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     21 giugno 1999, località sconosciuta

     L'uomo aprì il cassetto della sua scrivania dal quale tirò fuori una sgualcita cartellina rossa. Mise da un lato i fogli sui quali c'era già stato scritto qualcosa e poi se ne posizionò uno nuovo davanti. Guardò in direzione del foglio bianco e prese una penna, dopo averla impugnata si preparò a scrivere.

     Era diventata ormai un'abitudine, annotava quasi tutti i giorni quello che gli accadeva, come in una sorta di diario. Su quelle pagine riportava, in modo molto dettagliato, tutte le emozioni procurate dai suoi fugaci e piacevoli incontri quotidiani.

     Sui fogli già usati erano annotati dei nomi femminili con accanto la loro storia familiare ma soprattutto la loro età...nessuna di loro si avvicinava minimamente ai quindici anni.

     Prima di iniziare a scrivere guardò l'ultimo degli appunti, un'annotazione risalente al giorno prima, poi si alzò e si avvicinò alla portafinestra di fronte a lui. Guardò attraverso il vetro e, spostando di poco la sottile tendina di seta, si soffermò sulle bambine che giocavano in cortile. Riuscì a udire le loro voci concitate, erano tutte così entusiaste e coinvolte nei giochi che stavano facendo insieme. L'ultima arrivata catturò la sua attenzione, nonostante fosse minuta mostrava carattere e autorità, col suo atteggiamento risoluto sembrava dimostrare qualche anno in più rispetto alla sua reale età anagrafica.

     Si convinse che quella bambina, che gli piaceva molto, sarebbe riuscito ad attirarla nelle sue grazie. Di solito non trovava difficoltà a farsi accettare come compagno di giochi, il fatto di essere un adulto non aveva mai rappresentato un problema.

     Si rimise a sedere, e poi scrisse nome e cognome del suo nuovo pensiero fisso. La sua mano destra, però, cominciò subito a tremare, purtroppo conosceva molto bene quel sintomo. Ogni volta l'eccitazione si impossessava di lui lasciandolo teso e in preda alla tachicardia. Si accorse con disgusto che il sudore stava iniziando a permeare tutto il suo corpo.

     Sollevò lo sguardo verso il soffitto e la mente iniziò a vagare. Fantasticò sulle parole che le avrebbe detto, immaginò i sorrisi che le avrebbe regalato, ma venne interrotto da una improvvisa morsa allo stomaco. Si arrese all'idea che riuscire a poterla toccare sarebbe diventato un tarlo che lentamente gli avrebbe perforato il cervello. Reputava ormai necessario dover riuscire ad avvicinare quella splendida bambina al più presto.

*

     21 marzo 2019, Manhattan (New York)

     Samya quella mattina aveva chiesto un permesso per uscire prima dal lavoro, l'appuntamento era per le dieci e non voleva arrivare in ritardo, la puntualità la considerava una caratteristica importante, soprattutto quando si trattava di un primo incontro. Camminando guardava continuamente l'ora e ripensò anche al suo datore di lavoro che si era persino offerto di accompagnarla ma lei, però, aveva cordialmente rifiutato dicendogli che avrebbe preferito fare due passi, vista la bella giornata di sole.

     La città, quel giorno, sembrava mostrarle un fascino e una luce particolare, merito, forse,  dell'equinozio di primavera, tutto adesso le appariva più splendente, avvertiva una forte sensazione di rinnovato ottimismo. Pensò al simbolismo celato dietro a quegli eventi astronomici che sin da piccola la affascinavano, sapeva che in molte culture venivano addirittura associati al misticismo, ma riferiti senza dubbio ad un periodo di rinascita, che poi era proprio quello di cui lei, ora, aveva più bisogno. Fu felice di constatare che tutto il mondo intorno a lei, a partire dalle ottime condizioni atmosferiche, le suggerisse di avere più fiducia in se stessa, di credere che le soluzioni, spesso tanto cercate, potessero essere proprio a portata di mano. 

CIVICO 55Where stories live. Discover now