Sei un imbecille

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Sono giorni che sto dietro a Dylan.
Mi guarda, mi vede.
Ma non mi parla.
Sono stato a trovare Julie.
Sembra un altra persona.
Della ragazza piena di entusiasmo e voglia di vivere è rimasto solo un guscio che piano piano si sta deteriorando.
Ora capisco perché aveva tanta paura delle parole.
Ha ragione, le parole possono ucciderti.
Oggi lo costringerò a parlare con lei.
La fine della scuola si avvicina.
Julie ha fatto richiesta in due o tre college, vuole andare lontano da Chesapeake.
'Oggi devi parlare con Julie.'
Mi guarda male e continua a vestirsi.
'Devi dirle che ti dispiace, che non pensavi davvero tutto quello che le hai detto e che deve perdonarti perché sei un imbecille.'
Mi punta con il dito in segno di minaccia.
"Sarai anche morto e fastidioso come fantasma ma non ti permetto di insultarmi! Mi chiedo ancora come è possibile tutta sta storia."
Alzo gli occhi al cielo.
'Ancora?  Pensavo fossimo arrivati a un punto di svolta ormai. Te l'ho detto è possibile quando noi lo vogliamo e voi ci credete. Ma non hai niente di meglio da mettere? Tu e Julie state facendo a gara a chi si veste peggio?'
Mi rivolge uno sguardo di sufficienza, quello che ha sempre usato con nostro padre per sfidarlo.
Quello che ancora non ha capito è che io sono nella sua testa e sento tutto quello che pensa.
E gli da enormemente fastidio che io nomini sempre Julie.
"Julie,Julie,Julie. Sai solo nominare Julie? Noiosa la vita di un morto se non ha di meglio da fare! E poi io non mi vesto da pinguino come te."
'Sai che sei proprio stronzo? E non sono vestito da pinguino, posso cambiarmi quando voglio.'
Un jeans e una camicia prendono il posto del completo elegante e della cravatta.
'Ecco vedi? Adesso possiamo parlare di come farai a farti perdonare da Julie?'
"Ancora con questa storia? Senti perché non vai tu da Julie e mi lasci in pace?"
Scende le scale e lancia un saluto a mamma che è in cucina con Sandy.
Finalmente in questa casa è tornata l'armonia di un tempo, mamma mi pensa ogni momento ma non piange più tutto il giorno.
Con papà le cose vanno a meraviglia e Sandy cresce serena.
L'unico rimasto scorbutico è Dylan.
Arrivo a scuola ovviamente prima di lui e lo aspetto.
Quando finalmente arriva e mi vede fa una smorfia di disappunto.
'Senti Dylan è inutile che fai quella faccia. Julie è in quello stato per colpa tua. Devi farla tornare come era prima. Solo tu puoi farlo."
Mette le chiavi in tasca e si avvia verso l'edificio.
"È l'unica faccia che ho, e per quello che riguarda Julie dovevi pensarci prima di metterla in mezzo. La colpa non è mia ma tua."
"Ehi amico con chi stai parlando?"
Un tizio interpella Dylan.
"Fatti i cazzi tuoi!"
'Evita di parlare ad alta voce, ti prenderebbero per pazzo. Quello che hai da dire lo puoi semplicemente pensare. Sono nella tua testa sento tutto.'
Gli brillano gli occhi.
Sta per dire una cattiveria.
"Bene, fantastico. Se sei nella mia testa sai benissimo cosa penso di tutta questa situazione. Non c'è bisogno che te lo dica."
Torna nel regno dei morti.
Mi rabbuio.
Non è così che deve andare.
Dylan non mi permette di aiutare Julie.
Non so che fare.
Eccola.
La vedo.
Cammina a testa bassa, Marissa è al suo fianco e le parla.
Si limita ad annuire.
Porta ancora felpe enormi e piuttosto pesanti, il suo colorito pallido è tendente al grigio.
