Capitolo 5

116 17 0
                                    

Mancano dieci minuti. Solo dieci. Solo una materia da finire in dieci minuti. Non sò perché la fortuna non era mai dalla mia parte ma questa volta era grossa. Solo sette minuti, solo sette per avere cinque! Mi sì è spezzata la penna in qualche modo! Non so come abbia fatto ma mancano solo cinque minuti!

- Caroline ti prego prestami una panna!- le susserai.

- Perché dovrei?-

- Come perché?!? Le amiche si aiutano!- urlai come una matta alzandomi e buttando per aria la sedia.

Lei spalancò gli occhi.

- Noi siamo amiche? Davvero?-

Rimanni di stucco.

- Io... Pensavo.... Di sì. Ti ho aiutata per tutto quello che potevo!!! INGRATA! VAI AL DIAVOLO TU E LA TUA VITA DA ASSOCIALE!-

Suonò la campanella. Non avevo finito il compito. Lei sì limitò a guardare la finestra.

L'intera classe mi fissava. Però non me ne importava niente. Ero stata presa in giro. Ingannata da una persona che pensavo fosse mia amica ma con quel "siamo amiche?" non credo volesse dire ti odio oppure sì, ma ormai era troppo tardi. Ero incavolata nera.

Mi limitai a dare il foglio al proff che era intenzionato a darmi una nota. Alzai la sedia perterra tramortita.

Uscì dalla classe, da scuola. Sembrava che l'intero mondo mi cadesse adosso.

Mentre correvo verso casa, stavo iniziando a tossire. Tossire il rosso. Ogni passo sembrava una schiavitù. Ogni respiro è molto affaticato dal liquido che esce fuori. Sò benissimo cosa mi sta succedendo ma non lo voglio ammettere, almeno non ora. Non ora che ho litigato con Caroline. Proprio ora devo rischiare di morire? Non nè ho voglia. Che lo faccia pure ma dammi solo un'altro giorno.

A quei pensieri tutto svanì, il dolore allucinante svanì. C'era solo il sangue che avevo già tossito. Sulle mie mani avevo rosso ovunque, tanto ormai era tutto finito per me. Non mi importava più.

Nemmeno quando tornai a casa e mio zio era sanissimo di mente e mi aiutò anche.

"Tanto non sarebbe venuta domani" continuavo a ripeterlo nella testa mentere il non ubriaco mi voleva dare delle medicine o meglio pillole che non avrei ma preso.

Peccato che io pensavo in quel modo  perché tanto sapevo infondo che sarebbe successo l'incontrario.

La mia vicina di bancoWhere stories live. Discover now