Davanti agli occhi di Edd, in questo momento, Tom stava ingurgitando tutto il resto del boccale in poco più di un sorso, ma nella sua mente ben altro si agitava. C'erano così tante cose nel suo discorso che parevano non avere senso. Ed era abbastanza sicuro che non dipendesse dall'alcol che già circolava nel corpo del suo amico.

«Aspetta un attimo – vuoi dire che Tord stava flirtando con me?»

Tom lo fissò per un istante, interdetto, poi gettò la testa all'indietro e scoppiò a ridere. A Edd non era chiaro se fosse una risata isterica o fosse solo divertito dalla sua reazione – probabilmente in quel caso avrebbe dovuto sentirsi offeso. «Sei tardo per caso? Offrirti un tiro della sigaretta che stava fumando fino a, tipo, un secondo prima cosa pensi che sia?»

L'istinto di Edd lo avrebbe portato a rispondere con un semplice 'sì', ma preferì tacere, anche perché evidentemente così non era agli occhi di Tom.

Richiamò alla mente l'affermazione dell'amico di poco prima. Una lampadina si accese nel suo cervello – o meglio, un masso gli rotolò dritto sulla testa. C'era un'unica spiegazione possibile, ma era a dir poco assurda. «Tom... vuoi dire che eri geloso

Stavolta, il ghigno sul suo viso aveva un aspetto malinconico. Pareva il sorriso di uno che fosse stato pugnalato al cuore sul punto di vincere una guerra, che fosse stato spinto giù quando aveva appena raggiunto la vetta. La birra che vi versò aggiunse ulteriore amarezza a quella sfumatura. «Gelosia? Intendi quel bruciore di quando il coglione di turno richiede e riceve interesse da qualcuno senza che tu possa far altro che rimanere nello sfondo e desiderare di essere al suo posto? Io non so neanche cos'è, la gelosia.»

- just carry me home tonight.Where stories live. Discover now