Passa davanti al gruppo dove c'è Dylan ma non lo guarda.
Dylan invece non le stacca gli occhi di dosso.
Vuole che reagisca.
Mi guarda, sa che ho sentito i suoi pensieri.
'Non ci riuscirà da sola. Ha bisogno di te. Le avevi chiesto di restare e invece sei stato tu a mandarla via. Non si meritava quello che le hai detto.'
La campanella suona, tutti entrano tranne Dylan.
"Al promontorio ora."
Annuisco.
Dopo appena dieci minuti lo sento arrivare.
"Sei veloce."
'Mi basta pensare dove voglio essere. Perché sei voluto venire qui?'
Volge lo sguardo verso la distesa azzurra del cielo e pensa a lei, ma è un immagine di Julie bambina.
Come mai la ricorda di quella età?
'Da quanto la conosci?'
"Avevo dieci anni, ero venuto qui in cerca di esemplari di bruchi per una ricerca di scienze. Era di domenica, mi pare fine settembre. Indossava dei pantaloncini rossi e una maglietta bianca. I suoi genitori erano seduti sotto quell'albero laggiù su una coperta. Avevano fatto un pic-nic. Julie giocava a palla quando a un certo punto ha iniziato a saltellare per una farfalla. Era un immagine bellissima."
Mio Dio.
È da allora che prova un sentimento per lei.
"Un po' di anni dopo l'ho vista camminare nei corridoi della scuola e mi sono chiesto se non l'avessi semplicemente sognata. Così ho iniziato a infilarmi nelle lezioni che seguiva per osservarla più da vicino. Non dava confidenza a nessuno, sembrava sempre persa in chissà quale pensiero e diventava sempre più bella nella sua semplicità. Mai un filo di trucco, ne vestiti appariscenti. Lei è naturale. È così e basta. Forse è stato questo ad attirarmi di lei. Tu perché l'hai scelta?"
Siamo seduti a terra vicino alla ringhiera, le nostre spalle si toccano.
Era da tanto che io e Dylan non facevamo una chiacchierata così.
'Non so, ero la al cimitero insieme a voi quando ho sentito che chiedeva al fioraio una rosa bianca.
Ho lasciato mamma e sono andato a vedere chi era. Mi sono trovato davanti una ragazza dal viso pulito che pensava che doveva vedere meno film dell'orrore. Si lasciava suggestionare dai cipressi. Poi è arrivata fino dove sono sepolto e anziché venire a cercarti è rimasta quasi nascosta. Sentivo i suoi pensieri e intanto le parlavo, ero curioso di capire perché avesse scelto proprio una rosa bianca. Da lì ho iniziato a seguirla un po' ovunque.
Le ho chiesto di aiutarti, anzi l'ho quasi obbligata. Quella sera al Moon Light il frullato che ti ha versato addosso Lars è stata opera mia. Grazie a Julie. Lei mi ha detto che conosceva Lars e io ho fatto il resto.'
Dylan mi presta attenzione.
I suoi pensieri sono tanti, tante domande. La maggior parte di loro riguarda Julie.
"Quello che non capisco è, perché proprio lei? Voglio dire c'ero io, Sandy, i tuoi amici. Perché proprio Julie?"
Mi stringo nelle spalle.
'Non lo so Dylan. Mi sentivo attirato da lei, non so come spiegartelo.'
"Non serve. Lo capisco. Julie nonostante schivi tutti sembra attirare l'attenzione della gente anche senza volerlo."
Annuisco. Ha ragione.
'Sai appena sono morto ho pensato a te, eri in camera steso sul letto e guardavi un disegno. Sandy è venuta a chiamarti perché non riusciva a montare il balcone alla casetta di legno. Sei uscito dalla stanza e io ho guardato quel foglio, c'era disegnata una farfalla. In quel momento non ho capito perché fosse così interessante. Poi è arrivata la telefonata degli agenti che erano sul posto dell'incidente e non c'è stato più modo di pensare a quella farfalla. Perché era così interessante Dylan? Insomma tu sei un patito della natura e questo lo so, nonostante continui a fumare, ma perché la fissavi?'
