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Riesco a vedere le loro ombre da sotto la porta, vogliono me.

Mi trovavo sul treno per Arkham dove avrei lavorato, come psichiatra, al manicomio sotto la direzione del dottor Banks, quando ebbi quell'inquietante incubo: mi trovavo in uno strano edificio, come un tempio fatto di pietra, il tetto triangolare con un foro al centro dal quale una luce blu illuminava parzialmente il luogo; il tetto era sorretto da strane statue che raffiguravano esseri ibridi, metà umani e metà animali.

Al centro una scalinata che conduceva a un altare fatto di ossa e teschi, dietro c'era un ragazzo con gli occhi chiusi che reggeva uno strano libro dalla copertina viscida.

All'improvviso sentii un suono, era una voce gutturale, il ragazzo aprì gli occhi... erano verdi fosforescenti e mi fissavano.

Alzò il libro e spalancò la bocca dove fuoriuscì una sostanza verde melmosa e da dietro si materializzò una strana forma, più grande del ragazzo e di me con due occhi piccolissimi e rossi come il fuoco, iniziò a pronunciare una strana frase: "Syet gher yhv poyi fret". Strani tentacoli iniziarono ad attorcigliarsi intorno a me e l'ultima immagine che vidi fu del ragazzo che iniziava a sciogliersi.

Per fortuna nel mio vagone c'era solo una signora di mezz'età con capelli bianchi e con un volto dai lineamenti dolci ma consumati dal tempo che mi vide stravolto e sudato.

<<Avete avuto un incubo giovanotto?>> mostrandomi un dolce sorriso che mi rallegrò.

<<Sì, signora>> mi risistemai i capelli e la camicia fradicia di sudore <<spero di non averla spaventata>>.

<<Assolutamente no, il mio George, pace all'anima sua, aveva continui incubi quando era malato. Ritornate a casa?>>

<<No, anzi sto lasciando casa per lavoro, sono diretto lì ora>>.

<<Oh, e dove? Se non sono troppo indiscreta>>

<<Assolutamente no, signora?>>

<<Melany>>.

<<Nigel Carter, sono un dottore, anzi uno psichiatra per l'esattezza sono diretto ad Arkham>>.

Mi ricordo ancora il volto della signora quando sentì il nome della città; iniziò a tremare, aveva paura ma non sapevo ancora di cosa.

<<Arkham?>> ripeté con voce tremante. <<Ho sentito strane storie su quella città>>.

<<Che tipo di storie?>> chiesi incuriosito.

<<Quelle da far accapponare la pelle e che ti fanno pensare che qualcosa di non-umano esiste ed è tra noi.  C'era un dottore che aveva scoperto un siero per far ritornare in vita i morti; un ragazzo vittima di strane creature demoniache; un contadino che trovò nella sua fattoria uno strano liquido che uccise il suo bestiame.  E ci sono ancora altre storie, ragazzo mio>>.

Erano le solite storielle popolari per far spaventare i bambini, pensai. <<Beh devo dirvi che sono storie veramente terrificanti, ottime per quegli scrittori in cerca di fortuna>>.

<<Lei non mi crede vero?>>

<<No, signora. Sono un uomo di scienza, e come tale ritengo che ci sia una spiegazione razionale e non fantascientifica>>.

Capì che stavo raggiungendo la mia destinazione quando vidi una strana e fitta nebbia che avvolgeva tutta l'area di Arkham redendola lugubre; la signora Melany iniziò a stringere nella sua mano il crocifisso che portava al collo e mi guardò : <<Lei sarà un uomo di scienza, io sono una donna di fede>>.

Arrivai alla stazione, il treno si fermò, presi le mie due valigie.

Stavo uscendo dal vagone quando mi voltai per salutare la signora, ma era diversa: il viso olivastro, capelli sciolti e spettinati che fluttuavano nell'aria, i suoi occhi erano neri, spalancò la bocca in un modo terrificante e dal buio della gola uscì una voce, non sua ma di un uomo e mi disse Syet gher yhv poyi fret. La stessa frase pronunciata dal ragazzo nel mio incubo, ero sconvolto da quello che stavo vedendo <<Che cosa ha detto?>>.

<<Le ho augurato buona fortuna per il suo nuovo lavoro>> la signora Melany era ritornata normale, tutto era tornato normale.

Avevo affittato un piccolo appartamento, dove mi sistemai e mi riposai per essere attivo il giorno successivo.

Arrivai all'orario al lavoro e mi presentai al dottor Banks che mi spiegò come funzionava la struttura e i turni che dovevo fare. Mi disse che la città era piena di storie raccapriccianti ma il vero orrore "è la mente umana deviata", lo disse con orgoglio.

Come primo giorno mi assegnò un caso di schizofrenia e di omicidio, dovevo capire le cause che hanno scatenato questa reazione e trovare una possibile cura.

Ero seduto nel mio studio e attendevo l'arrivo del paziente quando una corrente di aria fredda mi colpì in pieno, mi sentivo a disagio. Bussarono alla porta <<Avanti>>.

Entrò l'infermiere con il ragazzo e iniziai a sudare, a tremare e per poco non svenni. Era lui, il ragazzo del mio incubo.

L'INCUBO DI NIGEL CARTERWhere stories live. Discover now