Capitolo 10

195 8 0
                                    

La mattina dopo mi alzai di scatto. Mi guardai intorno. La nuvola-letto era svanita così come la lucina "fantasma". Sospirai di delusione. Se n'era andato. Forse si sentiva minacciato...o voleva solo essere libero. Lo capivo in entrambi i casi.

Scostò la tenda con cui aveva chiuso l'entrata alla stanza. Sorrisi, vedendolo. No, era ancora lì. Non mi aveva mentito, non intendeva ingannarmi.

- Pensavi me ne fossi andato – la sua era un'affermazione. Avanzò e si sedette sulle coperte, accanto a me, porgendomi un vassoio con toast e marmellata. Lo posò delicatamente sulle mie gambe, dove io lo accompagnai con un sorriso.

- Mi pareva che fosse questa la tua colazione abituale –

- Hai ragione – confermai – mi hai seguito?-

- Diciamo "spiato" – mi corresse, affascinante.

Sorrisi allegra. Presi il fiore adagiato accanto al piattino – Questo è un dono tipico da colazione di Asgard?- sorrisi.

- Più o meno –

Ne sfiorai i petali, colpita. Mai nessuno mi aveva vezzeggiato in quel modo. Pareva che Loki, invece, ci avesse preso gusto.

- Comunque sì, temevo fossi andato via. Potevi avere mille motivi per decidere di fuggire –

- Ma ne ho mille per restare – sussurrò.

Arrossii. Ormai ci stavo facendo l'abitudine. E dire che nessuno ci era mai riuscito, a quella velocità e così spesso, poi.

Gli offrii una fetta cosparsa di marmellata rossa.

- Assaggia –

La guardò, titubante.

- Non morde mica –

Non prese il toast, semplicemente avvicinò le sue labbra al pane e diede un piccolo morso. Avvampai ancora di più. Lo masticò lentamente.

- Mmm, sembra buono. Dolce e leggermente acidulo insieme. Mi piace. Sa di te – avvampai violentemente – Non mi ha morso – giocò.

Risi. Mi guardò felice. La prima risata da quando ci eravamo conosciuti e da quando ero ad Asgard.

- Ho mandato via la ragazza di ieri imitando la tua voce – alzò le spalle – chiedo venia – mi fece un galante inchino con la testa.

- Non fa niente. Hai fatto bene. Con quale scusa l'hai convinta?-

- Ti sentivi poco bene –

- Se non fossi giunto tu, sicuramente non sarei stata bene come lo sono ora –

- Quisquilie – distolse lo sguardo, però, intimidito.

- Dove hai preso tutto questo?-

- Conosco un passaggio per le cucine. Mi sono alzato presto e sono sgattaiolato nella dispensa prima che i cuochi si svegliassero. Non dimenticare che ho vissuto qui per molto, conosco ogni abitudine e ogni passaggio segreto...oscuro agli altri – sorrise di furbizia.

Parlammo sereni del più e del meno. Ad un tratto posò il vassoio sul comodino e mi sorrise misterioso. Agitò in aria le mani, con gesti eleganti e delicati. Creò farfalle dorate, sfere simili a bolle di sapone ma molto più durature, fece piroettare piccole stelle per la stanza, pianeti e meteoriti comparvero nell'aria come se si mostrassero attraverso un cannocchiale 3D. Le sue magie erano spettacolari e più ero felice, più lui inventava giochi di colori e fantasie volanti.

- Ho una notizia – mi parve felice, ma anche molto triste mentre me lo diceva.

- Di cosa si tratta?- scansai una farfalla arcobaleno fatta d'acqua con dolcezza, guardandolo.

La vera storia di LokiWhere stories live. Discover now