"Quella era la specie a cui apparteneva la farfalla con cui giocava Julie. Guardarla me la ricordava."
Il suo pensiero torna a Julie, la ricorda mentre gli tocca la vena sulla fronte, mentre la bacia e mentre lo rimprovera.
La ama.
'Sai la prima volta che Julie mi ha visto davvero è stato quando avete litigato la prima volta. È andata al parco poco distante da scuola e ha iniziato a inveire contro di te. Quando si è resa conto che io la osservavo mi ha guardato e ho sentito in lei una tranquillità che mi ha stupito. Insomma non è cosa da tutti i giorni vedere un fantasma. Credevo si sarebbe spaventata invece è rimasta quasi affascinata. Ha persino pensato che ero carino. Siamo stati un sacco di tempo a parlare, mi ha fatto un sacco di domande. Come ero morto, se avevo sofferto, se ero felice. E se avevo bisogno di determinate cose.'
"Sei stato tu a portarla qui come ha detto?"
'Si Dylan. Sapevo che tu adori questo posto, e volevo ti aiutasse. Tu ti stavi mettendo nei guai. '
Si stringe nelle spalle.
"Che vuoi eri morto e non capivo cosa era successo. Sapevo solo che con papà eri ai ferri corti. Tutto il resto lo avevo costruito io intorno ai pochi elementi che avevo. Che avrei dovuto fare?"
'Parlare con papà Dylan. Lui ti avrebbe detto come stavano le cose. Era al corrente che io suonavo in quella band, e non eravamo ai ferri corti. Tutto sommato seguire le sue orme non era poi così male. Mi piaceva lavorare in azienda. Non dovevi fare tutto da solo. I nostri genitori sono sempre disponibili per qualsiasi cosa.'
Si sente in colpa.
"Non ne avevo idea, vi avevo sentito litigare e la mia immaginazione ha fatto il resto."
'Dylan papà ama la mamma. Non la lascerebbe mai. Io ho sentito che mamma voleva la separazione ma non avevo capito il motivo reale. Poi comunque ero piuttosto impegnato a convincere Julie ad aiutarmi con te. '
Abbozza un sorriso.
"Se penso a tutte le volte che stavo picchiando qualcuno ed è venuta a infilarsi in mezzo. Pensa una sera l'ho trovata qui e siccome ero arrabbiato le ho stretto il fianco. Ha pianto poverina."
'Lo so. Prima ero collegato con lei. Sentivo tutto quello che pensava. Appena ha preso la ginocchiata è corsa in bagno a vomitare. Stavo male anche io per lei. Lo stava facendo solo per me.'
Dylan stende le gambe davanti a sé e le incrocia.
"Devi ammettere che è testarda. Le ho detto più volte di non impicciarsi!"
'Si ma ero io che la costringevo ogni volta.'
"Come hai fatto a convincerla ad aiutarti. Insomma voglio dire, non è una cosa semplice. È testarda, si impunta e fa sempre quello che dice lei."
Rido e Dylan lo fa insieme a me.
'Hai ragione. Ma vedi Julie non si spaventa facilmente. Le ho chiesto come mai non fosse spaventata dalla mia presenza. Mi ha detto che crede nel paranormale, che non ha paura di morire. Lo sai qual'è l'unica cosa che veramente la ferisce? '
Dylan scuote la testa.
'Le parole Dylan. Julie ha paura delle parole, di tutto ciò che le viene detto per rabbia, per cattiveria. E ha ragione Dylan. Le parole fanno male.'
So che sta ripensando a quello che le ha detto a casa nostra e gli rimorde la coscienza.
Si chiede se è possibile riuscire a ricucire un rapporto con lei.
'Dylan ci sei andato pesante. Le hai dato della pazza da internare. Hai detto che non valeva nulla e che era un peccato non averla quanto meno scopata. C'ero anche io. E vorrei tanto poter tornare indietro a quel momento per far si che Julie non subisse le tue cattiverie. Non le meritava, aveva il timore che succedesse ma io volevo rimettere a posto tutta nostra famiglia. Non mi sono curato di lei e dei suoi sentimenti, solo dopo me ne sono reso conto. Julie ha un animo nobile, è altruista. Mette al primo posto il benessere degli altri, si preoccupa di tutti. È stato per via del suo cuore puro se sono riuscito nel mio intento. È una ragazza speciale come poche, non ho mai conosciuto nessuna come lei. Vorrei tanto che aprisse nuovamente la sua mente e il suo cuore, le starei vicino come ha fatto con me quando ne avevo bisogno. Sento la sua mancanza e mi fa male non poterla più sentire è-'
"Tu sei innamorato di lei!"
Dylan mi interrompe guardandomi dapprima meravigliato e subito dopo accigliato.
'Io...'
"Non mi propinare stronzate Jason. Sei innamorato della mia Julie? Mi spieghi perché? E soprattutto come è possibile? Non dovresti provare questo tipo di sentimenti. In realtà non dovresti provarne e basta. Sei un fantasma."
Ha ragione.
Neanche io mi spiego come mai è successo.
'Quando hai iniziato a stare appresso a Julie eri ancora inconsapevole del tuo stato. Il tuo cuore era ancora caldo, quindi sei rimasto colpito da lei al punto da innamorarti di lei. Non è la prima volta che succede.'
La voce di Michael si insinua nella mia mente.
'E non è strano? Voglio dire perché avete lasciato che accadesse? Durerà per sempre? So che non mi spetta una cosa del genere ma non voglio smettere di amarla. So che resterò così ma non mi importa. La guarderò da lontano e se non dovrò più farmi sentire né vedere lo farò. Ma non toglietemi la sensazione di benessere e felicità che provo quando la vedo. Sarebbe come morire una seconda volta.'
'Non ti prometto niente Jason. Chi doveva ascoltarti ti ha sentito. La decisione è solo sua. Noi siamo solo portatori alla luce. '
"Mi rispondi o no?"
Dylan è impaziente.
Lo guardo stranito. Non so cosa mi ha chiesto.
Adesso comprendo Julie quando mi diceva che non era semplice intrattenere una conversazione con più persone nello stesso istante.
'Scusa. Non ho sentito cosa mi dicevi. Ero impegnato in un altra conversazione.'
Il suo sguardo è incredulo.
Poi però la sua mente formula un altro pensiero.
"Aspetta, avevi la stessa espressione di Julie quando qualche volta ci si trovava a parlare. Vuoi dire che c'eri anche tu?"
Annuisco.
"E con chi diavolo stavi parlando? Ma soprattutto in quante e quali occasioni ti sei trovato tra di noi?"
'Bhe insomma, diciamo che spesso ero presente. Sono stato praticamente l'ombra di Julie per tutto questo tempo. Ventiquattro ore su ventiquattro, quasi.'
Dylan si rabbuia.
Ok ora si arrabbierà.
"Vuoi dire che hai dormito con lei nel suo letto? E che l'hai vista mentre si lavava e si vestiva? Sei impazzito? Vada che sei un cazzo di fantasma ma non puoi prenderti certe libertà con la mia ragazza!"
Ok è arrabbiato.
Si è alzato e sta facendo avanti e indietro, vorrebbe picchiarmi addirittura.
'È inutile che ti arrabbi Dylan. Non era previsto che anche tu ti innamorassi di lei. Che ne sapevo io? E poi non è la tua ragazza. Ti ricordo-'
Alza una mano per bloccare le mie parole.
"Cazzate fratello. Julie è mia, lo è da quando l'ho vista la prima volta e tu non ti puoi permettere certe libertà. Fantasma o no, chiaro? "
Sbuffo infastidito.
Julie non è sua, non ancora per lo meno.
'Se la ami quanto vuoi farmi credere che ci fai qui? Perché non sei con lei? Perché hai rovinato tutto? Mi pare che lei avesse scelto di starti accanto nonostante tu abbia una testa di cazzo!'
Non sa che rispondere, è in difficoltà.
"Come potevo immaginare io che dietro tutto questo ci fossi davvero tu? Che ne sapevo. È ovvio che mi è sembrato impossibile, inverosimile,  non è come andare al cinema o mangiare una pizza. Sei un fantasma per la miseria, questo di certo non è normale!"
Mi sta venendo mal di testa. È possibile?
'Senti Dylan facciamo che per adesso mettiamo da parte questo punto della situazione e cerchiamo di risolverne un altro? Abbiamo tutto il tempo del mondo per chiarire. Ora non c'è tempo. Julie ha la priorità su tutto.'
Forse lo sto convincendo.
"Hai mai...voglio dire ...si insomma.."
Sorrido stanco. È geloso marcio.
Lo siamo in due maledizione.
'No scemo. Sono un fantasma non potrei mai fare sesso. '
Il suo respiro sta tornando alla normalità.
"Bene. Se tu lo avessi fatto ti sarei venuto a cercare stanne certo."
Ci tiene davvero tanto a lei.
È come se Julie rappresentasse la sua voglia di vivere, una specie di linfa vitale.
'Puoi stare tranquillo. Non mi sono preso nessuna libertà, anche se spesso ho dovuto fare pressione su me stesso e costringermi ad andare via. Non è facile starle lontano. Le ho fatto compagnia durante la notte mentre dormiva e durante il giorno sia a scuola che a casa. Julie in me aveva trovato il suo primo vero amico. È una ragazza molto sola ma non ne fa un dramma. È come se stesse bene anche sola con se stessa.'
"Ok ok. Gran bel discorso ma da questo momento non ti azzardare più a farle compagnia durante la notte. Cercati una fantasma e stai alla larga da Julie."
Scoppio a ridere sotto lo sguardo allibito di Dylan.
'Non puoi dirmi cosa devo fare. Sono un angelo Dylan. Posso fare quello che voglio senza mostrarmi. Ti ricordi le zanzare in camera di Julie? Non c'era nessuna zanzara ero io che ti infilavo le dita nelle orecchie. Ti è chiaro adesso?'
Ricorda quel momento e sorride.
"Un momento, Julie aveva il pigiama, dov'eri tu quando si è cambiata?"
Alzo gli occhi al cielo.
'Ancora Dylan? Senti facciamo così. Se tu prometti di aiutare Julie io ti dico a ogni traguardo che ottieni con lei cosa ho visto. Ci stai?'
"E questo che cazzo di accordo è? Tu non avresti dovuto guardare ne toccare un bel niente!"
Mi gratto la testa, forse è meglio che non gli dico che in teoria l'ho anche baciata potrebbe dare di matto.
'Va bene va bene. Pare che Julie sia il tuo punto focale. A questo punto mi chiedo che ci facciamo ancora qui a perdere tempo? Torniamo a scuola. Ormai sarà ora di tornare a casa, potresti accompagnarla.'
Dylan è scettico.
'Cosa non ti convince? Andiamo Dylan non fare il difficile.'
"Jason non è questione di fare il difficile. Ti rendi conto che per come mi sono comportato con lei, se fosse un altra mi spedirebbe a farti compagnia? Non è così semplice. Che faccio mi presento davanti a lei e le dico che la accompagno a casa? Sai da quanto non mi guarda? Non credo proprio che alzerà gli occhi."
Apro le braccia e lo guardo in attesa di un idea che non arriva.
'Allora che  facciamo?'
"Sei tu il fantasma, pensa tu a qualcosa di più efficace. "
Sospiriamo entrambi, conoscendo Julie non gli darà la minima possibilità.

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